Occorre cambiare il mondo. Occorre unire tutto ciò che è diviso

Giuseppe Lembo

È nella cultura, nella cultura soprattutto, umanistica ed illuministica, il grande ed insostituibile veicolo di pace. L’Occidente è, purtroppo, sempre meno attento per il passato, per le lingue del passato, considerate lingue morte. Mentre l’Occidente ed in modo assordante anche il nostro Paese, culla storica di lingue intramontabili, con alla base i valori dell’umanesimo che non tramonteranno mai, mentre negativamente succede tutto questo da noi, manifestando sempre più la propria indifferenza verso la cultura umanistica, tra l’altro, un insostituibile veicolo di pace e di crescente indifferenza per le lingue umanistiche ed il suo mondo correlato, in altre parti del mondo e soprattutto del mondo orientale, c’è una vera e propria esplosione di interesse per le cosiddette lingue morte e per una conoscenza del latino e del greco, da loro considerate un importante veicolo di saperi, per un mondo nuovo; un mondo che, così com’è oggi, non va assolutamente da nessuna parte e che bisogna al più presto raddrizzare, riportandolo nella direzione giusta.

E così, per superare atteggiamenti di inopportuna insipienza umana, si pensa da parte degli esclusi di sempre, ai saperi ed alle lingue umanistiche e ad un rinnovato impegno per attualizzare nel mondo la viva presenza delle cosiddette lingue morte; il latino ed il greco, oltre al fascino dell’antico, possono, tra l’altro, avvicinarci direttamente ai saperi di un passato il cui pensiero influenza ancora fortemente il cammino dell’umanità; tanto, direttamente e senza quegli inopportuni filtri che ci danno con le loro libere interpretazioni, solo immagini false dei contenuti a cui si riferiscono e che i più, violentandone l’insieme, ne saccheggiano inopportunamente parti separate e scollegate dai contesti che diventano così la sola espressione di una memoria frazionata e ridotta in pillole, sempre più, meno significative ed opportune per un’utile comprensione di un saggio insieme, pilastro, ieri come oggi, dell’universalità del pensiero e dei valori dell’umanità che non può assolutamente esistere senza le solida fondamenta di quei valori che ancora oggi rappresentano in sé l’universalità del pensiero e dei valori antropici del mondo.

Un mondo, purtroppo oggi ridotto ad un colabrodo confuso da non riuscire a capire neppure l’importante ricchezza del proprio patrimonio del pensiero umano posseduto soprattutto da quelle parti del mondo che hanno avuto la grande non riconosciuta fortuna di esserne umanità protagoniste.

Purtroppo nei tempi moderni sempre più bui ed oscurantisti si è rotto l’incantesimo; tanto, con un’indifferenza crescente per quello che hanno rappresentato il vissuto umano nella vita degli uomini; è da qui che poi nasce quell’indifferenza insipiente, da farne credere addirittura utile un’idiota cancellazione.

Per fortuna il mondo degli uomini ancora ha la saggezza di conservare in sé, da qualche parte, la importante capacità di tenere vive anche le cose dimenticate: le cose sagge ed assolutamente intramontabili che servono al futuro del mondo; che servono al mondo per quella vita d’insieme, un progetto sempre più mancato; un progetto che non c’è sugli scenari del mondo.

Per fortuna c’è sempre una giusta compensazione tra le situazioni di inopportuna indifferenza ed il nascente entusiasmo di un impegno mai prima conosciuto.

Nonostante tutto, gli scenari per la buona sorte del mondo, purtroppo sempre più distratto anche per le cose importanti del mondo, sono comunque scenari dinamicamente in movimento; un dinamismo che richiama l’attenzione dei giusti dell’umanità sull’importanza dell’ascolto; su quella capacità dell’ascolto, un frutto sempre più proibito del mondo di oggi; di quel mondo dall’universalità sempre più confusa e sempre più conflittuale, che si caratterizza prevalentemente sul possesso e sulla materialità delle cose che la fanno assolutamente da padrone, mettendo all’angolo quei valori dell’essere che appartengono soprattutto ad un lontano mondo dei saperi, sempre più estranei al nostro vivere quotidiano; sempre più indifferenti ad una realtà umana disumanamente fatta di solo apparire.

Tutto questo appartiene alla faccia sbagliata del mondo governato purtroppo da un diffuso compiacimento al farsi male, richiamando su di sé una percentuale altissima di uomini della Terra che, con indifferenza per tutto, avendo deciso di farsi male, va nella direzione assolutamente sbagliata del solo dominante apparire, dimenticandosi dell’importanza dell’essere, regolatore, come sempre, del saggio vivere del mondo.

Il mondo ha sempre più bisogno di umanità d’insieme.

È assolutamente necessario costruire come insieme umano, tutti convintamene d’accordo uno sviluppo sostenibile del pianeta; tanto, serve per migliorare le condizioni di tutti gli uomini della Terra, liberandola dalle sue tante povertà; soprattutto dalle povertà primarie per mancanza di cibo e di acqua e dalle disumane violenze che offrono ancora oggi alla vita di tanti del mondo, le sole intollerabili condizioni di veri e propri diritti negati; di diritti disumanamente traditi.

Ciascun uomo del mondo, ciascun popolo della Terra deve sentirsi, prima di tutto, arbitro di se stesso e dei propri diritti; deve liberamente sentirsi artefice del proprio sviluppo, senza steccati o rivalità di religione e culture diverse, un oppio diabolico che diventa disumanamente causa di sofferenze e di morte.

È necessario, prima di tutto, garantire il futuro del mondo; è necessario pensare alla sua conservazione sempre più a rischio, se non si cambiano gli attuali invadenti modelli di vita; tanto, purtroppo, con gravi conseguenze.

È necessario cambiare; trattasi di modelli assolutamente sbagliati e sempre più orientati allo spreco ed all’uso-abusato di energie, tra l’altro, non rinnovabili, con il danno conseguente di un surriscaldamento della Terra ormai ad un punto inevitabile di rottura, per cui assolutamente insostenibile.

Viviamo ormai in un rapporto di assoluta interdipendenza globale; tanto, anche per quel che si consuma nel mondo, dove lo spreco degli uni, diventa inevitabilmente mancanza per gli altri.

Occorrono, per garantire la continuità nel futuro del mondo, stili di vita assolutamente sostenibili; tanto, usando, tra l’altro, quella giusta moderazione che saggiamente evita gli eccessi e di conseguenza gli inopportuni sprechi, un danno grave per tutti.

In alternativa, occorre quella sostenibilità di comportamenti che, per il bene di tutti, deve ed al più presto, diventare la cultura dominante del pianeta, un pianeta oggi gravemente ammalato; un pianeta antropologicamente, fortemente confuso che non sa fare tesoro del suo passato, rinnegandone idiotamente tutto, con un danno gravissimo, pensando a costruire il presente che nega il futuro, perché indifferente ai saperi; perché un contenitore vuoto di quella saggezza che è possibile incontrare, facendo propri i percorsi della civiltà passata, ricca del pensiero di un comunicare che serve sempre più anche a quelli che verranno; nessuno può impunemente decidere in modo arbitrario di cancellare i tanti passati saperi parte viva di una umanità che è in sé, le radici della nostra storia; che è in sé la strada maestra del nostro futuro che deve imparare a vivere nel sacro rispetto uomo-uomo ed uomo-natura; occorre per un mondo veramente nuovo, pensare ad unire tutto ciò che è gravemente diviso, un pericolo devastante per il futuro dell’uomo e della Terra.