Natuzza Evolo e gli angeli-I^ Parte

 don Marcello Stanzione

 La mistica calabrese Natuzza Evolo, morta in concetto di santità il primo novembre 2009, era particolarmente legata agli spiriti celesti. Anzi riguardo a  tutto il suo apostolato esterno di soccorso alle tantissime persone che si rivolgevano a lei per consigli ed aiuto, si può certamente dire che esso si basava soprattutto sul dono di Dio di poter vedere costantemente oltre il proprio angelo custode anche gli spiriti celesti di coloro che si rivolgevano a lei, Natuzza ha sempre affermato che la profondità delle sue risposte e dei suoi consigli provenivano non dalle proprie capacità ma dall’essere in contatto con gli angeli di Dio. La signora Luciana Paparatti di Rosarno dichiara: “Tempo fa mio zio Livio, il farmacista, stava facendo una cura contro il colesterolo. Un giorno, andando da Natuzza, portai con me zia Pina, la moglie di zio Livio. Quando fummo ricevute, la zia le disse: “Sono venuta per mio marito, vorrei sapere se le medicine sono giuste, se ci siamo affidati ad un buon medico…”. Natuzza la interruppe, dicendo: “Signora, ve ne state preoccupando troppo. C’è solo un po’ di colesterolo!”. Mia zia diventò tutta rossa e Natuzza, come per scusarsi, le disse: “L’angioletto me lo sta dicendo!”. La zia non le aveva parlato di colesterolo, aveva solo chiesto se la terapia era giusta e il medico bravo”.Il professor Valerio Marinelli, docente universitario di ingegneria, da tutti riconosciuto come il maggior biografo della mistica calabrese dichiara: “In numerosissime occasioni ho personalmente constatato come Natuzza, dopo che le si è posto un quesito, attenda qualche attimo prima di rispondere, fissando spesso lo sguardo non sulla persona che le parla, ma su un punto vicino ad essa, ma soprattutto ho riscontrato come davvero ella è capace di dare immediatamente risposte illuminanti su questioni complesse e difficili sulle quali chi la interoga spesso non sa nulla, ed alle quali sarebbe arduo rispondere anche dopo lunghe riflessioni. Natuzza centra immeditamanet il problema e ne suggerisce la soluzione, quando vi è una soluzione; moltissime volte ho potuto poi verificare, certe volte non subito ma dopo un intervallo più o meno lungo di tempo, come davvero lei aveva ragione ed aveva risposto ottimamente. Questa velocità di giudizio su problemi di cui lei, obiettivamente, non possiede, dal punto di vista umano, gli elementi di giudizio, l’acutezza, l’intelligenza, la sinteticità e semplicità delle sue risposte, sono, a mio parere,  del tutto eccezionali e superumane, tanto che credo esse possano costituire una valida prova della sua reale capacità di colloquiare con gli angeli, spiriti puri ai quali sempre i Dottori della Chiesa hanno attriobuito intelligenza superiore, potenza e santità”.Natuzza afferma che ognuno di noi ha un angelo custode personale, che ci assiste durante tutta la nostra esistenza, ed anche oltre la vita terrena, solo dopo il raggiungimento della meta finale il nostro angelo custode ritorna al posto suo originario nella gloria del Padre. La signora Mercuri di Rosarno testimonia: “Una volta, mentre mi recavo a Mileto, passai da Natuzza, assieme a mia figlia Cinzia, che aveva allora otto anni. chiesi a Natuzza: “Natuzza, vedete qualcosa?” e lei: “Sì., vedo l’angelo della bambina”. “Sì?”, dico io e lei rivolgendosi a mia figlia: “Senti, ma perché tu rispondi male a mamma tua?”. Ed io: “Sì, talvolta mi risponde in un modo così sgarbato che sembra un diavoletto!”. E Natuzza: “Non c’è bisogno che me lo diciate voi, me lo sta dicendo l’angelo. Tu non devi rispondere così a tua mamma, devi essere più gentile!”. Una settimana dopo, di mattina, verso le dieci, mentre eravamo a casa, Cinzia, non ricordo più per quale motivo, mi diede una risposta sgarbata. Io le dissi: “Ma perché fai così, se ora ci fosse qui Natuzza, ti direbbe che al posto dell’angelo, hai il diavolo!”. Cinzia, arrabbiata, mi rispose: “La smetti con Natuzza!” ed io: “Vuoi vedere che ora la chiamo e mi risponde?”. Cinzia, di scatto, disse: “Chiamala!” ed io: “Natuzza, vedi come fa Cinzia, dai un segno nel bagno!”. Di colpo, qualche istante dopo, sentiamo provenire dal lavandino del bagno un rumore violento, secco e forte, tale da metterci addosso una grande paura. Qualche tempo dopo tornai da Natuzza, ma non pensavo  minimamente a quel fatto. Natuzza mi disse: “Signora, prima mi chiamate e poi vi impaurite!”. “Ma quando, Natuzza?”. E lei: “Non vi ricrodarte? Quando mi avete chiamato per la bambina, per l’angelo! Io ero presente!”.