Religione e scoutismo: insegnare la bellezza

Oliviero Ferro

E’ sorprendente come, nel 1933, BadenPowell intuisse che lo sviluppo sociale, culturale e economico escludesse la possibilità di rapporto con la natura. Inoltre, affronta il tema dell’educazione alla bellezza. Suggerisce l’importanza di aprire gli occhi del ragazzo a saper cogliere, vedere e riconoscere la bellezza del mondo che ci circonda, sviluppando il gusto per il bello e imparando ad ammirare la natura, tempio di Dio, che contribuisce ad avvicinarsi a Lui. Diceva che la civiltà stava espellendo per sempre la Natura fuori della portata della maggioranza delle persone fino a disperderla nella vita materialistica.  Ma lui non si rassegna. Così scrive “c’è una bellezza che noi possiamo sviluppare nel nostra carattere”. Non è la bellezza fisica che conta, ma quella del carattere. Di fronte alle meraviglie della natura, noi possiamo dire come disse un soldato di fronte a un bellissimo panorama “povero me e vi sono uomini che dicono che Dio non esiste!”. Continua con le sue considerazioni “ma di regola, gli uomini tengono gli occhi semichiusi e non riconoscono le bellezze che li circondano”. Aggiunge qualcosa che sembra troppo attuale “in un giorno di festa, migliaia di persone si recarono allo zoo a godere lo splendore della primavera in boccio nei giardini. E fecero bene. Ma come espressero la loro soddisfazione? Lasciando buste di carta….insomma si dovettero rimuovere tredici tonnellate di immondizie!”. Infine dice qualcosa che dovrebbe aiutarci a riflettere molto “Un ambiente brutto genera brutte disposizioni, mentre una più piena percezione della bellezza e delle sua espressione si traduce in una vita più soleggiata e felice per tutti…e avvicina l’uomo a Dio”. (1927)

Padre Oliviero Ferro,missionario saveriano, AE del SAL 1 (3-4-2012)