Pacchetto sicurezza: sfida allo stupro?

di Rita Occidente Lupo

Guerra in Kosovo: 1999. Gli stupri serbi non si contano. Oltre 2000 madri e sorelle, vittime della follia scissionista della comunità albanese. E non solo. Religiose, dissacrate, costrette a subire. E poi a fare i conti coi figli dell’odio. Il  Vaticano, data la grave situazione, si pronuncia, ancora una volta a favore della vita. Anche se figlia della violenza. 2009: l’Italia assaltata dagli stupratori anche immigrati. Romeni, marocchini, abusano di giovani donne. Pronti a violentarle nel pudore, nella femminilità. Un danno irrevocabile, che porterà le vittime stesse ad una serie di problemi psicologici. Tra una ridda d’emozioni contrastanti, l’intera tavolozza dell’odio. Fino a quella dell’abulia. Oggi il nostro Paese vara un pacchetto per niente sicuro. L’allarme immigratorio, ormai da tempo carnefice del nostro Stivale, sferra il suo colpo mortale. Vietato uscire, rincasare a notte fonda. Stare in strada in pieno giorno. Da soli o in coppia fa lo stesso. L’allerta in Capitale, con lo sgombero dei clandestini campi profughi, sterile tampone alla violenza sessuale serpeggiante. Non ci si sente più sicuri in casa propria. Un tempo, le Alpi, costituivano il baluardo all’ingresso straniero. Oggi, i flutti marini, celano insidie d’ogni colore. Dai Nordafricani, agli Albanesi. Passando per altre etnìe, che ormai le nostre coste bevono. E se fuggire dal proprio Paese in guerra, per mettersi in salvo, costituisce un approdo, per lo Stato ospitante, lo straniero è un pericolo. Di giorno in giorno. Non sempre gli abusi sessuali, un tempo bottino di guerra, merce di scambio, retaggio carcerario, vengono perpetrati nella verginità. Spesso è l’intera persona che subisce violenza. Imponendole atti contro la propria volontà, di natura fisica. Lo stupro, drizzato sempre alle donne, in misera percentuale agli uomini, sigillo indelebile. Che racconta la sua storia fino alla morte. Le sue tracce, anche tra gli zigomi che hanno tentato di ricominciare a vivere. Cambiando aria. Le nostre leggi,  troppo indulgenti con un reato che, per le sue complicanze, merita maggiore attenzione. Ripulire il Paese, non è facile. Rieducarlo, ancora ulteriormente. Cercare di rispettarne però le leggi, è dovere di garanzia per ogni governante. E giacchè i romeni sono in cima alla classifica dei killer, oculatamente non solo allontanarli dalla bottiglia, ma controllare che la loro vita, si svolga non sregolatamente. Insomma, angeli tutelari dello straniero, grazie ad appositi custodi dell’Ordine!