Atrani: un tesoro della costa d’Amalfi poco conosciuto, la chiesa rupestre di S.Michele fuori le mura

Il monaco siciliano S. Saba di Collesano, fratello di quel S. Macario i cui resti sono conservati nella chiesa di Santa Maria della Misericordia ad Oliveto Citra (SA), fuggendo con la sua famiglia intorno alla metà del sec. X da una Sicilia sempre più dominata dagli arabi, sbarcò in Calabria. Saba, ricordato nelle agiografie anche come S. Saba il giovane, viaggiando verso nord,  facendo varie soste, a volte lunghe, giunse nell’anno 982 ad Atrani in Costiera Amalfitana e qui andò subito a vivere in un’oscura grotta negl’ immediati dintorni del paesino. Otto anni più tardi volle  trasferirsi a Salerno, capitale dell’omonimo  Principato longobardo. Saputo ciò il duca d’Amalfi  Mansone III,  prìncipe di Salerno nell’ anno in cui Saba era giunto ad Atrani,  si umiliò a raggiungerlo nella città governata da Giovanni di Lamberto ( che i salernitani avevano eletto prìncipe al suo posto dopo averlo spodestato )  per supplicarlo di recarsi a Roma presso l’imperatrice Teofano  affinchè la convincesse a liberargli il figlio preso come ostaggio dal marito di lei Ottone II.   Saba accettò di aiutare Mansone e si recò a Roma. Prese alloggio nel  monastero di S. Cesareo al Palatino e dopo vari incontri con Teofano che reggeva momentaneamente lo scettro del Sacro Romano Impero, riuscì a far liberare il figlio del duca d’Amalfi.  Trattenendosi nel monastero di S.Cesario capitò che Saba si ammalasse e vi morisse. Ai suoi funerali nella chiesa annessa al monastero ( in cui ancor oggi si venerano le sue reliquie ) assistette visibilmente commossa l’imperatrice Teofano.  Prima di andar via dalla Sicilia  Saba aveva nell’isola rifondato col padre il monastero di S. Michele di Ctisma. Nella sosta che fece in Calabria settentrionale prima di dirigersi in Costa d’Amalfi  aveva fondato alcuni monasteri tra cui uno dedicato a S. Michele, in contrada S. Angelo a Scalea. Non c’è dubbio che S. Saba e la sua famiglia furono devoti dell’archistratega delle schiere angeliche. Ora ad Atrani c’è una chiesa rupestre di S. Michele Fuori le Mura detta così perché situata fuori delle mura antiche del paese, in una cavità del monte Civita. Il campanile di questa chiesa è esterno alla grotta e sovrasta le scale che portano alla parte alta del paesino. La sua costruzione, o meglio, l’adattamento della grotta a chiesa risale agl’inizi del sec. XII. La chiesetta fu in seguito adibita a cimitero di Atrani.  In quale periodo non lo conosciamo. Conosciamo che accolse i cadaveri degli atranesi morti durante la tremenda peste del 1656. Questa funzione cimiteriale l’ha mantenuta fino al 1927. La chiesa-grotta è quasi sempre chiusa. Bisogna chiedere al Comune di far aprire il cancelletto che ne preclude l’accesso. Al suo interno c’è qualche tomba  e numerosi cassettini di marmo contenenti ossa umane.  Perché questa funzione cimiteriale ? Perchè S. Michele è arcangelo psicopompo e psicasta? Molto probabilmente.  Altre domande mi pongo ogni volta che ripenso a questa grotta che ebbi la fortuna di visitare lo scorso anno alle quali non ho in alcun libro, finora, trovato risposta: chi e spinto da che cosa consacrò inizialmente questa grotta a S. Michele? E’ forse proprio questa la grotta in cui S. Saba visse dall’anno 982  finchè  non si trasferì a Salerno? Mi piace pensare di sì vista la devozione indubbia di S. Saba all’arcangelo che nella grotta dovette particolarmente venerare. Poco più tardi il benedettino S.Alferio non praticherà una devozione all’archistratega delle schiere angeliche nella grotta Arsicia sulla quale sorgerà la Badia di Cava? Chi entra nella chiesa-grotta di Atrani vede un grande altare in muratura sovrastato da un dipinto del 1930 del Cretella raffigurante S.Michele. Una scala in muratura a sinistra di quest’altare conduce in alto ad un piccolo vano a pianta quadrata. Da questa chiesa rupestre si intravede giù il letto del torrente Dragone che ha devastato nel settembre 2010  Atrani  uccidendo la giovane Francesca Mansi. Un singolare particolare: Dragone  è il nome del nemico di S. Michele, autore di distruzione e di morte.

Maria  Rosaria  Adinolfi

 

Maria  Rosaria  Adinolfi