Italia Paese cementificato

Giuseppe Lembo

Continuando di questo passo che ne sarà del nostro Paese? Che ne sarà della nostra agricoltura, per la quale, di anno in anno, si riducono gli spazi della produzione? A chi giova veder crescere la cementificazione che sottrae suoli all’agricoltura? Di questo passo dove andremo a produrre quanto necessario per vivere? Agricoltura sempre più intensiva? Tutto questo è un danno; tutto questo si abbatte sulla vita di ciascuno di noi come una vera a propria tragedia. Usiamo sconsideratamente il suolo, come se si trattasse di una risorsa inesauribile. Così non è. La terra è limitata e l’uomo la tiene in affidamento; virtuosamente si dovrebbe agire, rispettandola e non abusandone, così come si fa inopportunamente. Il sottrarre suoli agricoli all’agricoltura per destinarli speculativamente all’edilizia, al sacco edilizio, rappresenta un dramma gravissimo per noi e soprattutto per i nostri figli che si ritroveranno tutto cementificato, per cui non avranno più la possibilità di produzioni agricole; non avranno più un’aria pulita e respirabile ed un territorio sicuro che, per effetto della speculazione è stato reso fragile e scivola facilmente a valle, facendo cadere le case, uccidendo le persone; il tutto, come un copione, da tempo scritto, dove a caratteri cubitali c’è un titolo incancellabile “disastro annunciato”. Questo è capace di fare l’uomo anche all’inizio del terzo Millennio. Sa fare male a se stesso ed alla natura che, se violentata, saprà come rigenerarsi, saprà come riprendersi il maltolto. Povero uomo! Altro che uomo sapiente; è, purtroppo,sempre più un homo demens, vittima di se stesso; sempre più inquieto e solo di fronte alle grandi tragedie umane e territoriali del mondo che, insieme agli altri, contribuisce a realizzare come vere e proprie opere d’arte distruttive.