Ridurre l’effetto serra per salvare la Terra

Giuseppe Lembo

L’effetto serra sarà devastante; in meno di un secolo le condizioni del pianeta cambieranno. I territori del pianeta Terra saranno così surriscaldati da essere del tutto invivibili; l’uomo sarà costretto a spostarsi da una parte all’altra della Terra. Aumenteranno, tra l’altro, i conflitti; crescerà l’invivibilità umana. Le risorse necessarie alla sopravvivenza saranno sempre meno disponibili; per accaparrarsele, aumenteranno le guerre. Cresceranno le terre aride e desertiche. Ci saranno movimenti di massa per la sopravvivenza da un posto all’altro del pianeta Terra. Niente sarà come prima. L’effetto serra per l’uomo sarà devastante; basta un secolo per cambiare il volto della Terra. Questa apocalisse annunciata avrà gravi conseguenze per l’uomo del pianeta Terra nel prossimo futuro, un futuro dalla vita sempre più negata. Per evitare la catastrofe è necessario e da subito ridurre gli effetti inquinanti, soprattutto per effetto delle produzioni industriali, che provocandone il surriscaldamento, saranno la causa della morte annunciata della Terra, sempre più ammalata di uomo che, in modo poco virtuoso, ne abusa portandola alla sua inevitabile distruzione; alla sua inesorabile fine. Si salverà la Terra? Ci sarà nel prossimo futuro ancora vita umana sulla Terra? Purtroppo siamo di fronte ad una speranza assolutamente disperata.

L’uomo è spinto egoisticamente ad accaparrarsi per sé la ricchezza del mondo del tutto indifferente di quel che gli succede attorno e soprattutto di quello che succederà domani.

Non si preoccupa per niente se il suo disumano egoismo è causa di fame e di morte per gli altri della Terra.

Il primo egoistico obiettivo da soddisfare sono i propri desideri sempre più irrazionali e capricciosi; è, purtroppo, un obiettivo fortemente disumano che, come per l’effetto serra, potrà essere fortemente distruttivo per il futuro della Terra.

C’è da gridare, fermate il mostro che è dentro l’uomo, attivo protagonista del futuro negato alla Terra; così facendo, avrà purtroppo conseguenze catastrofiche per effetto delle lancette del cambiamento climatico che segnano solo tempesta per l’uomo della Terra, la cui vita sconvolta da eventi oggi impensabili sarà sempre più negata, per le tante responsabilità umane dovute all’effetto serra ed  a quel riscaldamento innaturale che porterà in modo diffuso e devastante, distruzione e morte.

C’è una diffusa condizione da allarme rosso. Facendo prevalere la saggezza sulla pazzia umana sempre più diffusa, c’è da correre e subito ai ripari per ridurre il più possibile quella catastrofe umana annunciata conseguente all’uso abusato della Terra, del clima e di tutto quanto per la continuità della vita necessita di condizioni umane saggiamente equilibrate; tanto, per evitare quella tanto temuta catastrofe da vera e propria fine del mondo, anche se lenta e non devastante come sarà l’effetto violento della distruzione del sole fra cinque miliardi di anni che porterà con sé anche alla violenta distruzione della Terra.

Che fare per evitare un mondo di soli sepolcri imbiancati ai nostri figli ed oltre ancora ai nostri nipoti? La cosa peggiore è non fare niente, decidendo ancora una volta con superficialità le sorti segnate del mondo.

È tempo di agire e di reagire; è tempo di evitare l’immobilismo e la non azione.

L’uomo, il saggio uomo della Terra, da subito deve agire e reagire per il bene di un’umanità che, sempre più senza bussola, vive di un presente assordante, indifferente al suo passato ed ancora più al suo futuro da costruire come progetto di un insieme uomo che deve sapersi riconoscere nell’altro e dare all’altro parte di sé e del suo proprio impegno per camminare insieme, rendendo il mondo bello e vivibile e conservandolo nella sua bellezza e vivibilità anche per quelli che verranno che devono sentirsi attivi protagonisti di un desiderare di osare che appartiene all’uomo e deve essere intelligentemente usato per garantire la vita umana, bene comune dell’umanità.

È un tempo nuovo per tutti noi; saggiamente dobbiamo comportarci da buoni guardiani del mondo, evitando che l’uomo per la smania di violare i confini del proibito, un tempo rappresentato dalle inviolabili colonne d’Ercole, pensa di potere tutto e di andare così oltre il consentito.

La smania del fare a tutti i costi, intesa tra l’altro, come riscatto da lungo tempo atteso e come protagonismo da lungo tempo ricercato, è una smania che nel mondo e soprattutto nel mondo emergente, fa sempre nuovi ed accaniti proseliti.

Tanto, pur di riscattarsi; tanto, pur di cambiare le proprie condizioni di vita, anche se il costo a pagarlo siano poi tutti gli uomini della Terra, costretti a subire le scelte egoisticamente sbagliate degli altri.

Tali sono gli scenari maledetti dell’effetto serra che produce per colpa dei pochi il surriscaldamento della Terra con conseguenze tragiche per tutti.

Oltre all’Occidente che ha le sue gravi responsabilità di ieri e di oggi, ci sono paesi emergenti come la Cina, una realtà economicamente rampante la cui l’unica preoccupazione è quella di fare i propri affari nel mondo e con il mondo, assolutamente indifferente dei mali che possono causare con il loro fare al futuro della Terra.

Il mondo per una sconsiderata volontà di un fare egoisticamente inteso si prepara a cambiamenti prodotti dall’uomo assolutamente sconvolgenti.

Tale è il progetto di una società cinese in Nicaragua che ha una concessione governativa di 50 anni con un costo di 40 miliardi di dollari, per grandi sfide ingegneristiche ed ambientali.

La costruzione del canale sicuramente ridurrebbe la povertà del Nicaragua.

Ma a quale prezzo? L’economia globale non si pone purtroppo questi interrogativi etici.

Non vuole e non deve saperli; l’economia globale bada a blindare gli investimenti ed a fare profitti.

Questa è la regola, la sola ed autorevole regola che la governa.

Se il prezzo è quello di surriscaldare la Terra, producendo l’effetto serra che ne modifica il clima e conseguenze gravi soprattutto per il futuro, non è assolutamente un problema dell’economia, che non è, non può e non deve essere un’economia etica, moralizzatrice dei comportamenti pubblici e privati che la governano determinandone uno sviluppo disordinato e sempre più senza senso, al di sopra ed al di fuori dei contesti di riferimento.

Bisogna pensare responsabilmente all’uomo della Terra e non alla ricchezza come fine ultimo del fare umano; se non si fa questo, si arriverà a quel disastro naturale che un giorno sarà la fine di tutto.

L’uomo deve tornare ad essere virtuoso recuperando, prima di tutto, quel saggio rapporto uomo/uomo, oggi in grave e crescente sofferenza; ma oltre alla saggezza antropica nei confini umani, bisogna ritrovare anche quel saggio rapporto uomo/natura.

La natura è parte di noi; è parte della nostra vita.

Se si squilibra il rapporto con il mondo naturale, se si altera l’ethos Uomo/Terra, andremo diritti diritti verso pericolose avventure, con rischi gravi per la stessa sopravvivenza umana.

Si scherza con il fuoco a maltrattare la Terra; non c’è consentito di stare a guardare da indifferenti quando si offende la nostra madre Terra; ci appartiene, c’è stata data in uso; è un nostro dovere saperla conservare e trasmettere come si conviene, naturalmente integra, agli altri che verranno.

Nel corso della nostra vita dobbiamo saper essere intelligenti e vigili guardiani dei territori in cui viviamo; la consegna d’insieme deve essere non l’indifferenza e/o il silenzio, ma il sacro impegno di guardarla e di conservarla in quanto prezioso ed insostituibile patrimonio dell’umanità che deve essere, salvaguardandolo, trasmesso da una generazione all’altra.

Purtroppo nel nostro Paese e soprattutto al Sud, terre tradizionalmente coltivate con grande amore,  non c’è niente di tutto questo.

C’è tanta indifferenza per la nostra madre Terra; oltre all’indifferenza c’è un crescente atteggiamento di graduata aggressione.

Ormai siamo ad un rapporto sempre più squilibrato Uomo/Terra.

Nell’indifferenza, cancellando il saggio comportamento dei guardiani naturali della propria Terra, si assiste ad uno sfascio inarrestabile da disastro annunciato.

Tanto per effetto di un’aggressione dell’uomo assolutamente sconsiderata e senza giustificazione alcuna.

Quali le conseguenze per tutto questo? Cresceranno le difficoltà di vita per l’uomo che muore sempre più per i danni causati alla Terra che reagisce travolgendo tutto di sé compreso l’uomo, non più virtuoso cittadino del mondo, facendo naufragare per sempre anche la crescente insipienza umana travolta da cataclismi distruttivi da fine del mondo.