Napoli: novità in nefrologia, scoperto farmaco insufficienza renale cronica
Per molti anni l’attività fisica e’ stata sconsigliata ai nefropatici a causa della facile affaticabilità e per la scarsa aderenza al trattamento dialitico di questi soggetti. Negli ultimi anni sono apparsi in letteratura numerosi studi che hanno dimostrato come nei pazienti sottoposti a dialisi l’esercizio fisico, eseguito sotto controllo medico, sia molto importante, ancor più che nel resto della popolazione. L’esercizio fisico infatti, oltre ad agire positivamente sul benessere psicofisico del paziente (aumenta l’autostima, riduce ansia e depressione, aumenta il senso di benessere e di indipendenza), ha effetti positivi anche su diversi aspetti patologici che frequentemente sono presenti nei soggetti dializzati. Le Linee Guida raccomandano l’esercizio fisico nei pazienti dializzati e dimostrano come possa contribuire positivamente alla qualita’ della vita di tali pazienti. E’ importante far capire al paziente gli effetti positivi dell’esercizio sui vari organi e/o apparati; l’attività fisica, infatti, agisce con effetti benefici su diversi aspetti patologici, che frequentemente sono presenti nel paziente dializzato:
– riduce la produzione epatica di trigliceridi;
– riduce i valori di glicemia a digiuno (migliora il consumo di glucosio);
– induce un incremento significativo dell’ematocrito, dell’emoglobina e dei
globuli rossi (l’anemia è una delle complicanze maggiori dell’uremia che determina un fattore limitante per la capacità fisica e lavorativa)
– migliora la funzionalità cardiovascolare;
– migliora la miopatia uremica (astenia e debolezza sono sintomi
frequentemente riscontrabili nei pazienti uremici);
– se effettuato in modo moderato può rendere le tossine uremiche
più disponibili alla rimozione (migliorando l’efficienza dialitica);
– ha un’influenza positiva sulle alterazioni endocrine (es: minor incremento
delle catecolamine in seguito ad uno sforzo, normalizzandone i valori);
– aumenta la densità di massa ossea prevenendo l’osteoporosi e le fratture
patologiche;
– elimina liquidi attraverso il sudore aiutando a contenere l’aumento di peso
fra le sedute di dialisi;
– è un modo per socializzare e mantenere alto il tono dell’umore.
Ormai è certo: l’ esercizio fisico migliora morbidità e mortalità nella popolazione dei nefropatici, di per sè caratterizzata da alti tassi di mortalitàper eventi cardiovascolari. Attenzione però, perchè la dose di questa compressa deve essere adattata a ciascun soggetto in base alle sue condizioni fisiche, psichiche e cliniche.