Mercato San Severino: torna a Curteri statua restaurata di San Rocco

Anna Maria Noia

Lunedì 30 luglio un’occasione di letizia per l’accogliente comunità di Curteri, in Mercato S. Severino: torna, difatti, nella frazione la statua in stile ottocentesco di S. Rocco di Montpellier, tra i protettori di Curteri nonché dell’intero (antico) Stato sanseverinese. Tante le celebrazioni nei comuni appartenenti allo Stato di una volta: il taumaturgo – patrono degli appestati, che lo invocavano affinché cessasse il morbo – è venerato a Siano, Castel S. Giorgio e in altre zone che tempo fa dipendevano dalla giurisdizione cittadina appunto sanseverinese. Il simulacro ligneo, altro 170 cm, è stato da poco restaurato – sotto l’attenta vigilanza della Soprintendenza – e riportato al consueto splendore. S. Rocco farà il suo ingresso nell’ancestrale chiesa di S. Marco (secoli fa, S. Maria – il nucleo più vecchio della città, precedente anche via degli Orefici) a Rota alle 19. Verrà accolto dai fedeli e dal parroco – il 35enne don Raffaele De Cristofaro – presso il campetto parrocchiale. Dopo la benedizione, verrà celebrata la liturgia eucaristica all’aperto; al termine, un’opportuna e doverosa processione riporterà la statua all’interno della parrocchia. Successivamente, momenti di festa e svago (con agape fraterna) nella piazza dedicata all’evangelista Marco. Qui il restauratore illustrerà – mediante apposite slide – le fasi dei lavori, realizzati col contributo dei devoti. Il prossimo 29 agosto, inoltre, è previsto un pellegrinaggio alla volta di Roma: in tal sacro luogo la bella icona sarà benedetta dall’attuale pontefice – papa Francesco. In udienza – forse – nella sala “Nervi”. Sono già aperte le iscrizioni per questo evento storico delle collettività di Curteri e S. Severino. S. Rocco era (proprio) un pellegrino, con la cappa santa di S. Giacomo. Il nome deriverebbe dal germanico “Hrok” (uccello sacro, corvo) oppure da “Rog” o “Rotch”. Di nobili natali, ebbe una vita intensa e travagliata – sempre mosso, però, dalla carità cristiana. La ricorrenza cade il 16 agosto, giorno della “Canicola” (caldo infernale o ricordo della costellazione del Cane). Si attesta la data della dipartita ai soli 32 anni. Pare che sia nato con una croce vermiglia sul petto; nell’iconologia ed iconografia tradizional-popolare è stato sempre rappresentato con la conchiglia (rimembrante il cammino di Santiago o S. Giacomo, o Jacopo; dunque il simbolo dei pellegrini jacopei. I romei, invece, si recavano al giubileo di Roma e i palmieri alla volta di Gerusalemme – sempre in viaggio giubilare). È raffigurato anche col cane, un animale che gli portava – secondo la leggenda – il pane dalla tavola di un ricco signore, Gottardo. Nonostante il dies natalis sia avvenuto ad agosto, a S. Severino il santo è omaggiato in settembre – per motivi “logistici”: nell’ottavo mese dell’anno, difatti, si tengono le celebrazioni in onore dell’altro patrono e protettore di questa città – ovvero S. Vincenzo Ferreri. Che con la Madonna del Rosario completa la… “triade” degli eletti che proteggono la collettività intera. S. Vincenzo Ferreri, del 5 aprile, è spagnolo (come lo è S. Vincenzo di Saragozza, il 22 gennaio – invocato dai vignaioli, dai residenti nella frazione omonima e dagli abitanti di St Vincent); ritratto con le ali e con la tromba (nonché con la fiamma dello Spirito Santo sul capo), è detto “angelo dell’Apocalisse” – per la potenza del suo eloquio. Visse durante la cattività avignonese e dei due papi, come S. Caterina da Siena – tra le poche donne “dottori della Chiesa”. Dapprima si schierò a favore dell’antipapa e poi comprese le ragioni del ministro petrino a Roma. È domenicano, come S. Tommaso d’Aquino. Entrambe le effigi (statue, simulacri) sono conservate nella chiesa di S. Giovanni al capoluogo. S. Rocco, invece, ha una propria statua anche a S. Maria delle Grazie – altrimenti definita: “Parrocchiella” – sempre al capoluogo. Insomma: un bel parterre di taumaturghi che difendono ciascuno dei Sanseverinesi con veemenza, indulgenza e pazienza…