Eboli: ICATT, in scena“Diversamente Italiani: Briganti, Emigranti, Terroni”

“Diversamente Italiani: Briganti, Emigranti, Terroni” è il titolo che sintetizza icasticamente la storia che i detenuti della compagnia “Le canne Pensanti” della Casa di Reclusione di Eboli mettono in scena, il 27 marzo, in occasione della giornata mondiale del teatro, iniziativa  voluta dall’ UNESCO per “incoraggiare gli scambi internazionali nel campo della conoscenza e della pratica delle Arti della Scena, stimolare la creazione ed allargare la cooperazione tra le persone di teatro, sensibilizzare l’opinione pubblica alla presa in considerazione della creazione artistica nel campo dello sviluppo, approfondire la comprensione reciproca per partecipare al rafforzamento della pace e dell’amicizia tra i popoli, associarsi alla difesa degli ideali e degli scopi definiti dall’U.N.E.S.C.O.”Uno spettacolo complesso che all’intento di portare avanti il messaggio che si intende veicolare con questa iniziativa di respiro internazionale unisce tutta l’energia e la forza di un anelito di riscatto che non può e non deve essere trascurato. L’impegno profuso dai 22 attori ( alcuni di loro alla primissima esperienza teatrale) ha richiesto un lungo lavoro  preparatorio di base con imprescindibili  ricerche e studi storici propedeutici alla fase successiva: elaborazione del testo, sceneggiatura, scelta della colonna sonora, preparazione delle scenografie,e dei costumi e di molti degli oggetti di scena. Il coinvolgimento è stato totale ed il risultato eccellente. I ragazzi hanno dato il massimo scoprendo, nel contempo, quelle capacità artistiche che   non sapevano di avere  ed una storia del tutto sconosciuta perché mai scritta sui libri di testo. Ancora una volta il TEATRO è stato in grado di assolvere alla sua funzione catartica, molte delle vecchie maschere e dei vecchi schemi sono caduti, lasciando spazio ai veri volti.   I giochi di luce che enfatizzano le scene, anche forti di battaglie ed esecuzioni sommarie (si ricorda anche il sacrificio di Angelina Romano che fu uccisa a soli 9 anni in una delle stragi dell’esercito piemontese), rivelano volti ed espressioni  che attraverso la finzione scenica lasciano aperti, come per Amleto, molti interrogativi:  Briganti o emigranti, delinquenti o  attori? Una la risposta: semplicemente persone che attraverso questa esperienza si riscoprono tali.L’ ennesima domanda che trova risposta nel nuovo spettacolo, svela un’ ulteriore verità quanto sia grande l’impegno dei vari operatori, che con la direzione della Dott.ssa Rita Romano da veri demiurghi, riescono a rendere possibile tutto questo quotidianamente.