Salerno: Petrosino “Centrale del latte, nostro patrimonio”

La centrale del Latte di Salerno, nasce con il nome di “ centro latte ” nell’anno 1928. Dopo la Guerra nell’anno 1945 diventa Azienda Municipalizzata Centrale del latte con sede a  Torrione. Nell’anno 1975 viene trasferita a Fuorni e nel 1993 diviene azienda speciale del Comune di Salerno. Risale al 1994 la nascita dello slogan “ Il nostro Latte  ” che rappresenta un po’ il nodo della situazione . Con nostro latte noi intendiamo un latte di provenienza strettamente Provinciale, un numero di circa 400-500 piccoli e medi allevatori conferiscono a tre centri di raccolta il proprio latte. Da questi centri di raccolta il latte con opportuni mezzi viene conferito alla  Centrale del latte di Salerno. Siamo alla presenza di una mirabile e perfetta “ microeconomia” , dove piccoli e medi allevatori della nostra Provincia conferiscono il latte  in centri di raccolta. Questi allevamenti chiaramente sotto stretto controllo veterinario , sono tracciati in ogni singolo conferimento. Pertanto ogni autobotte con il latte conferisce prodotto “ tracciato” proveniente da quel numero di allevamenti.  Il latte per essere di alta qualità deve sottostare ad alcune caratteristiche di composizione , quantità di grassi e proteine. Questa però non è la caratteristica più importante. Importante è la preservazione di questa “ filiera corta ” che da sola è già un marchio di grossa sicurezza e affidabilità.  Il latte acquistato dagli allevatori a cifre dell’ordine  di 0,40-0,50 euro litro , una cifra superiore alla media , consente il mantenimento di questa filiera corta Provinciale e consente appunto uno strettissimo controllo della qualità chimico-fisica e delle proprietà organiche. Difficilmente tale prezzo di partenza potrebbe essere mantenuto da  logiche di mercato di tipo Privato. La centrale del latte di Salerno, pur essendo in attivo e pur non avendo fine di lucro , opera sul proprio prodotto controlli che sembrano nettamente superiori a quanto stabilito dalla legge.

 Le cisterne che portano il latte in centrale sono sottoposte ogni giorno a controlli con “ kit rapidi ” con i quali vengono testate la presenza di antibiotici, batteri e cellule somatiche. Cosa significa tutto questo? Significa che se dovesse verificarsi in una autobotte un controllo negativo , il latte può essere non introdotto nella miscela , o se le caratteristiche comunque lo consentono, c’è la possibilità di avvertire i produttori, di fare controllare se qualche animale è affetto da infiammazione alle mammelle o altro. Inoltre chiaramente si individuerebbe facilmente l’allevamento /allevatore sospetto. Qui viene il nodo “ della filiera corta ”. In un sistema semplice  di rete sociale di piccoli medi allevatori i controlli sono possibili e quasi immediati , inoltre nel nostro latte non c’è presenza di Diossine, sostanze che possono essere presenti in latti provenienti da altre zone d’Italia o d’ Europa. In un sistema così semplice di piccoli produttori , la quantità di latte non è tale da creare grosse diluizioni con altri latti. Un approvvigionamento da grossi allevamenti internazionali o Nazionali porta alla miscela di più latti con diluizione e “ mascheramento di imperfezioni ”.Inoltre in un sistema così esteso non è possibile e immediato il tracciamento del latte e dell’allevamento che “ sta usando sostanze varie o con altri problemi ”. Al di là delle considerazioni tecniche e delle varie trasformazione del latte , non credo che “ Privati” ove siano confermati i dati raccolti ,possano mantenere lo stesso standard di qualità e lo stesso controllo. Inoltre sembra palese che in un sistema a scopo di lucro , non potrebbe essere mantenuto lo stesso costo delle materie prime provinciali  e né mantenuti  i controlli ripetuti giornalieri su ogni singolo mezzo di trasporto. Tali controlli  insieme alla certezza della provenienza del latte ,a mio giudizio,  attestano la qualità superiore del nostro latte.

Dott. Vincenzo Petrosino ( Medico chirurgo-Oncologo Chirurgo)