Nola: “Il colore dell’Inferno”

Presentazione del Libro “il Colore dell’Inferno” ed. Guida in 4^ ristampa di Antonio del Monaco a Nola il  4 marzo ore 18.00 Salone dei Medaglioni della Curia Vescovile via San Felice. Il Colonnello Del Monaco, da diversi anni, insieme all’amico Don Luigi Merola visitano scuole, parrocchie e  piazze nell’intento di “seminare” la cultura dei valori e della legalità. Questo anche attraverso il suo libro “il colore dell’inferno”, donato integralmente alla fondazione di don Luigi, l’autore ha voluto dare un taglio educativo e rieducativo per stimolare i giovani a guardare con speranza il futuro, senza trascurare le agenzie educative primarie (famiglia e scuola) con l’intento di costituire una rete sinergica quale cemento dell’educatività che diventa l’antidoto a questa società della reificazione che ha concentrato il suo valore sul possesso. Lo scrittore ha avuto modo di assorbire il dolore di tanti familiari di vittime innocenti della criminalità organizzata. Ha elaborato in lui le tragedie avvenute in dette famiglie e nel suo lavoro ha voluto dare voce a chi non ha più voce, infatti ha riportato in vita alcune vittime innocenti e il suo dialogare è incentrato su un messaggio di cambiamento e di speranza per allontanarci dalla patologia che attanaglia la nostra società che vede nell’omertà ma soprattutto nell’indifferenza i pilastri fondanti che ne hanno determinato la sua assenza di consistenza valoriale facendo ,forse, percepire solo un informe ed aerea inesistenza. Il Colonnello finchè avrà respiro continuerà a gridare: “io non ho paura di essere nel giusto”. Nel libro ha portato in vita uno spaccato della società: vittime che non avevano alcun contatto con la camorra come Annalisa Durante, Simonetta Lamberti, Silvia Ruotolo, il rumeno Pedru e vittime che per lavoro o per missione avevano avuto contatti con la criminalità come il giornalista Siani, il Parroco Don Peppe Diana e il giovane carabiniere Salvatore Nuvoletta. Il lavoro scivola in tre parti: il dialogo con le vittime innocenti, la discesa nell’inferno (come discesa nei propri fondali, visto che siamo più abili ad attingere negli inferni altrui) e l’incontro negli inferi con quattro personaggi tipici della criminalità organizzata (un boss, un killer, un faccendiere e riciclatore di danaro sporco ed un politico corrotto). L’inizio e la parte finale del libro è il costrutto su cui si alimenta il progetto i sorgente educativa. L’ufficiale definisce la criminalità organizzata come patologia e ne determina la denominazione di Sclerocardia Emozionale Associativa (indurimento del cuore alle emozioni positive); ecco il perchè del ruolo anche rieducativo del mio lavoro. Il giorno 22 ottobre nel Carcere di Poggioreale, nel corso di analoga presentazione, ha consegnato 20 copie del libro a cinque direttori di case circondariali con il compito di portarle in dono a 20 boss rinchiusi in diverse carceri. ll suo auspicio è che detti personaggi possano leggere e riflettere, sperando che possa diventare una medicina per la cronicizzata patologia.“Vi chiedo di aiutarmi in questo mio progetto di semina della cultura dei valori attraverso i media – asserisce Del Monaco – poichè solo con una rete sinergica si può vincere contro le pistole della criminalità, infatti spesso dice ai giovani di credere nella cultura e nello studio perchè noi tutti possiamo sconfiggere la devianza soprattutto con le nostre penne e non con le armi”.