Salerno: Coro “Mac Mani bianche”, spettacolo alla Chiesa dei Salesiani

Anna Maria Noia

“Canto e in…segno”: questa la denominazione dell’evento a cura del coro “Mac Mani bianche” – kermesse che si terrà il prossimo 4 giugno (ore 17), presso il salone parrocchiale della chiesa intitolata a S. Giovanni Bosco di Salerno. L’esibizione canora sarà preceduta da un’apposita introduzione, con gli indirizzi di saluto e gli interventi di numerose autorità locali (compresi i responsabili e il presidente della Fondazione “Mac Insieme”), nonché dalla relazione dell’antropologo salernitano Paolo Apolito (docente all’università di Roma Tre). Il tutto vertente su “Mani bianche: la musica del corpo”. Ricordiamo che Apolito ha realizzato una recente sua opera sui “ritmi di festa” e sul linguaggio – appunto – corporeo. Seguirà la presentazione della corale, da parte di Marina Del Sorbo – docente (anche) di discipline musicali e con molte esperienze “pedagogiche” all’attivo. E infine “Mac Mani bianche” avrà l’opportunità di eseguire il vasto repertorio di canti e musicalità quali espressioni corporee para-verbali e/o non verbali – oltre che vocali e/o sonore. Il coro, attivo dal settembre 2017 – grazie alla già citata Marina Del Sorbo – è composto da venticinque giovani dai 5 ai 25 anni; al suo interno i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze si incontrano e si “amalgamano” tra di loro – creando armonia e sinfonia. Con “fragilità” o non. Per cantare. Per stare insieme in sintonia, soprattutto – e senza creare “differenze” tra di essi. Voci (e mani) che “cantano” – dunque – e mani che “segnano” – calzando guantini bianchi. Le voci si librano nell’aria, esprimendo (anche) una coreografia che trasmette emozioni – oltre che sonorità o sound. Ciò grazie alle molteplici possibilità espressive mutuate dalla Lis (o Lingua Italiana Segni). Il percorso attuato dai componenti della corale è sperimentale, integrato, dedicato; afferisce ad obiettivi contemplanti sia l’acquisizione (da parte dei membri) di un linguaggio musicale prettamente tecnico e “proprio” che la conoscenza dell’uso della Lis – adattata ad esigenze melodiche, secondo l’agogica del tema utilizzato allo scopo. Il tutto, veicolato dall’associazione Mac – che sta per Movimento apostolico ciechi – nell’ambito della fondazione “Mac Insieme”. Il sodalizio si occupa della gestione, dell’attivazione e della realizzazione di servizi alla persona. In maniera ampiamente inclusiva, perché rivolti alla presenza di disabilità o differenti abilità. La mission è quella di condividere e integrare. Il canto corale promosso, in particolare, dal coro delle mani bianche (già “sperimentato” in molte parti d’Italia – dall’esperienza “venezuelana” di Josè Antonio Abreu, musicista; attivista; educatore; accademico nell’America Latina), è una risposta alle difficoltà “sociali” (se così possiamo affermare) e inerenti al campo delle distorsioni “psichiche” che sembrano inficiare l’inclusione di un individuo; che è prima di tutto “persona”. A maggior ragione nella fattispecie di Salerno, il coro – composto da ragazzi “fragili” e non – accomuna per tutti coloro che vi aderiscono il beneficio di occasioni di espressione, in contesti aggreganti e socializzanti. Attraverso il canale melodico-vocale (didattico, anche), i ragazzi dell’ensemble vengono “educati” all’attenzione dell’altro; all’ascolto, al controllo delle proprie emozioni, dei propri gesti in un’ottica di relazioni (di gruppo), di rapporti in continuo divenire e di mutuo soccorso – in maniera arricchente per ciascuno. Sotto la guida di Marina Del Sorbo e di tanti altri responsabili, la corale ha collaborato – e si è avvalsa del suo proficuo contributo – con il liceo salernitano “Alfano I”. Gli allievi dell’istituto citato hanno infatti partecipato a un regime di alternanza scuola-lavoro (previsto dalla legislazione scolastica vigente) con tale realtà; per attuare un cammino formativo focalizzato sulla musica “d’insieme”; sulla strumentazione musicale; sull’accompagnamento vocale e (appunto) strumentale. In sostanza, l’ensemble “Mac Mani bianche” offre momenti e occasioni di confronto, solidarietà (nel senso più vero del termine) e condivisione. Il messaggio che l’associazione intende veicolare è che la musica unisce, aggrega; soprattutto non discrimina. Per un linguaggio non soggetto a “errori di interpretazione”. “La forza della corale – esprime la Del Sorbo – è lo stare assieme. Lo scenario è multiforme, in una pluralità e varietà di codici; per esplorare idiomi nuovi; per coniare un linguaggio comune”. Insomma, il sound quale “veicolo universale” di valori comuni e non contraddittori. I ragazzi del sodalizio musicale si incontrano settimanalmente – in genere di giovedì – presso l’oratorio “S. Giovanni Bosco” (meglio conosciuto quale “I Salesiani”), il sacerdote dell’800 che istituì – con S. Filippo Neri (sebbene in periodi molto diversi) – i cosiddetti “oratori”. Per recuperare, “salvare” tanti giovani e per distoglierli dai pericoli della strada. Il sodalizio salernitano – retto dalla Del Sorbo – si apre a tutti, anche e soprattutto a coloro che hanno difficoltà nell’espressione orale – o altre difficoltà. L’esibizione e l’esecuzione, quindi, sono fruite da persone non udenti – oltre a quelle più “fortunate”. Il coro “Mac Mani bianche” è una perfetta incarnazione della socialità e dell’attenzione al prossimo. Complimenti a tutti coloro che si occupano di questi giovani, particolarmente a chi lavora – con grande (ma “lieto”) sacrificio – dietro le quinte. Ben venga lo spettacolo del prossimo 4 giugno, allora.