Eboli: Cariello su Legambiente per litorale

Leggendo le critiche del circolo locale di Legambiente sul grande progetto “Interventi di difesa e ripascimento del litorale del Golfo di Salerno, sorge il dubbio che i soci di tale circolo non siano al corrente di quanto riportato nel Il dossier “Mare monstrum 2011” curato di Legambiente nazionale e pubblicato il 21 giugno 2012. In particolare di quanto riportato nel capitolo sull’erosione costiera, scritto da Enzo Pranzini del Dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Firenze. Nel dossier si critica la realizzazione delle scogliere aderenti, delle scogliere parallele in mare emerse ed anche pennelli emersi. Nel dossier si evidenzia che negli anni ’90, condividendo questa impostazione, vi è stato un ripensamento generale su questi interventi, favorito anche dal trasferimento delle competenze dal Ministero dei lavori Pubblici alle Regioni. Si è iniziato a fare strutture sommerse, sia parallele che ortogonali a costa e a fare sempre più ricorso ai ripascimenti artificiali. Viene evidenziato anche che le vecchie ‘archeostrutture’ vengono oggi rimodellate, con un loro abbassamento sotto al livello del mare che non sembra compromettere la loro efficienza, anzi  vengono evidenziati casi in cui le scogliere parallele emerse sono state ribassate senza che l’arenile mostrasse segni di sofferenza, ma a tutto vantaggio della qualità delle acque costiere e del paesaggio. Il dossier, quindi, non pone problematiche alla realizzazione di interventi simili a quelli del nostro progetto e fuga ogni dubbio in merito alle preoccupazioni di tipo ambientale poste dal circolo locale di Legambiente. Il nostro progetto prevede interventi di difesa di tipo diretto e “attivo”, aventi l’obiettivo di controllare l’evoluzione morfologica dei litorali, in grado di alterare l’idrodinamica costiera e/o il relativo trasporto solido longitudinale, ovvero: barriere parallele o distaccate tracimabili e pennelli semi-sommersi formati da rocce calcaree, oltre ad interventi di ripascimento accoppiati a difese di tipo passivo interventi di ricostituizione e protezione naturale (con piantumazione di specie vegetali autoctone) delle dune generando sistemi di difesa di tipo misto. Tipo di intervento condiviso dalla Regione Campania in sede di scoping, ovvero di valutazione ambientale preliminare Da dove risulta l’utilizzo di cemento paventato dal geologo di Legambiente? Non si capisce, visto che l’utilizzo di cemento non è previsto nel modo più assoluto. Inoltre, lo stesso dossier,pone l’accento sul fatto le sperimentazioni condotte su nuove tecniche di difesa dei litorali provate in Italia, così come in molti altri paesi, come il drenaggio della battigia per favorire l’infiltrazione dell’acqua e ridurre il flusso di ritorno al mare delle onde proposto dal suddetto geologo, non hanno mai portato a risultati certi sulla loro efficacia. Nello stesso dossier non c’è nessuna obiezione alla difesa di tratti di litorale che presentano un valore socio-economico. Si prende atto il circolo locale di Legambiente ritiene il nostro litorale non difendibile e che ritiene opportuno lasciare che l’erosione proceda liberamente, lasciando la costa libera di arretrare. Infatti, al contrario, nel dossier si ritiene necessario iniziare a pianificare la delocalizzazione delle strutture di minor valore e poter così concentrare gli sforzi di difesa di quei tratti costieri di maggior valore ambientale, culturale ed economico. Si ritiene che la nostra costa non sia degna di questa attenzione?Noi la pensiamo in modo diametralmente opposta. Infatti l’ipotesi progettuale trae origine dalla necessità di individuare interventi di risanamento, riassetto, difesa, riqualificazione, e valorizzazione della fascia litoranea a sud di Salerno. L’obiettivo principe è la valorizzazione della vocazione prettamente turistica e ricettiva dell’arco costiero del Golfo di Salerno, difendendo da un lato la spiaggia dal continuo e costante arretramento, dall’altro preservando gli abitati, le strutture e infrastrutture dalle intense mareggiate invernali. Da quanto si evince dagli studi realizzati, negli ultimi sessanta anni del secolo scorso indicano una perdita di oltre un milione di metri quadri di spiaggia con punte di circa 215 metri di arretramento in corrispondenza della foce del Sele. Dallo studio del trend evolutivo del fenomeno, le stime parlano di una perdita di ulteriori 715.000 mq nei prossimi trenta anni se non si provvederà ad attuare interventi di mitigazioni all’uopo predisposti. Il Grande Progetto non solo fermerà il processo erosivo, ma prevede interventi di ripascimento favorendo l’accumulo di nuova sabbia trasportata dalle correnti. Allo stesso tempo sarà garantita una maggiore protezione alle attività antropiche ed ai centri abitati posti a ridosso della costa ed una migliore salvaguardia degli habitat e della biodiversità dell’area, incentivandone anche una fruizione naturalistica. In questo modo, si renderà anche la spiaggia più sicura per investimenti produttivi (turismo balneare) nelle aree costiere, che divengono attrattive per investimenti stabili e duraturi nel tempo. In qualche modo, questo progetto costituisce la condizione necessaria (anche se non sufficiente) del rilancio produttivo – in chiave turistica – di un’area di grandi potenzialità. Lo sviluppo delle attività connesse al turismo balneare favorisce indubbiamente un nuovo posizionamento nello scenario competitivo delle destinazioni turistiche del comprensorio del Sele. In particolare, il Grande Progetto vuole innescare un processo di sviluppo fondato sulla sostenibilità, ovvero fondare il processo di crescita locale proprio sulla salvaguardia e l’integrità delle risorse ambientali e naturali. Si tratta, in altre parole, di un processo che va al di là della mera protezione territoriale, indirizzandosi piuttosto in direzione della valorizzazione del territorio, resa possibile dagli aspetti sopra menzionati, ossia minor rischio e maggior tutela ambientale. Comunque come già annunciato nell’incontro di martedì al comune di Eboli la Provincia è disposta a qualsiasi confronto tecnico purchè l’obiettivo resti quello di sostenere il progetto, che permetterebbe insieme a quello dei collettori fognari della regione Campania, di rilanciare realmente il turismo sulla nostra costa.

Massimo Cariello Consigliere Provinciale del Nuovo PSI