Il Vangelo della Domenica commentato – Abbazia Della Scala

 “Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto” Luca Cap. 19, 1-10

 In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quandecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

 “Parola del Signore”                                                                                                                                                                                                      “Lode a Te, o Cristo”

 Padre Antonio Cassano

 Lo Spirito Santo, dopo averci ricordato gli insegnamenti di Gesù sulla preghiera, ora ci ricorda il giorno in cui Gesù incontrò Zacchèo mentre attraversava la città di Gèrico. In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco Gesù entra in Gèrico[1][1) e mentre l’attraversa un uomo di nome Zacchèo, cerca di vederlo. Chi era Zacchèo? Luca lo descrive di bassa statura, ricco e capo di coloro che avevano ricevuto in appalto le imposte per Roma (avrcitelw,nej, pron. architelónes).La sua altezza gli impediva di scorgere Gesù tra la folla, allora decide di salire su un albero, un sicomòro[1][2). Gesù passando in corrispondenza dell’albero alza lo sguardo e dice: Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua. Zacchèo è preso da una grande emozione che lo fa scendere in fretta e accogliere Gesù con gioia. È interessante riflettere sull’autoinvito espresso da Gesù: Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua. È interessante perché altre volte Gesù ha parlato di un “dovere” (dei/ pron. déi, che significa devo ma anche bisogna, è necessario, conviene, è opportuno).La prima volta fu quando aveva dodici anni e si trattenne nel tempio di Gerusalemme a insaputa dei genitori che angosciati lo cercavano e rispose loro: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? (Lc 2,49).Gesù manifestava così in modo esplicito e senza mezzi termini di doversi occupare delle cose del Padre suo, di Dio. E quali sarebbero, verrebbe da domandarci? Lo dirà anni dopo alle folle di Cafarnao che cercavano di trattenerlo: È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato (Lc 4,43). Dunque il dovere è quello di annunciare la buona notizia del regno di Dio. E qual è la buona notizia? Poi disse [ai suoi discepoli]: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Come sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni» (Lc 24,44-48).La buona notizia è che attraverso Gesù, il Cristo, con la sua vita, passione, morte e resurrezione Dio ha perdonato i peccati degli uomini e li ha chiamati a vita nuova, ecco perché quel giorno a Gerico doveva fermarsi a casa di Zacchèo, il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. Zacchèo era perduto? Sì, Zacchèo era perduto, era un peccatore, tutti lo sapevano: È entrato in casa di un peccatore! Capo dei pubblicani, mentre riceveva il versamento delle tasse non si faceva scrupolo, come gli altri pubblicani, di rubare, lo ammette: Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto. Quel “se ho rubato qualcuno” sembra infatti nascondere il rimorso, poiché si impegna a restituire quattro volte tanto, pena che in tal misura la legge di Mosè non richiedeva affatto. Il Signore parlò a Mosè dicendo: «Quando qualcuno peccherà e commetterà un’infedeltà verso il Signore, perché inganna il suo prossimo riguardo a depositi, a pegni o a oggetti rubati, farà restituzione per intero, o aggiungendovi un quinto, e renderà ciò al proprietario nel giorno in cui farà la riparazione» (Lv 5,20ss) “Se non in caso di furto di bestiame”. Quando un uomo ruba un bue o un montone e poi lo sgozza o lo vende, darà come indennizzo cinque capi di grosso bestiame per il bue e quattro di bestiame minuto per il montone (Es 21,37).  Zacchèo tale restituzione la estende a ogni cosa – se ho rubato a qualcuno -, anzi la supera dichiarando che darà la metà dei suoi beni ai poveri. Davanti a tutto questo Gesù risponde: Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. Con la sua ricerca di Gesù e con ciò che promette accogliendo Gesù con gioia, Zaccheo si salva, poiché ha ammesso i suoi errori e vuole riparare, anche oltremisura. Gesù afferma che in quel momento – oggi – la salvezza è entrata in quella casa. Zacchèo è stato raggiunto da Gesù, ricordato, come dice il suo nome (Zacchèo grecismo di Zaccaria, ossia “Dio ricorda”). Gesù il cui nome è “Dio salva”, lo ha cercato, è figlio di Abramo, figlio dell’alleanza tra Dio e il suo popolo, con tutto il suo popolo. Per cui non ci sono davanti a Gesù persone da evitare perché peccatrici, tutti devono essere raggiunti, anzi i più lontani ancor di più. Questa vicenda può far suscitare in noi tre possibili riflessioni. La prima è di grande consolazione: per quanto possiamo essere peccatori, aver sbagliato, anche in maniera grossa, se cerchiamo Gesù, lui verrà e ci salverà. La seconda è se anche noi stigmatizziamo le persone, i loro errori e le classifichiamo peccatori irrecuperabili. La terza è se accettiamo un Gesù che non si fa problema di avvicinare i peccatori, i reietti della società, se non mormoriamo su di lui o su coloro che seguendo il suo esempio si accostano a chi è ai margini (carcerati, prostitute, extracomunitari, ecc.).

[1][1) Gèrico è situata a meno 240 m sotto il livello del mare, nella depressione del Mar Morto, ed è circondata dal deserto di Giuda. Sia per la disponibilità d’acqua che dà una notevole fertilità al terreno, sia per la sua collocazione sulla via di transito che passa a nord del Mar Morto, Gèrico è stata permanentemente abitata dai secoli più remoti, facendo ipotizzare agli studiosi che insieme a Damasco sia tra le più antiche città del mondo. Attualmente è una città della Cisgiordania, sotto l’autorità palestinese. 

[1][2) Il sicomòro, il cui nome scientifico è Ficus sycomorus è una pianta appartenente alla famiglia delle Moraceae e diffusa in Africa e Medio Oriente. Cresce fino a 20 m di altezza e 6 m di larghezza, con una chioma ampia e tondeggiante.