Salerno: Filt-Cgil “Sblocca porti – tutelare lavoro ”

Lo scorso 5 Novembre si è svolto a Roma, presso la sede della Filt-Cgil Nazionale,  l’attivo dei responsabili del settore portuale, a cui ho avuto il privilegio di partecipare, per discutere della ormai prossima emanazione del “ Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica ”. Adeguamento della vigente Legge n. 84 del 30 Gennaio 1994, sviluppo delle infrastrutture e della logistica, raffigurano obiettivi assolutamente fondamentali rispetto alla necessità di rendere sempre più competitivo il sistema produttivo del nostro paese. In questa fase di programmazione e rinnovamento in cui sarebbe intenzione della nostra organizzazione sostenere una riforma del settore portuale che favorisca crescita e sviluppo occupazionale, ci appare singolare come il Governo stia escludendo dal confronto la rappresentanza sindacale dei lavoratori. Intanto, con la conversione in Legge n. 164 del 11 Novembre 2014, del DL 13 Settembre 2014 n. 133, è iniziato il “ count down ” dei 90 gg entro i quali deve essere emanato il DPCM che definisce il “ Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica ”, mentre anche l’istituzione del “ Comitato scientifico Porti e Logistica ”  conferma l’estromissione delle OO.SS. dal confronto, a conferma del fatto che il governo non intende avvalersi della nostra opinione neppure in fase consultiva e propositiva. Cosa impedisce al Governo di confrontarsi con i lavoratori? Non vorremmo che la tenuta dell’insieme di norme che regolano l’operatività dei porti e i rapporti contrattuali tra imprese e lavoratori rappresentino per il Governo una parte secondaria del necessario processo di riforma del settore. Mentre il Governo va in tutt’altra direzione, sono proprio il ccnl di categoria, la legislazione vigente e la logica del dialogo tra autorità portuali, imprese e lavoratori, il segreto delle incoraggianti performance dei porti nazionali che tanto contribuiscono alla produttività del sistema Paese. Esigenze della forza lavoro e caratteristiche dei territori sono aspetti di cui tenere conto se si vuole realizzare una riforma concreta della portualità che sortisca effetti positivi sulla qualità e conseguente competitività del sistema logistico-portuale nazionale. Non possiamo consentire che la frammentazione della legislazione, la precarietà e deregolamentazione dei rapporti di lavoro, che evidenti danni hanno prodotto nel settore della logistica e del trasporto delle merci, si diffondano nel mondo della portualità attraverso lo smembramento della legislazione che ha conferito stabilità al settore in questi ultimi 20 anni. Perseguiamo invece l’obiettivo inverso: esportare il principio di una regolamentazione di sistema in tutta la filiera del realizzando sistema logistico-portuale integrato. Non possiamo consentire, inoltre, che il disegno di accorpare alcune Autorità Portuali istituite con la Legge 84/94 abbia centralità rispetto a quei fattori che rappresentano un vero e proprio valore aggiunto a sostegno dello sviluppo dei porti. Tra questi la velocizzazione delle procedure per la realizzazione degli adeguamenti infrastutturali e per lo sdoganamento delle merci e l’effettiva realizzazione di un regime di autonomia finanziaria delle autorità portuali. Realizzate queste premesse potrebbe prendere corpo l’idea di un rafforzamento delle competenze delle stesse Autority proiettate verso la governance di un sistema logistico-portuale territoriale che comprende retroporti e interporti e, solo allora, potrebbe concretizzarsi, nel rispetto delle singole autonomie ed identità, un sistema integrato e coordinato a livello regionale e nazionale. In questo modo risulterebbe anche valorizzato il dinamismo di quelle realtà come Salerno che fanno dell’efficienza il loro punto di forza. Infatti, la capacità dell’Autorità Portuale di intercettare i finanziamenti europei e realizzare opere per adeguare lo scalo salernitano alle esigenze delle grandi compagnie di navigazione e potenziare la rete infrastrutturale tra l’autostrada e il porto, rappresenta un vero e proprio valore aggiunto per l’economia del nostro territorio e contribuirà a concretizzare gli sforzi profusi dalle imprese e dai lavoratori in questi anni di crisi. Come Filt-Cgil continueremo a promuovere ogni iniziativa volta ad illustrare le nostre posizioni sul tema della riforma portuale.