Roma: Circoli Ambiente, chi combatte il nucleare non è statista, non può diventare premier

 Ieri la Consulta, su ricorso delle Regioni Toscana, Emilia Romagna e Puglia, ha dichiarato «l’illegittimità costituzionale dell’articolo 4 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31», ravvisandola «nella parte in cui non prevede che la Regione interessata, anteriormente all’intesa con la Conferenza unificata, esprima il proprio parere in ordine al rilascio dell’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari». «Il parere delle Regioni  – afferma Alfonso Fimiani, Presidente dei Circoli dell’Ambiente –  sarà dunque obbligatorio, ma non vincolante, nel pieno rispetto dell’art. 117 della Costituzione. Condividiamo pienamente tale impostazione, conforme al modello francese del Grenelle Environnement, che noi chiediamo ufficialmente di importare in Italia: il totale coinvolgimento degli Enti Nazionali, di quelli Locali, delle Associazioni di categoria e più in generale della popolazione si rende sempre più necessario, a maggior ragione alla luce della prossima entrata in vigore del federalismo fiscale. È bene ricordare agli pseudo ambientalisti-antinuclearistiche prima di esultare bene farebbero a leggere con attenzione le norme così come risultano dopo la pronuncia della Corte Costituzionale e tenendo ben presente la decisione di novembre della medesima Corte, che aveva dichiarato illegittime le Leggi Regionali di Puglia, Campania e Basilicata che vietavano l’installazione sul loro territorio di impianti di produzione di energia nucleare, di fabbricazione di combustibile nucleare e di stoccaggio di rifiuti radioattivi». Nel programma dei Circoli dell’Ambiente si legge che “IL RINNOVABILE NON BASTA! Sarà necessario il ritorno al nucleare, fonte di energia SICURA, ECONOMICA E PULITA”. In chiusura, Fimiani si appella ai Governatori, affinché mostrino «Responsabilità istituzionale: è quel che serve in questo momento. Il ritorno all’atomo è necessario e coloro i quali si oppongono vanno contro gli interessi della Nazione. È grave che tali comportamenti provengano da Presidenti di Regione, poiché essi non fanno altro che tradire il loro ruolo di Rappresentanti dello Stato in nome di una demagogia anacronistica. Chi combatte il nucleare – conclude Fimiani, con un chiaro riferimento – non è uno statista e non può avere l’ambizione di diventare Premier e governare il Paese».