Decreto semplificazioni: consiglio di Stato contro Conte, Codacons da parte del CDS, deregulation totale pericolosa per Paese

Il Codacons si schiera dalla parte del Consiglio di Stato nella querelle che lo vede contrapposto al Governo Conte sul tema della modifica del codice del processo amministrativo e la “tutela del giudice”, e ha chiesto oggi un incontro urgente al premier Conte, al ministro Bonafede e al presidente del CDS Patroni Griffi per esporre le ragioni dei cittadini.
L’Associazione sottolinea i rischi di un’ulteriore abbreviazione dei controlli e dei tempi: questi ultimi, già di fatto molto ridotti (45 giorni per un giudizio cautelare al TAR, 41 al CDS, nel 2018) rischiano di contrarsi eccessivamente, compromettendo la qualità e l’efficienza della giustizia e aprendo la strada a rischi concreti per i cittadini e la legalità. Tutele e controlli negli appalti vanno invece salvaguardati, evitando di inseguire una strada – quella di una totale deregulation, rimettendo il controllo di legalità esclusivamente alla sede penale – sbagliata e pericolosa per il Paese.
Efficienza e legalità sono due principi che devono procedere di pari passo nell’azione amministrativa, non finire contrapposti in un’alternativa sterile e capace di impoverire tutele e garanzie dei cittadini.
Per questo, l’Associazione si augura che le osservazioni del CDS vengano ascoltate. Semplificare sì, snellire sì, ma senza eccedere: le regole – semplici, chiare, ma nette – servono eccome, in un Paese che secondo la Relazione annuale dell’ANAC, nel 2019, ha movimentato per appalti di importo pari o superiore a 40 mila euro circa 169,9 miliardi di euro, con un aumento di oltre 30 miliardi rispetto al 2018 (+23%).
I rischi, altrimenti, possono rivelarsi immensi.