Tutta colpa della TV

Laura Iuorio

Se oggi prestassimo ascolto a certi conformismi potremmo dire che la televisione esercita  quasi un potere ipnotico sulle famiglie, soprattutto sui giovani. Invece, quando la tv non esisteva e il libro era uno dei pochi passatempi cui dedicarsi, la gente leggeva molto meno di adesso. Quante volte abbiamo sentito ripetere la frase :’ A miei tempi si leggeva di più’!E’ un’ affermazione del tutto  priva di fondamento, perché i dati attuali ci dicono che i figli leggono più dei genitori. Il vero nemico, non solo per la lettura ma per la cultura e la crescita della personalità, è da individuare nella povertà della ‘dieta mediatica’, e quindi nel ridotto numero di mezzi di comunicazione di cui molte persone si avvalgono. E’ solo in questo senso che la televisione può costituire un problema, dal momento che spesso ci si affida solo alla programmazione televisiva per coprire i propri bisogni d’informazione e d’intrattenimento.  Tuttavia non possiamo non tenere a mente che per tante persone, specie per gli anziani, l’apparecchio televisivo è la sola finestra attraverso la quale possono guardare il mondo esterno e che soprattutto fa  loro compagnia. La retorica antitelevisiva tende dunque a dare colpe alla tv che non sono sue. Un’annosa questione è quella della scarsa attenzione che le trasmissione televisive dedicano ai libri, facendolo spesso in modo poco coinvolgente e senza arrivare al grande pubblico, anche per gli orari di programmazione notturna che registrano scarsi ascolti. Oggi alcune iniziative stanno cominciando a prendere corpo dall’incontro tra Internet e televisione, per esempio attraverso i booktrailer, un po’ ministorie e un po’minispot, con cui si presenta un volume a costi contenuti che la rete rende possibili. Alla televisione vanno certamente riconosciuti i suoi meriti, in quanto ha avuto un ruolo importante nello sviluppo culturale del nostro Paese, ha dato un contributo importante all’ alfabetizzazione di massa, ha permesso l ‘acquisizione di competenze linguistiche, la diffusione di una lingua comune. Sicuramente è stato così negli anni Cinquanta e Sessanta, durante la prima ascesa della tv in Italia, quando gran parte degli italiani erano privi di un titolo di studio, anche se in seguito questa spinta propulsiva si è attenuata e poi arrestata, a causa della guerra dell’audience provocata dalla concorrenza delle emittenti commerciali. Al di là di ogni polemica o accondiscendenza verso la televisione, sta a noi fruire di questo mezzo nel migliore dei modi, carpendo i valori positivi che essa trasmette.