Flop della fine del mondo!

di Rita Occidente Lupo

In tanti in America hanno atteso la fine del mondo il 21 maggio, credendo alle parole del predicatore californiano Harold Egbert Camping, 89 anni, fondatore, presidente e conduttore del network radiofonico multimilionario Family Radio. Infatti, a distanza esatta di  settemila anni dal diluvio universale, sarebbe dovuto cessare il mondo. Intanto, lauti contributi, son piovuti sull’emittente! Il panico, scortato da una bombardante campagna mediatica che, nei giorni scorsi, ha anticipato l’evento, tra preghiere e riunioni familiari! Grama sorte per il predicatore che, con calcoli alla mano, ha dovuto constatare, al tramonto del sole, che nulla dei suoi pronostici s’è verificato. E che la gente che gli ha creduto, se da un lato tira un sospiro di sollievo per altri giorni guadagnati all’esistenza, dall’altro lo vede come untore di infauste novelle. Dalla Nuova Zelanda, dove al sorgere del sole sarebbe venuta la fine, all’intera America: già nel 2004, l’ingegnere aveva azzardato altri calcoli e profetizzato altra fine: intanto, 104 milioni di dollari, copiose donazioni, sull’emittente avanguardista che, nei mesi scorsi ha anche affidato più interventi a Camping. Un altro anno mille, come ogni tramonto d’epoca, sotto le stelle federali. Ma, se da una parte il Continente Nuovo si ritrova tra sette ed auguri di fortuna, in altre parti del mondo continua la …caccia alle streghe! Alle date, ai calcoli che, Maya o non Maya, calendario alla mano o meno, farebbero prevedere una catarsi generale il prossimo anno! Ancora una volta, si corre dietro “i profeti” del momento, dimenticando quanto dichiarato da Cristo nel Vangelo “In quanto al giorno ed all’ora, a nessuno è dato di saperlo se non al Padre mio ch’è nei cieli!!!”