Quando la Chiesa chiude le porte -Diritto canonico senza misericordia

Riceviamo e Pubblichiamo A seguito della trasmissione di Fabio Fazio  “Vieni via con me” , del 15 novembre,  nella quale lo scrittore Roberto Saviano nel suo appassionante monologo ha ricordato la vita e la morte di Piergiorgio Welby, sono rimasto contemporaneamente affascinato e irritato. La sorprendente e tenace voglia di vivere di Piergiorgio, unita all’amore della sua fedele compagna di viaggio, hanno permesso a questa coppia originale di vivere con gusto, apprezzando l’indesiderabile. La storia d’amore vissuta da Piergiorgio e Mina, amplificata dall’eloquenza di Roberto Saviano, può essere motivo di speranza per molti.  Fin qui la storia mi aveva affascinato, ma quando sul finale, Saviano ha ricordato il funerale di Piergiorgio, una tempesta di sdegno mi ha travolto, e qui è nata la mia irritazione:     Niente funerale in chiesa. Saviano specifica: “  La moglie di Welby, Mina, cresciuta in ambiente cattolico chiede il funerale in chiesa, ma gli viene negato. La chiesa di S. Giovanni Bosco non apre alla richiesta, ma chiude le sue porte.” Piergiorgio non ha il diritto, sarebbe meglio chiamarlo “privilegio ”, di entrare in chiesa per lo svolgimento della cerimonia funebre. Per la chiesa cattolica Welby è un suicida consapevole, assassino di se stesso, per questo rientra nella terza categoria degli indesiderati:  i peccatori manifesti Codice di diritto canonico  a chi si devono concedere o negare le esequie ecclesiastiche Can. 1184 – §1. Se prima della morte non diedero alcun segno di pentimento, devono essere privati delle esequie ecclesiastiche: 1) quelli che sono notoriamente apostati, eretici, scismatici; 2) coloro che scelsero la cremazione del proprio corpo per ragioni contrarie alla fede cristiana; 3) gli altri peccatori manifesti, ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli. La notizia del rifiuto di aprire le porte della chiesa di S. Giovanni Bosco per la celebrazione dei funerali viene comunicata dal Vicariato di Roma, allora rappresentato dal cardinal Camillo Ruini, che dichiara di aver preso personalmente la decisione di negare il funerale religioso a Welby.  Questo il testo del comunicato:  « In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica. (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325Questa la nota discutibile e contestabile del Vicariato di Roma e sotto riportati due dei riferimenti in nota.  2324   L’eutanasia volontaria, qualunque ne siano le forme e i motivi, costituisce un omicidio.  È gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore.  2325  Il suicidio è gravemente contrario alla giustizia, alla speranza e alla carità. È proibito dal quinto comandamento. In seguito il cardinal Ruini a giustificazione del suo operato dichiarò: “ Io spero che Dio abbia accolto Welby  per sempre, ma concedere il funerale sarebbe stato come dire “ il suicidio è ammesso ” . La notizia in sé non mi sorprese più di tanto, ma l’appendice di Saviano mi disgustò definitivamente poiché evidenziò alcuni clamorosi paradossi. Le porte delle chiese cattoliche in precedenza si erano aperte per accogliere e benedire la salma del dittatore spagnolo Francisco Franco, responsabile di oltre 150mila oppositori fucilati. Si erano spalancate per celebrare i funerali del più grande criminale nella storia del Cile, Augusto Pinochet, responsabile di 3.500 desaparecidos, decine di migliaia di torturati e prigionieri politici e di mezzo milione di esiliati.  Si erano anche aperte per il boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis, la cui salma fu trasferita e tumulata a Roma, nella Basilica di Sant’Apollinare, dove si trova tutt’ora. Ascoltando queste assurde contraddizioni, mi è venuto in mente un altro funerale scandaloso, purtroppo sconosciuto a molti italiani e sicuramente anche a Roberto Saviano. Si tratta dell’esequie di  un certo padre Lawrence Murphy, sacerdote ed insegnante in una scuola per sordomuti, nell’Arcidiocesi del Milwaukee, negli USA.  Murphy fu accusato di essere un prete pedofilo; le inchieste interne accertarono abusi su oltre un centinaio di bambini. Le  inchieste successive scoprirono altre decine di violenze, per un totale di 200 bambini abusati da padre Murphy. Grazie alle coperture di cui godeva ed alle sue abilità nel racimolare fondi per l’arcidiocesi, il prete pedofilo restò al suo posto e continuò le sue attività pseudo religiose. Nonostante tutte le gerarchie cattoliche fossero state avvisate ripetutamente della sua pericolosità, non intervennero per bloccare il prete pedofilo. Nemmeno quando, a seguito di quattro interrogatori da parte dei responsabili dell’arcidiocesi assistiti da psicologi esperti di pedofilia, il responso fu inequivocabile:  padre Murphy era un “ pedofilo tipico ”. Il trattamento raccomandato fu quello psicologico per maniaci sessuali, oltre a un accompagnamento pastorale/spirituale  e una restrizione nell’attività ministeriale. Ciliegina sulla torta, documentata da un’inchiesta del New York Times: il funerale di Murphy. Il 21 agosto 1998 padre Lawrence Murphy muore. L’arcivescovo Rembert Weakland, per prudenza, consigliò un funerale privato, da svolgere in una cappella del cimitero, con la bara chiusa. Ma il suo consiglio fu completamente ignorato e avvenne proprio l’opposto. Il funerale fu solenne, la bara fu tenuta aperta, la salma fu vestita con gli abiti e i paramenti sacerdotali. Inoltre, furono invitati a partecipare anche i ragazzi sordomuti. Quindi, per un prete pedofilo conclamato, si aprono le porte della chiesa, si espone il “ santo corpo “ vestito dell’abito e dei paramenti sacerdotali e si invitano i bambini seviziati a partecipare alla solenne cerimonia funebre. Questo non è cristianesimo! Alla fine sono giunto ad una conclusione:  per Piergiorgio Welby  le porte della chiesa sono rimaste chiuse perché era un peccatore manifesto, reo di aver manifestato ripetutamente e pubblicamente il suo diritto di scegliere, in contrasto con le regole monarchiche della chiesa e quindi non  meritevole del funerale religioso;  mentre  padre Murphy, il depravato prete pedofilo, pluri peccatore manifesto è stato premiato con il funerale solenne perché abilmente è riuscito in trent’anni di onorato servizio a violentare 200 bambini sordomuti senza essere mai processato pubblicamente. Monsignor Serafino Sprovieri, Arcivescovo Emerito di Benevento, nel criticare duramente l’opinione di Saviano, dice: :  “ il funerale, dopo la riflessione conciliare, non é suffragio del morto, ma consolazione dei vivi. In quanto a Welby fu pacifica e sistematica la sua volontà di negarsi alla vita, diede ampi segni di voler morire e dunque dimostrandosi pubblico peccatore. Certamente, nella sua misericordia, Dio se in fin di vita si sarà pentito, lo avrà assolto e perdonato, e gli avrà aperto le porte, ma questo il ministro del culto che deve applicare il diritto canonico, non lo sa e …… non gli deve nemmeno importare altrimenti con tale scusa il diritto canonico non serve a nulla”. ( dal sito di informazione cattolica Pontifex a firma Bruno Volpe ) Il cardinale Ruini si affidava  alla misericordia di Dio per Welby, consapevole che la chiesa cattolica non era stata misericordiosa con Piergiorgio; ma non sarebbe stato “ più cristiano “ accogliere la richiesta della moglie e concedere il permesso per il funerale religioso visto che il Concilio stesso ha dichiarato che il funerale non é suffragio del morto, ma consolazione dei vivi ?  Perché la chiesa cattolica ha voluto privare i parenti e gli amici di Piergiorgio della consolazione di Dio ?  Eppure bastava poco, era sufficiente ricordarsi le parole di Gesù: Dal Vangelo di Matteo  cap. 5: 7 Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

 In fede e misericordia,  Alberto Senatore

 

21 pensieri su “Quando la Chiesa chiude le porte -Diritto canonico senza misericordia

  1. Continua la propaganda di odio verso i cristiani cattolici di tale Alberto Senatore. Ma chi c’è dietro di lui? probabilmente qualche setta… Alberto leggi gli ottimi articoli sul volontariato della signora Rezzoagli e vai a fare un pò di volontariato in qualche ospedale, in qualche ospizio… Ti farebbe molto bene anche psicologicamente…

  2. Mi dispiace don Stanzione, ma la sua risposta non è rispettosa nei confronti della persona che ha scritto la mail, ma direi che non è rispettosa neanche nei confronti suoi, della sua persona e del ruolo che ricopre. Il sig. Alberto Senatore si appella a dei FATTI, lei invece risponde con allusioni infamanti.E’ proprio questo atteggiamento a volte causa di allontanamento dalla Chiesa Cattolica da parte di tanti fedeli: una Chiesa che non è più disposta ad ascoltare,sempre più intollerante e che perciò pretende di avere ragione anche quando non ce l’ha!

  3. Quando andavo al Catechismo, da bambino, mi dicevano che Dio , Nostro Signore, è somma BONTà e somma GIUSTIZIA.
    Un catechista mi spiegava che tutte e due le cose dovevano camminare insieme, in caso contrario si cadeva “nell’ERESIA”.
    Chi è soltanto …”tanto buono” viene considerato un “fesso” o un masochista o al più un buonista di maniera.
    Mentre chi è fautore di GIUSTIZIA senza “misericordia” (il tendere la mano a chi sbaglia)va verso un “giustizialismo” che porta alla prevaricazione del più forte.
    Sig. Senatore, la Chiesa come i suoi ministri, non possono fare ciò che il mondo, “la pancia”, chiede; ma possono solo applicare la legge di Dio e Pregare affinchè il “Signore” possa essere misericordioso con chi muore in peccato mortale.
    Si sig. Senatore, chi muore suicida, con PIENA CONSAPEVOLEZZA E DELIBERATO CONSENSO, purtroppo, muore in peccato mortale ed è destinato all’inferno.
    Che Dio ce ne scampi e liberi.
    Chi ha aiutato a procurare la morte è colpevole in egual misura anche se lui/lei, un giorno, Pentendosi, Accusandosi della colpa (riconoscere il proprio sbaglio), e Scontando la “giusta pena”, rivolgendosi alla “MISERICORDIA” di Dio, potrà “salvarsi”.
    Tutto questo perché Dio è somma Bontà,…. ma è anche Somma Giustizia.
    In bocca al lupo

  4. Gentile Autore, gentili Commentatori, mi permetto di intervenire nel dibattito in quanto citata dal Collega Don Marcello Stanzione. Il tema dell’eutanasia è, a mio parere, tra i più difficili da affrontare, perchè tocca la paura della morte e quella della sofferenza che tutti, seppur con maggiore o minore intensità, proviamo. Credo tuttavia che non sia questo il reale argomento sollevato dall’Autore, quanto piuttosto l’atteggiamento della Chiesa nei confronti di chi “sceglie” questa via. L’Autore, se ho ben compreso, si indigna di fronte ad un atteggiamento più morbido verso personaggi sicuramente colpevoli di gravi peccati, in rapporto a chiusure nette verso altre persone che non hanno cagionato male a nessuno, se non forse a se stessi. Io credo che ogni essere umano risponda innanzitutto a se stesso di ciò che compie nei propri confronti, e che debba rispondere necessariamente al gruppo sociale di appartenenza (quali sono di fatto lo Stato in cui si vive o l’insieme degli appartenenti ad uno stesso credo religioso)per tutto ciò che afferisce alle azioni sociali. Per chi crede, giudice supremo del proprio vissuto sarà Dio e non certo gli uomini. Per chi non crede ma egualmente possiede una moralità sana e matura, la coscienza è comunque un giudice severo. Il guaio nasce per chi addomestica la propria coscienza e magari si nasconde dietro falsi moralismi o false professioni di fede. L’uomo è fallace e anche la Chiesa fatta di uomini lo è. Per cui Sig. Senatore, pur comprendendo il sentimento di indignazione di un credente di fronte a certe apparenti incongruenze, trovo piuttosto ridondante “fare l’elenco” dei “torti” del mondo cattolico. Così come trovo piuttosto riduttivo il consiglio di Don Marcello di andare a svolgere volontariato. Mi creda Don Stanzione, vedere morire le persone non aiuta ad avvicinarsi a quel momento con più consapevolezza, a volte è il contrario. Tra pochi giorni sarà il ventesimo anniversario della morte di mia madre, morta di tumore dopo lunghe sofferenze, bisogna vivere sulla propria pelle la sofferenza e nemmeno dopo di ciò si può dire “è giusto” o ” è sbagliato”. Ci sono situazioni in cui si desidera solo non vedere soffrire, o non soffrire più. Giusto o sbagliato che sia, è una questione troppo intima per giudicarla. Credo che Dio saprebbe essere meno severo di noi poveri mortali, altrimenti la beffa di vivere sarebbe solo il preludio ad una ben più triste delusione. Sono convinta che il vero male, o peccato, o reato, o comunque lo si voglia definire sia tutto ciò che cagiona sofferenza nel prossimo. Al Signor Lupo mi permetto di porre una questione: lo sa che molti suicidi vengono compiuti da persone che non hanno consapevolezza di ciò che compiono? Il Dio di cui Lei sembra conoscere l’insindacabile giudizio li manderebbe all’inferno? Persino io, che sono solo un povero essere fallace, ne avrei comprensione…
    Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli

  5. Come non si può non apprezzare la pacatezza e l’equilibrio nella risposta della Dott.ssa Rezzoagli. Tuttavia trovo che non sia “ridondante” l’elenco fatto dal sig.Senatore,anzi lo trovo giusto,specie quando si cerca di addormentare anche la mente oltre che le coscienze e quando il silenzio diventa “assordante” è giusto dargli voce! Un Saluto a tutti.

  6. Ho letto con attenzioni i vostri post e continuo ad essere convinto che avere dei “dubbi”(per tanti oggi l’opinabilità delle idee è considerato un privilegio “democratico” e da questo ne deriva la relatività dei valori a cui credere) fa solo male e ci allontana dalla “VERITà”.
    Dott.ssa Rezzoagli, le chiedo scusa se cerco di chiarire ulteriormente il mio pensiero: “Ho parlato di “PIENA CONSAPEVOLEZZA E DELIBERATO CONSENSO”, quindi di persone, purtroppo, come il compianto Piergiorgio Welby, consapevoli fino in fondo di ciò che stava per accettare.
    Infatti, la Chiesa, non condanna tutti suicidi.

    Per la sig.ra Civetta: in questo caso non si vuole decidere chi è più colpevole,anche il più grande criminale, visto la bontà infinita di Dio, se c’è pentimento sincero, può sperare nella Sua misericordia.
    Ricordiamoci: ogni anima consegnata al “maligno” è una sconfitta per tutti noi.
    Se Stalin o Fidel si fossero pentiti dei propri peccati tutta la Chiesa di Cristo sarebbe felice di festeggiare la loro “salvezza”.
    In bocca al lupo

  7. Gentile don Stanzione, la ringrazio per il suo commento, anche se, ancora una volta non sono riuscito a comprendere il suo atteggiamento poco tollerante nei miei confronti. Ciò nonostante, le sono grato perchè ha letto il mio articolo. Non era e non è mia intenzione fare propaganda contro i cattolici, poichè un principio fondamentale della mia fede è ” non fare agli altri quello che non vuoi venga fatto a te “, semplicemente io mi limito a dire sui tetti quello che alcuni fanno nelle tenebre. Riguardo al ” tale ” Alberto Senatore e al suo interrogativo: Ma chi c’è dietro di lui ?,
    e mio dovere, ma anche desiderio tranquillizzarla. Sono un cittadino italiano, sposato e padre di due figli. Lavoro in un’azienda vivaistica di Pontecagnano.Il mio titolo di studio è la terza media. Ho frequentato un seminario quadriennale di studio biblico alternativo al cattolicesimo. Sono promotore del ” Giorno della Vergogna ” contro la pedofilia e portavoce dell’associazione Antipedofilia ” il Piccolo Davide ” di Giffoni Valle Piana.
    Ed è in questa veste che sono stato invitato a partecipare al dibattito pubblico ” Pedofilia, Chiesa Cattolica e Stato Italiano ” che si terrà sabato 27 novembre a Cerreto Sannita – BN.
    Questo per dissolvere la sua ipotesi, alquanto superficiale, che pressupponeva la mia appartenenza ad una setta.
    Riguardo al suo consiglio di dedicarmi al volontariato, la ringrazio per la sua premura, ma sono già diversi anni che sono impegnato nel sociale, sicuramente non ai suoi livelli, ma nel mio mondo, non nascondo la mia luce. Grazie anche per la sua cristiana preoccupazione per la mia condizione mentale, che le assicuro è buona. Nell’eventualità che lei voglia accertarsi personalmente della mia condizione psicologica, la invito ad assistere al dibattito di sabato prossimo, dove relazionerò sul tema: “Pedofilia clericale: reato o peccato?”.
    Cordialmente,
    Alberto Senatore.

  8. Un grande elogio alla dottoressa Giovanna Rezzoagli per l’approfondimento del problema in questione ed un sincero bravo anche al Dottor Senatore Alberto, se non altro per la sua squisita presa di posizione ben articolata e sincera.
    Ma se mi si consente, direi che la morte indolore procurata ad un paziente per evitarne la sofferenza potrebbe anche essere umana se non si rischiasse di cadere in un baratro di disumanità.
    Si dice che “fatto una legge si trova il rimedio”. Voglio dire che se esistesse tale legge che desse via libera alla eutanasia, chissè quante persone sarebbero tentate di liberarsi di un proprio parente con malattia incurabile e di durata infinita con tale metodo, e si sa che non sarebbe eccessivamente difficile commettere un tale delitto… Forse la religione non ha tutti i torti ad opporsi a tali metodi, e sarebbe davvero strano se lo permettesse. Penso che in un Paese come il nostro dove vige la religione prevalentemente cattolica cristiana, non si possono avere certe leggi troppo permissive. Tuttavia, in alcuni casi davvero spietati e pietosi si dovrebbe poter avere il lasciopassare da molte autorità e constatare se davvero necessiterebbe sottoporre il paziente terminale in tale prassi.
    Un abbraccio sincero a tutti

  9. Un vivo ringraziamento al Signor Alfredo Varriale per la Sua grande bontà d’animo e squisita saggezza nell’evidenziare i punti salienti della questione “eutanasia”. Al Lupo gentile, rispondo che apprezzo il chiarimento, che poi rispecchia in toto la linea della chiesa, che ho ben nota e che avevo presente anche quando ho scritto il precedente commento.Credo che la questione sia tutta nei concetti di “piena consapevolezza e deliberato consenso”. Chi “decide” di suicidarsi, cerca di sfuggire al dolore, sia esse fisico che psichico. Si può avere piena consapevolezza e dare un consenso deliberato alla propria morte in condizioni di sofferenza? Io credo di no, ma questo è il mio pensiero, si può condividere o meno. Persino i giovani che in Giappone soprattutto, ma non solo, si conoscono e si organizzano attraverso internet per suicidarsi nello stesso momento, sono vittime di un pericoloso contagio emotivo. Lei, caro Lupo, mi potrà obiettare che in ques’ottica chiunque compia suicidio sia non pienamente consapevole, ebbene, per me è così. Perchè l’istinto di autoconservazione è presente in tutti, solo di fronte ad un malessere molto profondo viene ad essere soverchiato. Soprattutto la sofferenza psichica non è assolutamente facile da valutare, a volte non la si coglie per anni ed anni eppure è presente e consuma tutte le risorse. Spero voglia tenere conto di queste mie riflessioni, che nascono non solo da un’esperienza professionale e dalla passiva assunzione di altrui teorie, ma sono soprattutto il frutto di vita vissuta sul serio e, la prego di credermi, molto intensamente. Un caro saluto
    Giovanna Rezzoagli

  10. Io sono pienamente d’accordo con le tesi del sig. Senatore, il quale non ha voluto mettere tanto l’accento su eutanasia sì o eutanasia no. HA invece voluto focalizzare l’attenzione sul concetto di “misericordia” (ad intermittenza)della Chiesa, sulla sua troppo spesso manifesta ipocrisia, nonchè sul suo giudizio “escatologico” di PECCATORE, usato più contro i deboli che contro i potenti. Tale giudizio mi risuona davvero di una crudeltà unica se indirizzato ad una persona che per anni vive in una condizione di sofferenza spietata e senza fine, al punto da pensare al suicidio.Etichettare una persona così sfortunata nella vita quale “Peccatore senza merito di misericordia”, mi fa accapponare la pelle allo stesso modo di quando il sig.Lupo Solitario descrive la tortura dell'”impalamento”.
    “Questo non è Cristianesimo!” , dice giustamente il sig. Senatore.

  11. Caro Alfredo, sono d’accordo con te, ma il vero messaggio del sig Senatore, secondo me , è quello che ho spiegato sopra e cioè il concetto di MISERICORDIA della Chiesa, applicato in modo ingiusto e crudele.Davanti ad una condizione di immane sofferenza, chi siamo noi per giudicare? Possiamo usare giudizi così inappelabili al cospetto dell’umanità? Bisognerebbe solo appellarsi al concetto Divino di misericordia, alla bontà di Dio nel perdonare un proprio figlio così tanto sfortunato e al rispetto della libertà individuale di cui Dio ci ha fatto dono e di cui solo a LUI risponderemo dopo la morte.
    Un caro abbraccio.
    Ps. “Penso che in un Paese come il nostro dove vige la religione prevalentemente cattolica cristiana, non si possono avere certe leggi troppo permissive.” Caro Alfredo, a volte fa bene ricordarci che non viviamo in uno Stato teocratico, ma in uno Stato laico e democratico!
    Sempre con grande stima!

  12. x la sig,ra civetta
    …ma la Santa Chiesa Cattolica si rifà al diritto naturale e per questo motivo non può violare tale legge.
    Purtroppo il concetto di “democrazia”, tanta volte, viene sventolato proprio per combattere tali leggi.
    La ringrazio per (spero) l’augurio di poter “salvarmi”, un giorno.

    Alla dott. ssa Rezzoagli mi permetto di aggiungere(sia bem chiaro non per dire l’ultima parola, ma solo per approfondire una discussione tanto importante)che un buon “cristiano”,quale io non sono, dovrebbe accettare anche il DOLORE.
    Il dolore si va a contrapportsi a questa società MEDICALIZZATA, dove o si vive bene oppure è meglio rinunciare alla vita stessa(usa e getta).
    G. Paolo II durante la sua lunga sofferenza terrena, ci ha ricordato la “Teologia del Dolore” che dovrebbe sanare le nostre “colpe” qui sulla terra(scontare il Purgatorio in terra).Mi rendo conco che è molto difficile accettare tutto questo( basta un mal di denti per farmi saltare i nervi)però non si può e non si DEVE criticare chi ci ricorda che la via della Salvezza è lastricata di “chiodi”.
    in bocca al lupo

  13. Cara CIvetta, Cara SIgnora Giovanna e Caro Signor Alfredo, il mio commento originale è stato censurato, ma come non esprimervi (tra le righe, s’intende) un apprezzamento per i vostri interventi, saggiamente calibrati nelle parole…
    Con la mia stima e i miei saluti più cari
    Lucia

  14. Gentile Signor Lupo, mi fa piacere che abbia risposto. Anch’io aggiungo qualcosa, sempre nello spirito di dialogare con rispetto reciproco. Condivido con Lei il concetto che la nostra sia un società troppo medicalizzata. Difatti ho scelto una professione che si propone di supportare le persone che vivano disagi, di natura non patologica, proprio perché ho avuto modo di sperimentare questo approccio e di verificare quanto un aiuto improntato sull’empatia possa essere efficace in molti contesti. Oggi si ricorre troppo ai farmaci in molti casi e troppo poco in altri. Mi spiego con la mia esperienza. Dopo una lunga serie di lutti in famiglia ho iniziato a soffrire di depressione, oggi so bene che è del tutto normale che accada, almeno entro certi limiti. Invece gli specialisti cui mi rivolsi nel corso degli anni mi hanno spesso prescritto farmaci da cui poi ho sviluppato una dipendenza vera e propria. Paradossalmente ho sofferto moltissimo prima di riuscire ad avere una diagnosi precisa di una rara forma di nevralgia di cui purtroppo soffro e per mesi ho sopportato dolori al volto prima che mi venissero prescritti i farmaci giusti (sono solo due purtroppo, e causano pesanti effetti collaterali). La letteratura scientifica riporta casi di persone che si sono suicidate in preda al dolore di cui ho sofferto io. Il dolore, fisico o psicologico che sia fa parte dell’esistenza, ma non vedo ragioni per cui non andrebbe alleviato laddove sia possibile. Questo discorso, pero si discosta dal tema ” suicidio”‘, perché ci sono circostanze in cui i dolore non è misurabile (soprattutto quello psicologico) e soprattutto perchè ognuno ha una soglia di resistenza al dolore diversa, e non su basi di volontà, ma su basi endocrino-neurologiche. La vita non è rose e fiori per nessuno, e per qualcuno può essere tutta spine. È un peccato mortale non riuscire ad avere le risorse per continuare? Le ripeto, io credo di no. Per questo comprendo che si possa arrivare a toglierei la vita, ci sono momenti in cui non si vede altro che buio, nessuno si toglie la vita se vede un filo di luce. L’eutanasia, che secondo me e ben altro, dovrebbe essere una libera scelta, ma ben regolamentata. Perché una libera scelta non si compie quando si deve affrontare una diagnosi che non lascia speranza o si vive una vita fatta di sofferenza. Poi dovrebbe essere una scelta compiuta in assoluta autonomia, non lasciata ai parenti, ancora mi permetto di aggiungere un no all’eutanasia per chi è affetto da handicap mentali o è in minore età. Attenzione a non confondere eutanasia con accanimento terapeutico. Spesso l’accanimento terapeutico è praticato su volontà di congiunti che non hanno le risorse per affrontare una perdita. Come vede Signor Lupo, l’argomento è sterminato. Credo che la comprensione sia più utile del giudizio o, peggio, della condanna. Forse non si sarò riuscita, ma ho cercato di comprendere, pur non condividendole, le Sue ragioni. Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli

  15. Carissima amica Dottoressa Giovanna,
    Come sempre mi allaccio alla sua tesi esperienzale che riguarda il consumismo sfrenato di prodotti farmaceutici. Infatti, tanta gente consuma medicinali a sbafo senza rendersi conto che il nostro corpo ha un’autodifesa eccellente che si ripara e combatte da se tante disfunzioni del corpo. Personalmente ho sempre schivato ogni tipo di medicinale , e spero di poter continuare a starne alla larga ancora per lungo tempo. Dico questo non per sbafalderia, anche perchè anche io avrei dovuto assoggettarmi ad essa nel corso della mia vita, ma , in bene o in male , ho sempre cercato di fare a meno della medicina in genere .
    La medicina, secondo me, è come la droga: se se ne fa uso troppo e spesso , va a finire che l’anticorpo non ha più forza per difendersi da se, quindi, si rischia di diventare schiavi di essa .
    La mia non è ,e non vuole essere sbafalderia, ma quando si tratta di piccole disfunzioni preferisco stare alla larga da pillole e pilloline. Grazie Iddio , a parte l’avvenuta semi sordità , il mio corpo 78enne riesce ancora ad essere autosufficiente , e continuo a non vaccinarmi contro le influenze stagionali,anche per evitare tale abitudine . Auguro a tutti voi, gentili amici,una splendida salute ed una allegra e felice settimana.

  16. Carissimo Alfredo, Lei è dotato di grande saggezza e tanto buon senso. Ha ragione quando paragona l’abuso di farmaci alla tossicodipendenza, perché in effetti tale è. Mi permetto di tirarle affettuosamente le orecchie circa la questione vaccino: lo dovrebbe proprio fare, tutti superati i 65 anni dovrebbero vaccinarsi. Anche le Persone Speciali come Lei. Un saluto affettuosissimo.
    Giovanna

  17. ho letto con attenzione l’articolo pubblicato dal signor Senatore e i commenti inerenti. non sono per nulla d’accordo con Dn Stanzione in quanto mi meraviglio come un “uomo di chiesa” possa rivolgersi a un membro del popolo in questo modo e in questi toni di disprezzo,Gesù a quanto emerge dalle Sacra Bibbia non ha mai usato toni similari neanche nei confronti dei suoi accusatori. forse la questione di preti pedofili è un boccone amaro da mandar giù a pultroppo ignorarlo sarebbe negare l’evidenza. io non sono ancora mamma ma ho una sorellina di 7 anni è oggi ci penso due volte prima di farle avere a che fare con un prete è ovvio non facciamo di tutta un erba un fascio ma la realtà è questa. la cosa che m’indigna di più è come la Chiesa Cattolica tenta in tutti i modi di proteggere tali atti: poprio ieri il papà nl suo libro affermava che un papa può ritirarsi dal suo mandato quando non è più in grado di adempiere il suo mandato. mi ciedo io perchè non può farlo n prete che è enuto meno ai suoi voti? anzi gli viene permesso di continuare come se nulla fosse?

  18. Salve, vorrei entrare anche io nella discussione in quanto mi sembra che il punto che il Sig. Senatore focalizzava è sulla differenza di misericordia che la Chiesa Cattolica ha adottato(e tuttora adotta)come ci è stato evidenziato da Saviano prima e dall’autore dopo con l’aggiunta del caso di padre Murphy. Non credo che il tema principale sia l’eitanasia o tantomeno la pedofilia, almeno non nella lettera dell’autore; sono fermanente convinto che non si possono avere due pesi e due misure soprattutto perchè chi dovrebbe in questo caso adottarlo è la Santa Romana Chìesa e, se ricordo bene, Dio non ha figli di serie A e figli di serie B. Per quanto riguarda questo principio sono in completo accordo con l’autore augurandomi che sia giunto il tempo in cui le colpe vengano ammesse e non più nascoste. Visto che spesso vedo che viene menzionata la Sacra Scrittura vi lascio con un verso che mi lavora costantemente :”se il mio pèopolo sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e torna indietro dalle sue vie malvagie, io ascolterò dal cielo, perdonerò il suo peccato e guarirò il suo paese” 2 cronache 7:14

  19. l’affermazione di Alberto è più che valida, non si puo decidere con diversi misure, alterare la legge a proprio piacimento, rivestirsi di autorità nel nome di Dio, e poi gestire le cause con spirito di parte. Le Parole di Gesù che rivolse a suoi discepoli sono:
    Mt28:19 Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo,
    28:20 insegnando loro d’osservar tutte quante le cose che v’ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente.
    Penso che sia chiaro, Gesù ha detto insegnate le cose che vi ho comandato, il m io pensiero è che la morale inanzitutto si deve relazionare a Dio è alla sua volontà, in questo modo si puo essere onesti con noi stessi e con il nostro prossimo.

  20. complimenti al signor senatore. la misericordia è propria necessaria per certe situazioni, le regole rigide senza misericordia diventono bruttale, lasciano amarezza e tristezza nelle persone.

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