Il Vangelo della Domenica- commentato dall’Abbazia Della Scala

Santissimo corpo e sangue di Cristo Vang. di  Lc  9, 11-17

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiAggiungi un appuntamento per oggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.“Parola del Signore”  “Lode a Te, o Cristo”

Padre Antonio Cassano

²Gli apostoli, dopo aver visto il maestro risorto salire al Padre, grazie all’assistenza dello Spirito di verità – lo Spirito Santo che il maestro aveva promesso di mandare – tornano con la memoria al tempo trascorso, quando Gesù era con loro, e iniziano a capire ciò che prima non avevano pienamente compreso. Ad esempio, la volta in cui Gesù moltiplicò i pani. Erano con Gesù presso una città chiamata Betsàida 1)i, in un luogo deserto, ossia appartato, non abitato. Attorno a lui c’era una grande folla e il maestro guariva e parlava del regno di Dio. Cosa accadde?² Gesù si trattenne con la folla fino a sera e loro, preoccupati, invitarono il maestro a congedarla perché essa potesse andare nei villaggi vicini a procurarsi da mangiare. Gesù replicò che non era necessario che la folla andasse, loro potevano dare da mangiare. I discepoli allora s’interrogarono come fare: la folla era di circa cinquemila uomini ed essi avevano da parte solo cinque pani e due pesci; potevano, è vero, andare a comprare i viveri, ma erano pur sempre cinquemila uomini!Come, dunque, dare loro da mangiare? Gesù disse ai discepoli di far sedere la folla in gruppi di cinquanta, quasi che quel luogo deserto dovesse trasformarsi in una grande sala da pranzo con 100 tavoli. Gesù prese i pani e, spezzandoli, riuscì a moltiplicarli in tanti pezzi quante erano le persone presenti, anzi, ne avanzarono. I discepoli, dunque, videro un grande miracolo, ma fu solo questo: aver sfamato cinquemila uomini? No, c’era un livello più profondo che rivelava il vero senso dell’accaduto. Ponendo, infatti, attenzione al testo si coglie una luce capace di illuminarne l’accaduto. Quale? La risposta che Gesù dà ai discepoli: «Voi stessi date loro da mangiare». È un’espressione che i discepoli comprendono nel senso di adoperarsi affinché la folla potesse mangiare. Ma il testo del vangelo riporta in greco che letteralmente è -date voi stessi loro da mangiare-. Intesa alla lettera significa che i discepoli sono il cibo per la folla. Viene da domandarsi se i discepoli avrebbero potuto capire in questo modo. Non era forse antropofagia? Chi di loro si sarebbe fatto mangiare? Sembra assurdo spiegare la frase di Gesù «Voi stessi date loro da mangiare» in questo modo, eppure è questo il senso profondo dell’accaduto. Infatti, i discepoli, su invito del maestro, fecero sedere la folla a gruppi e poi – attenzione alla sequenza delle azioni – Gesù prese i pani, alzò gli occhi, recitò la benedizione, li spezzò e li dava. Sono le stesse azioni e la stessa sequenza di ciò che il maestro farà una sera davanti a loro: Preso il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». E dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi» (Lc 22,19-20).Ecco che, a questo punto, l’interpretazione letterale di quanto Gesù aveva detto ai discepoli finalmente si comprende. Cioè il pane per la folla sono gli stessi discepoli, sono le loro vite, messe a disposizione di quella folla, come il loro maestro mise la sua vita a disposizione di tutti. Gesù, in conclusione, chiede ai suoi discepoli di imitarlo, di essere come lui. Questa esortazione è sottolineata dal fatto che il termine “discepoli” non compare nel brano, mentre compare l’appellativo i “Dodici”, ossia il gruppo di uomini che Gesù scelse perché continuassero la sua missione dopo di lui.² ² Dare se stessi da mangiare è un impegno forte e difficile, la misura alta dell’amore, come affermava Giovanni Paolo II. Solo nella forza dello Spirito Santo è possibile questo miracolo e solo nutrendoci di Cristo arriveremo ad agire come lui agì, perché mangiando di Lui, lo faremo vivere in noi, proprio come egli ha promesso: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me).