“Periple scritture” di Lello Agretti: poesia e prosa nella metafora della vita

 

Rita Occidente Lupo

Poesia per amore, nella padronanza del metro e del verso quella che graffia Lello Agretti, spaziando nella lirica con estrema disinvoltura tra temi vecchi e nuovi. Tra nostalgie e rigurgiti esperienziali, incontri occasionali e sedimentati rapporti amicali scorciati da una sensibilità attenta al presente, pur amando a volte rifugiarsi, in un dolce refrain, nella memoria di un passato giammai avido d’emozioni. Un excursus, tra la penna ed il cuore, non bypassa le malizie dell’ingordo tempo.

Agretti è avvezzo ad affrontare la metafora, che cala nel verso libero e nella narrativa ben impostata, a stilema emotivo, lasciando trapelare anche un discorso fideistico, tra meandri d’inquietudini. Spesso, nel suo viaggiare, anche a mezz’ala, l’eco di squarci esperienziali, che si tramutano nella musicalità del verso, a tal punto da apparire che sia il Trascendente, a guidare l’immanente. Non a caso “Periple scritture” lancia coni d’ombra sulle ansie umane, sulle ricerche umane, che consentono alla caducità d’approdare sulla soglia catartica oblativa, allorquando il dolore non risparmia contorni. Ma anche la realtà contemporanea, fagocitante di contraddizioni, ma ricca di stimoli emotivi, diventa la cartina al tornasole per saper cogliere schegge di gioia, che la vita prodiga inaspettatamente. Una vita che per Agretti resta sacra, inviolabile e pertanto da saper gestire appieno, in una tavolozza emozionale, cosparsa di mille incontri…e di occasioni, rubate alla fretta delle ore. In un labirinto nel quale l’umanità sembra annichilita, dinanzi alle incognite presenti, la nota del trascendente, che rende proprio gli animi più sensibili, capaci di stupirsi dinanzi alla bellezza di ogni nuovo giorno, tempra a vivere valori di solidarietà. Sapendo anche trarre dal silenzio, che non cessa di riproporre all’uomo d’ogni tempo, l’efficace mediazione tra la prassi ed il sentire, per procedere in Terra senza mai smettere di guardare il Cielo!

La lirica di Agretti, così come la prosa lirica, efficace, discreta, pulsante, ma catartica, riesce a mediare anche i singhiozzi del cuore, quando rischiano di tramutarsi in boati. Le decine di sillogi poetiche a suo attivo, che denudano un palmares denso di note critiche di numerosi personaggi culturali, non a caso continuano a conferirgli l’alloro contemporaneo per il valido apporto culturale, alla lirica del nostro tempo.