Conosciamo i Balega (Congo Rd): il cacciatore e il coccodrillo

Padre Oliviero Ferro

Il cacciatore Mbilizi, girando per la foresta in cerca di selvaggina, incontra un coccodrillo allo stremo delle forze. Preso da compassione, prende quel bestione, se lo pone sulle spalle e con estrema fatica, arrivano alla riva del fiume. Il coccodrillo dice a Mbilizi:”Sei stato magnifico e non so come ringraziarti, ma ti scongiuro, portami fin dentro nell’acqua, così sono sicuro di riprendere la mia vita normale”. Quando furono in mezzo al fiume, il coccodrillo, col più largo sorriso, si rivolge di nuovo al suo salvatore:”Non mi sembra vero, dopo tanto digiuno, d’avere un sì bel pasto a buon mercato”. L’uomo reagisce, puntando tutto sull’ingratitudine del coccodrillo, a non c’è nulla da fare. Buon per lui che sopraggiunge Kobe, la tartaruga, che incuriosita, domanda:”Che cosa succede qui? Mi sembra che ci sia qualcosa per aria”. Mbilizi gli racconta tutto quanto è avvenuto. Kobe aggiunge:”Ma usciamo dall’acqua e potremo parlare più a nostro agio. La cosa che mi incuriosisce è sapere come hai fatto tu, uomo così piccolo, a portare un grosso bestione del genere”. “Me lo sono coricati così sulle spalle e l’ho portato fin qui”. “Scusa, eh, ma vorrei conoscere il lungo tragitto che avete fatto”. Piano piano rifecero tutto il percorso all’indietro. Quando giunsero al luogo di partenza, Kobe disse rivolto al coccodrillo:”E adesso tu, malvagio, insensato e ingrato, rimani qui e crepa. E’ quanto ti meriti”: Mbilizi e  Kobe ritornarono al villaggio. Il cacciatore trova la moglie, mentre sta partorendo con gravi difficoltà. Il guaritore locale e indovino dice al marito:”Devo sacrificare una tartaruga per salvare tua moglie e il bambino”. “Ho una bella fortuna” risponde Mbilizi “Eccola qui a portata di mano”. Kobe sta al gioco e dice a Mbilizi:”Ho sempre sognato di volare nella mia vita. Ora, ti prego, prima di morire, gettami il più in alto possibile e avrò così la sensazione di volare”. L’uomo prende la tartaruga e con tutte le forze la getta veramente lassù in alto. Di ritorno al suolo, Kobe mira alla testa dell’uomo che cade senza vita. Andandosene per la sua strada, la tartaruga sentenzia:”La riconoscenza non è proprio di casa in questo mondo…”.