Bergoglio: “A me importa…la pace!”

di Rita Occidente Lupo

Il viaggio del Papa in Friuli, nell’anniversario della strage del primo conflitto mondiale, con la visita a Redipuglia, tra migliaia di salme stroncate dal conflitto. Il suo monito alla cultura della pace, contro apparati fratricidi, emulanti Caino. Partendo dall’ingresso “A me che importa”, l’omelia  a tema per far sì che la terza guerra mondiale in atto, a macchia d’olio, cessi in nome della pace. Forte, deciso il timbro vocale, nel riandare a quanto la storia contemporanea rivive tra genocidi e smanie di potere. Il nuovo volto della belligeranza, aggrappata al nucleare,  in nome a volte anche dell’integralismo religioso, per sopprimere vite, da far cessare in nome della benevolenza, costruendo feritoie di solidarietà.  Bergoglio ha senza mezzi termini esplicitato che l’industria delle armi, con i suoi giochi geopolitici, registra fautori di violenza proprio tra quanti dovrebbero sedersi al consesso della progressione pacifica dell’umanità. L’invito a lasciarsi coinvolgere dal bene, a farsi contagiare dal progetto salvifico di Dio, Creatore dell’uomo per per la vita, contro il disinteresse e l’egoismo, la violenza e la cultura di morte. Da Redipuglia, dopo aver ricevuto perfino  il foglio matricolare del nonno, combattente in tale conflitto, l’apostolo della pace a continuare il Suo mandato pastorale, tra altre scottanti tematiche che l’attendono.