Regionali: Ventura, Campania Libera “La Repubblica delle banane”

La babele delle liste del PDL, viene  sanata dal Governo con un golpe legislativo: una vera porcheria! Se è vero che la volontà popolare, che è la “sostanza” di una  democrazia compiuta, che deve avere il massimo della rappresentatività, è altrettanto vero che questa deve svolgersi nell’ambito delle regole e della legalità, che sono “la forma”  del suo manifestarsi. Non vi puo’ essere alcun contrasto fra la “sostanza” dei diritti democratici e le “forme” in cui essi si esplicano; le regole costituiscono l’esercizio stesso della democrazia da parte dei cittadini e del popolo sovrano, che deve dispiegarsi attraverso forme e prescrizioni di diritto, nel bilanciamento degli interessi e nel rispetto dei valori costituzionali. In democrazia la forma e la sostanza si identificano! Il Decreto Legge del Governo per la sanatoria del pasticcio delle liste è basato invece sull’illegittimo presupposto che, per salvare la sostanza, si può prescindere dalla forma e disattendere le regole, ma ciò è palesemente incostituzionale: il Decreto emesso è fondato sulla arroganza e sulla presunta e pretesa necessità ed urgenza per salvaguardare solo e soltanto una parte politica e non l’interesse pubblico e della collettività al regolare svolgimento della competizione elettorale. Si è violata la par conditio – che deve sempre essere garantita nelle operazioni elettorali – per sanare invece omissioni, vizi e negligenze commessi da alcuni sprovveduti nella presentazione delle  liste di una sola parta politica a danno delle altre, che hanno invece correttamente operato, rispettando le disposizioni in materia. Siamo in presenza di un colpo di mano del Governo, con effetto retroattivo, che costituisce un vulnus per la democrazia e che potrebbe essere oggetto di attenzione da parte delle Corte Costituzionale, con la conseguenza di inficiare le intere elezioni. Le norme di pseudo – interpretazione autentica – come in questo caso –  non possono essere retroattive, perché incidono su situazioni ormai consolidatesi. La Corte infatti in più occasioni ha sanzionato il ricorso a norme pseudo-interpretative al fine di mascherare una norma sostanziale con effetto retroattivo, affermando che “e’ costante insegnamento di questa Corte che il ricorso da parte del legislatore a leggi di interpretazione autentica non può essere utilizzato per mascherare norme effettivamente innovative dotate di efficacia retroattiva, in quanto, così facendo, la legge interpretativa tradirebbe la funzione che le è propria” (Corte Cost. sentenza numero 397/94). In conclusione una amara considerazione: in pieno periodo elettorale si è spostata l’attenzione dai programmi e dai problemi della gente alle beghe interne del PDL, che si atteggia a vittima, mentre dovrebbe riflettere sulle incapacità di governare perfino se stesso. Povera Italia, che pena!