Cava de’ Tirreni: Città unita, W la Gioventù che è futuro

Il presente è fatto del passato –(e chi non ha passato non avrà mai futuro)- e delle nostre sante illusioni sul futuro. Il presente lo vivo controvoglia il futuro mi sgomenta e del passato sono prigioniero. Ci penso continuamente e non riesco a volgere la mente né all’oggi, né al domani. Mia moglie e le mie figlie dicono che ho torto, ma i miei ricordi più belli mi dicono invece che ho ragione.  Sarà anche vero che i trenta e quarant’anni possono farci ancora sognare ma solo i venti, però, hanno le ali. Allora non mi conoscevo ma mi guardavo avanti, guardavo lontano e in alto. Non sapevo cosa volevo ma sapevo che volevo tutto. Mi sentivo padrone del mondo, ducetto imperituro –(anche se non lo ero)-, come in effetti non lo è nessuno, ma non percepivo come invece percepisco ora che avanzo negli anni, l’assurdità di quella chimera. Mi piaceva fare l’attore, come Marlon Brando, Alain Delon, il cantante confidenziale come il mio idolo Sinatra e tant’altre cose. Leggevo di tutto e mi riconoscevo in tutti i protagonisti e gli eroi delle mie letture. M’innamorai di Hemingway, di Fitzgerald, di Steinbeck, di Saroyan, di Don Passos le grandi firme degli anni, venti, trenta, quaranta. Finchè non esaurivo i miei risparmi, andavo al cinema, che adoravo. I miei miti oltre a quelli già citati erano: Gary Cooper, John Wayne e Gregory Peck. Non perdevo un loro film e ritagliavo gli articoli che parlavano di loro e le interviste.nAvevo molti amici, conoscenti, ma non avevo un vero amico. Amavo la solitudine (lupo solitario), e le donne che, per mia buona fortuna e sorte mi hanno quasi sempre corrisposto. Per cui le soddisfazioni furono più delle delusioni, e sentivo che con il tempo le cose sarebbero cambiate ancora in meglio. Come effettivamente cambiarono quando scoprii e realizzai la mia vocazione: l’avvocatura. Conobbi il vate dell’epoca ma credo di tutte le epoche, il prof. avv. Alfredo De Marsico che mi spalancò insieme a Giacomo Mele e Giovanni Pagliara, altri due grandi avvocati, le porte dell’avvocatura. Pagliara mi disse: “vedrai ora che sei un appetibile giovane, carino, brillante avvocato quante donne Ti correranno dietro, e così fu’. Ma col passar degli anni tutto finirà”. Parole queste dette da lui che fu uno scapolone impenitente rintoccarono come un oracolo. Un oracolo che si avverò e che fece di me uno spericolato libertino e un partner infedele. Non ero ancora sposato ed emulo di uno dei miei tre maestri non pensavo affatto di deporre lo scettro di scapolo. Avevo già in passato conosciuto AnnaMaria, che a ragione non si è mai fidata di me attribuendomi anche adulteri immaginari che giuro non mi sarebbe dispiaciuto commettere. Feci, prima all’ombra dei miei maestri, poi nell’arengo della vita, ora assolato, ora procelloso, la mia apprezzabile carriera. Non mi mancarono i lutti e i guai ma neanche i piaceri e gli allori . La salute ora non è più tanto generosa con me, ma comunque non mi lamento nessun acciacco fin ad oggi mi ha fatto salire anzitempo, sul traghetto di Caronte . Ho combattuto molte, mille, battaglie.  Da alcune sono uscito vincitore, da altre sconfitto, ma non mi sono mai arreso, mai perso d’animo. Forse riscenderò in lizza se il fato me lo consentirà. Quel fato onnipotente e implacabile che non accettarlo non puoi. E’ questa la più matura forma di saggezza. Ora ho l’esperienza che non avevo a vent’anni o trent’anni ma non ho più l’entusiasmo che quell’età felice mi infondeva. So che certe cose non potrò più farle ma mi consola il pensiero di averle fatte . Ho amato e amo mia moglie anche perché ha lasciato il paradiso (Sud Africa), per me, ho parlato e continuo a parlare e a scrivere molto. Ho sognato il futuro e ora rivivo il passato . Lo rivivo trasfigurandolo, come capita con i ricordi, specialmente quelli lontani . Quando piove mi affaccio alla finestra e riascolto le canzoni che ascoltavo al tempo del Liceo e dell’Università. Canzoni come September in the rain, <<blue moon>> <<Smoke get in your eyes>>, canzoni intramontabili, e poi Battisti, Celentano e tanti altri ancora. Rivedo con piacere i vecchi film di Totò e cerco di recuperare le risate, le emozioni e le sensazioni di allora.  Niente mi rattrista del passato, se non la perdita dei miei genitori. Rimpiango la gioia che provavo quando mancava molto. I tempi sono cambiati anche se stanno peggiorando. Riviviamo il Basso Impero. La storia, maestra di vita, si ripete. La fiducia nel domani non è mai mancata, la speranza di pace e la gioia di una coscia di pollo, un buon arrosto e la cioccolata . Mi sentivo pieno di forze e di risorse,  non mi perdevo mai d’animo, ero terribile, focoso e impulsivo, e quando ero di cattivo umore, aprivo il cassetto dei miei sogni. Li proiettavo nel futuro e non dubitavo che un giorno, anche i più arditi, si sarebbero avverati. Fantasticavo, fantasticavo e nessun castello in aria mi sembrava proibito. La Provvidenza, una Provvidenza sia Laica che Cristiana  mi avrebbe accompagnato lungo i meandri della vita, le cui asperità non erano un deterrente psicologico ma un pungolo della volontà. Tutto è passato e non tornerà più. Ma i ricordi non si cancelleranno mai perché fanno parte della nostra esistenza che sempre più appartiene a un regno di cui nessuno vorrebbe varcare la soglia.