Comitato pro ferrovia Sicignano-Lagonegro, interrogazioni

Gli uomini e le donne possono cambiare il corso della Storia ma non possono cambiare la Geografia. La linea ferroviaria Sicignano -Lagonegro ha inizio circa un chilometro a sud della stazione di Sicignano degli Alburni, quale diramazione della linea Battipaglia-Potenza-Metaponto-Taranto.  Dalla stazione di Sicignano, oggi, transita quotidianamente, un Treno ad Alta Velocità, un Frecciarossa 1000, sulla relazione, andata e ritorno, Taranto-Metaponto-Potenza-Salerno-Roma-Milano. Questa stazione dista 46 km da Salerno, terminale della linea ad Alta Velocità Torino-Milano-Salerno. Il Consiglio Direttivo del Parco Nazionale Cilento, Vallo di Diano e Alburni ha deliberato la richiesta della fermata a Sicignano del Treno ad Alta Velocità che già circola tra Taranto e Milano e ,contemporaneamente ha chiesto la riapertura del primo tratto Sicignano-Polla (25 km) con esercizio ” a spola”, come quello funzionante tra Fidenza e Salsomaggiore Terme (PR). Ciò significherebbe la circolazione, contemporanea di un solo treno sulla linea, che va avanti ed indietro (appunto fa la ‘spola’), senza fermate intermedie, in coincidenza con l’arrivo e partenza, a Sicignano, sia dei Treni ad Alta Velocità che dei Treni Regionali in circolazione tra Potenza e Salerno, terminal dell’Alta Velocità. Nessuna delle linee turistiche comprese nell’elenco della Legge approvata alla Camera dei Deputati ha una stazione capolinea da cui transitano Treni ad Alta Velocità, né tantomeno ubicata a meno di 50 km da una stazione TAV, come, invece, accade per la stazione di Sicignano. Su questa linea, una volta riaperta al traffico ferroviario, si potranno anche organizzare, periodicamente, dei treni turistici ma la sua riapertura ha uno scopo molto più importante, collegare il Vallo di Diano (Campania), il Lagonegrese, la Val d’Agri e la Valle del Melandro (Basilicata) all’Alta Velocità. Quante persone, turisti e no, preferiscono viaggiare su un autobus, costrette, durante la marcia, ad avere le cinture allacciate, a non potersi muovere dal posto, non potendo nemmeno usare la toilette, avendo l’alternativa di un TRENO, TAV e Regionale, in cui queste costrizioni non esistono, senza considerazione la maggiore sicurezza e velocità del viaggio ferroviarie e il diritto alla mobilità rispettato per tutti? E’ tempo di riflettere. Intanto si muove la situazione parlamentare: anche il Movimento Cinque Stelle si occupa della Sicignano – Lagonegro. Prima dell’interrogazione di Tino Iannuzzi, esponente del PD, è infatti arrivato il concreto interessamento dell’onorevole Mirella Liuzzi. La deputata lucana ha dato ascolto alle istanze del Comitato, anche grazie all’efficienza di una segreteria, a Montecitorio, molto attenta alla comunicazione. Non era la prima volta che il Comitato tentava di coinvolgere i pentastellati, ci fu un incontro con una eurodeputatata ma senza riscontro. La speranza che è quanto affermato dall’onorevole Liuzzi, che ha chiesto di ripristinare la Sicignano – Lagonegro visto che il servizio sostitutivo non è comparabile al treno e che il Governo deve valutare lo stanziamento di risorse per inserire la tratta ferrata anche nei progetti di recupero per fini turistici. L’interrogazione, datata 24 gennaio, è simile – oltre che a quella dello stesso Iannuzzi del 25 – ad un’altra, sempre firmata da Iannuzzi, dello scorso 14 giugno, che ancora attende risposta. La cosa più grave, al di là delle lungaggini burocratiche, è la Regione Campania che nonostante le parole di De Luca registrate in radio latita non esprimendosi sul tema. La poca attenzione degli amministratori locali, completamente estranei al problema, incide ancor di più sulla negligenza regionale, ed ecco che la Sicignano – Lagonegro si appresta a festeggiare trent’anni di sospensione. Basta chiacchiere, occorre concretezza.  Dopo le tante delibere e la confusione che si è venuta a creare con l’Alta Velocità, è arrivata il 25 gennaio 2017 un’altra interrogazione parlamentare sulla situazione della Sicignano – Lagonegro  firmata dal parlamentare salernitano Tino Iannuzzi. Un’interrogazione, la quale ricorda la non dismissione della stessa e gli studi di fattibilità (con cifre dubbie), ribadendo la necessità – nell’ottica dello sviluppo delle aree interne – di un ripristino di un vettore come quello della ferrovia Valdianese. Apprezzando il costante interessamento dell’onorevole Iannuzzi, da sempre vicino alla storia, la speranza è che questa interrogazione abbia un seguito concreto, e non riceva risposte di circostanza come già accaduto; l’auspicio, soprattutto, è che gli organi preposti alla riattivazione della linea, cominciando dalle Regioni Campania e Basilicata, si adoperino fattivamente e lasciando a casa le chiacchiere per ridare un sacrosanto servizio che rientra nei diritti di cittadini non di Serie B.

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