Montella: peregrinatio corpo San Bernardino da Siena

La Peregrinatio del corpo di S. Bernardino da Siena( 1380-1444), in occasione del primo centenario della costituzione della Provincia irpina – sannita «Santa Maria delle Grazie» dei frati Minori, non poteva non coinvolgere la comunità ecclesiale di Montella. Qui, in particolare presso il convento di San Francesco a Folloni, il culto per San Bernardino è vivo ed ininterrotto da secoli. Fin dalla data di canonizzazione del Santo. La ragione ? La presenza nella comunità ecclesiale e civile di Montella dell’Arciconfraternita di San Bernardino. Le spoglie del Santo, definito uomo di pace, predicatore del Vangelo, teologo, apostolo di Maria, arriveranno a largo Piediserra venerdì 27 aprile, alle ore 17, da Lacedonia. Alle ore 18 è prevista la concelebrazione Eucaristica ; quindi la processione aux flambeau da S. Maria del Piano al Santuario di San Francesco a Folloni; infine la veglia di preghiera animata dai giovani. Il Santuario rimarrà aperto per tutta la notte; il giorno successivo sono previste visite degli alunni delle scuole elementari e medie, la santa Messa, un momento di preghiera animato dai religiosi dell’Arcidiocesi e infine nel pomeriggio la partenza della reliquia per Mirabella Eclano. L’Arciconfraternita si San Bernardino da Siena a Montella è figlia dell’azione evangelizzatrice dei Frati Francescani, operanti nel territorio dell’Alta Valle del Calore sin dalla metà del XIII secolo. “Le prime notizie relative alla sua istituzione – spiega frate Agnello Stoia – risalgono a pochi giorni dopo la canonizzazione di San Bernardino avvenuta nel 1450. Infatti nel 1482 i confrati erigono un altare al loro Santo patrono presso l’antica chiesa del convento di Folloni. Importanti testimonianze del culto a San Bernardino sono da leggere nella «croce aragonese»(1457), esposta nel locale museo e nel portale ligneo di accesso all’antica chiesa, che si conserva nel chiostro del complesso conventuale”. La confraternita accoglieva sin dai primi anni un numero cospicuo di confrati, provenienti da tutti i centri abitati gravitanti attorno al convento di San Francesco a Folloni; il numero è destinato in pochi anni ad aumentare, tanto che alla metà del Cinquecento si registrava un migliaio di persone, tra cui anche molte donne. Questo primo sodalizio fa da precursore all’affermarsi crescente di questa esperienza ecclesiale di laici consociati e nel corso dei tre secoli successivi a Montella si erigono altre undici confraternite, con titolazioni differenti, distribuite tra varie chiese e oratori della cittadina, tuttora attive ed operanti grazie alla partecipazione delle nuove generazioni. “Sempre accompagnata dalla guida spirituale dei frati, l’Arciconfraternita agli inizi del Seicento- prosegue frate Stoia – trasferì la sua sede presso la Chiesa Collegiata di Montella alla cui realizzazione aveva partecipato attivamente con cospicui contributi. I confrati erano ben consapevoli che la costruzione di Santa Maria del Piano ai Favali rispondeva ad un progetto di largo respiro ecclesiale e civile. Si poneva nella nuova fabbrica un fondamento di unità al fine di raccogliere una comunità frammentata in una ventina di villaggi sparsi, denominati casali. Questo lungimirante progetto era nato più di un secolo prima dal pensiero e della ferma volontà del Vescovo di Nusco fra Giovanni Pascale Campanile( morto nel 1491), montellese e frate del convento di Folloni”.