Cava de’ Tirreni: Sindrome Down…a proposito di test pre-natale

Sono felicemente mamma di un ragazzo, ormai quattordicenne, con la sindrome di Down. E dopo 14 anni penso di aver conosciuto abbastanza a fondo questa condizione genetica per esprimere un giudizio, sicuramente di parte, ma anche sufficientemente obiettivo. Cosa mi ha tolto e cosa mi ha dato la sindrome di mio figlio? Alla nascita di nostro figlio ci ha tolto il sorriso dell’attesa, ci ha catapultato bruscamente nel mondo ospedaliero all’inizio e, poi, in quello della disabilità conclamata dopo. Ci ha tolto, per un po’, la visione del futuro e la progettualità di vita che sempre accompagnano la letizia di una nuova nascita. Ci ha tolto il sorriso, amplificando sensi di colpa e piegandoci sotto un macigno di pregiudizi e cattivi presentimenti, costringendoci a guardarci dentro, senza pietà.  E costringendoci a guardarci dentro e prendendoci per mano, la sindrome di Down, ci ha fatto scorgere una possibilità di vita, diversa, ma possibile, immaginando un futuro, in salita, con gli occhi a mandorla, più lento ma più vero. Ci ha tolto la benda dagli occhi per capire che la felicità non sempre si coniuga con velocità, risultati e prestazioni. Ed oggi a 14 anni di distanza, non arrivo a benedire il giorno in cui, nella nostra vita, è entrata la sindrome di Down ma, sicuramente, benedico questo figlio che, ogni giorno, aggiunge un pezzo, dandoci il senso della vita e tutta la bellezza in essa racchiusa. Per questo, non posso consigliare di evitare i test pre-natali, ma posso serenamente invitare prima di affidare al bisturi quel soffio di vita, a fare un giro nella mia vita di mamma felice di Alberto, 14 anni, sindrome di Down.

Autilia Avagliano  Consigliere CoorDown