Pompei: Sovrintendenza su errate notizie infiltazione acqua uffici

La Soprintendenza Speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, in merito alla notizia relativa all’infiltrazione d’acqua negli uffici della Soprintendenza diffusa dalla stampa su segnalazione di alcune organizzazioni sindacali, tiene anzitutto a precisare che la presunta minaccia di rischi per la salute dei lavoratori dovuti a elementi in cemento-amianto negli edifici prefabbricati in questione, viene da sempre tenuta sotto controllo. Nessuna dispersione di fibre e dunque nessun rischio effettivo è stato finora rilevato né dai tecnici specialisti nominati allo scopo dalla Soprintendenza né dalle ordinarie ispezioni dell’ASL. Si ricorda, infatti, che ai sensi della normativa vigente vengono effettuati periodicamente tutti i monitoraggi necessari che finora hanno prodotto esiti negativi e che tali controlli continueranno, come di consueto, ad essere attuati al fine di garantire la massima sicurezza degli ambienti di lavoro. Si fa presente, inoltre, che il progetto di trasferimento del personale Sapes dai prefabbricati di Villa dei Misteri, come noto, è subordinato alla ristrutturazione degli edifici demaniali di Porta Stabia, intervento previsto nel Grande Progetto Pompei. I lavori di ristrutturazione in questione hanno richiesto una progettazione complessa, soggetta a un iter burocratico obbligato e al coinvolgimento di professionisti esterni alla Soprintendenza. Entro la fine dell’anno si conta di chiudere la progettazione e la relativa verifica, al fine di bandire al più presto la gara. In attesa della definitiva consegna dei nuovi locali continueranno ad essere inevitabili interventi di riparazione temporanea e manutenzione degli uffici di Villa dei Misteri. Nel comprendere la preoccupazione dei dipendenti, si sollecita a un dialogo diretto con l’amministrazione e non ad atteggiamenti di procurato allarme, come dimostrato finanche dalla diffusione di immagini non corrispondenti all’evento in questione, che ancora una volta gettano discredito sulla Soprintendenza e sull’immagine di Pompei.