Il coraggio di osare- salvare l’Italia

Giuseppe Lembo

Dall’America ci viene il precedente della moneta emessa direttamente dallo Stato. Kennedy e prima ancora Abramo Lincoln, fece stampare la banconota da 5 dollari, che porta impressa la scritta Federal Riserve Note, emessa dalla Banca Centrale Americana, direttamente dallo Stato con la dicitura United States of America, come moneta emessa dallo Stato. Purtroppo, la cosa, gli costò la vita. La sua sfida agli affamatori del mondo, fu ripagata dal piombo assassino che pose fine alla sua vita. Anche l’Italia negli anni ottanta ebbe la sua esperienza di moneta emessa dallo Stato. Aldo Moro, come  Kennedy in America, nel 1978 pagò con la vita, per avere osato sfidare i poteri forti; pensò, infatti, di finanziare parte della spesa pubblica con 500 miliardi di lire emessi direttamente dallo Stato senza interessi e senza debiti. A stampare fu la Zecca dello Stato negli anni sessanta e settanta, in cartamoneta con tagli da 500 lire con la dicitura “biglietto di stato a corso legale” (serie “Aretusa” e “Mercurio”). Tale moneta, per volontà di Aldo Moro che pagò con la propria vita, venne stampata con la dicitura “Repubblica Italiana” al posto di “Banca d’Italia”. Nel 2013 in Occidente, in Europa e soprattutto in Italia, siamo in una condizione economica assolutamente grave e di difficile soluzione. Grave e di difficile soluzione perché, da una parte abbiamo i poteri forti, soprattutto dell’economia e della finanza che pretendono di diventare sempre più forti e di liberarsi dei lacci e lacciuoli della politica e delle leggi a tutela della gente e dall’altra, la società dei deboli, sempre più deboli, ormai espropriata di tutto, ormai silenziosamente sottomessa a tanti carnefici dell’economia e della finanza che, non crede più a niente; disperata, ha oggi, frastornando tutti, lanciato il suo forte grido di dolore e chiede di rompere il blocco sociale e politico per ricominciare daccapo, con fiducia in quegli uomini giusti che, senza tradimenti e/o finzioni, sappiano concretamente pensare ed attuare l’atteso rinnovamento, un obiettivo assolutamente prioritario e non più rinviabile, se si vuole salvare il Paese ormai prossimo alla deriva; ormai privo di entusiasmo e fatalisticamente rassegnato a subire il suo destino di crisi diffusa, un dannato regalo della politica ladrona, che ha agito solo per il suo egoistico bene, raccontando alla gente bugie su bugie che hanno prodotto fango, fango, fango ed un’onda lunga di marcio, assolutamente da spazzare via pensando, come dice in una recente canzone Adriano Celentano, ad un’onda nuova che “partita dal niente e come una valanga sta avanzando, come un ciclone per abbattere il marcio della nazione”. L’Italia è più fiction che realtà e concretezza. Che fare? Come uscire dalla crisi? Prima di tutto, pensando al lavoro che, non c’è; pensando ad un’occupazione stabile per quei milioni di giovani disoccupati, da troppo lungo tempo, traditi dai loro padri, ladri di futuro dei propri figli. Spendere per il futuro è ormai una necessità per il nostro Paese; non possiamo vivere più a lungo da sorvegliati speciali e lasciarci strangolare da un’Europa che, imponendoci rigore a rigore, ci fa selvaggiamente morire senza possibilità alcuna di poterci salvare. I mali d’Italia sono legati e fortemente presenti nella classe politica che governa il Paese; una classe politica, purtroppo, scialba, non all’altezza ed assolutamente inadatta a traghettare l’Italia verso un futuro possibile, in quanto vive molto di presente e non riesce ad intraprendere tutte quelle iniziative di pensiero positivo che potrebbero farci uscire dal tunnel della crisi. In Europa, tra l’altro, dimostriamo la nostra debolezza soprattutto nei confronti della Germania che ci impone i compiti a casa e ci fa lentamente morire, senza quei necessari e forti sussulti di orgoglio in difesa del nostro ruolo di Paese civile, di Paese, tra l’altro, indispensabile anche al futuro dell’Europa Unita, di cui siamo stati intelligenti “padri fondatori”; per questo ruolo, basta ricordarsi e ricordare il prestigioso nome di Altiero Spinelli, un italiano convinto europeista ed anima dell’Unione, in cui con gli altri padri fondatori si pensava di unire i popoli d’Europa. Tutto questo succede e ci succede, perché nel nostro Paese si è abbassato e di molto, il livello di qualità della classe politica che ci governa e ci rappresenta, purtroppo, male ed in modo inopportunamente insufficiente all’estero e soprattutto in quell’innaturale insieme europeo, regno incontrastato dei poteri forti e dell’egoismo di banchieri e finanzieri d’assalto che agiscono solo al fine di accrescere le proprie ricchezze, indifferenti ai problemi della gente, in tante parti d’Europa e tragicamente in Italia, non più in condizioni di campare.

Ma l’Italia e gli italiani non sono solo questo; non sono solo l’espressione di brutte contingenze economico-sociali e politiche.

L’Italia alternativamente a questo, è un grande Paese di cultura, di saperi, di umanità, di arte e di beni storici e culturali che sono unici al mondo e che il mondo ci invidia.

La storia d’Italia è, prima di tutto, storia di civiltà; di civiltà di popoli attivamente in prima linea da sempre e per niente disponibile a farsi da parte ed a lasciarsi invadere da falsi ed accattivanti miti o da nuove forme di inciviltà e/o di barbarie, il frutto di una materialità della secolarizzazione che sta portando a dominus del mondo la moneta, le banche, i signori dell’alta finanza, sempre più fortemente contagiati dal virus del dominio.

La confusione della politica-potere in cui è precipitato il nostro Paese e non solo il nostro Paese è una conseguenza di quelle mancate proposte, concretamente utili per ridare fiducia alla gente, restituendo credibilità al sistema di governo e dignità di cittadinanza a chi ormai non crede assolutamente a chi li rappresenta, perché in tutte altre faccende affaccendati, tranne che a pensare a risolvere i mali ormai incancreniti dell’Italia e dell’Europa, con responsabilità e tradimenti imperdonabili soprattutto nei confronti dei giovani.

Inutilità di azione, obiettivi assolutamente impossibili da raggiungere, sono parte della caratteristica comune di chi confusamente si pone con una certa arroganza, del tutto discendente dalla politica-potere nel governo del Paese, che appare sempre più diviso e conflittuale.

Purtroppo la mancanza di coesione non produce solidarietà né territorialmente (tra il Nord ed il Sud), né generazionale tra il mondo degli adulti ed il mondo dei giovani che sono schiacciati dalla crisi che ha ormai bloccato la crescita e quindi l’occupazione, con una produttività d’impresa da quasi 25 anni ferma ed una inoccupazione ormai cronica per ben 5 milioni di lavoratori, gli “esclusi d’Italia”.

Il nostro Paese è ormai nella spirale di circoli viziosi che hanno fortemente compromesso l’economia, la società, il futuro, cancellando, tra l’altro, i valori di un vivere civile basato nel reciproco rispetto.

Nella crisi che ci tormenta e non ci permette di essere positivi, abbiamo un forte appiattimento nelle eccellenze del capitale umano; tanto è da addebitare, tra l’altro, ad un sistema educativo che, come ripetutamente viene denunciato dall’OCSE, è da profondo rosso, soprattutto, per la mancanza diffusa di meritocrazia nella scuola e nelle università.

Il “merito” che fa la differenza è, purtroppo, indifferente al sistema Italia dove si producono sempre meno eccellenze e dove, i pochi che emergono sono costretti ad emigrare, impoverendo irrimediabilmente il Paese, oggi in grave difficoltà per le sue gravi emergenze soprattutto di tipo strutturale.

Siamo ormai al capolinea. Anche per chi ha vinto, le elezioni non è assolutamente facile e scontato garantire la governabilità del nostro Paese, dove sono tante,  apparenti o reali, le diversità che, peste distruttiva, non permettono alle diverse rappresentanze di fare insieme, almeno una parte di un cammino condiviso che necessita assolutamente di un comune agire solidale.

I mali d’Italia vanno ben oltre i confini italiani.

Distante da noi c’è l’Europa con il dominio di una Germania del tutto per sé.

Purtroppo, siamo in una condizione di assoluta debolezza dei valori occidentali; purtroppo, non abbiamo dentro di noi la certezza che la libertà dell’individuo è un valore fondamentale.

In Italia l’infame e politicamente condiviso provvedimento del redditometro, finalmente sonoramente bocciato dalla sentenza di un saggio giudice napoletano, è un segnale forte della crisi profonda che riguarda la libertà dell’individuo e quindi la necessaria ma fortemente maltrattata civiltà liberale, dove per i governanti del nostro Paese, è del tutto naturale, così come da redditometro, cancellare, tra l’altro, il diritto alla privacy.

Per salvarci tutti insieme, è necessario riannodare i fili della speranza da affidare ad un rapporto stretto fra gli Stati Uniti e  l’Europa.

La rivitalizzazione euro-atlantica, come detto da Angelo Panebianco nell’editoriale del Corriere della Sera di sabato 23 febbraio, può positivamente fermare il declino dell’Occidente; può esorcizzarlo, evitando che si trascini con sé il declino delle libertà occidentali, un danno grave ed irreparabile per il nostro futuro; per il futuro della nostra storia; per il futuro del mondo che globalmente in cammino, le sue certezze le può cercare ed ottenere solo nelle certezze particolari.

L’Occidente in sé, per tutto quello che rappresenta, è una grande certezza particolare per il mondo attuale; potrà esserlo anche per il mondo che verrà, sempre che ciascuno sappia fare responsabilmente la sua parte, pensando all’importante valore dei diritti umani ed al futuro che verrà e che ci appartiene perché è il futuro dei nostri figli che si attendono dai noi padri certezze di vita e non solo diffusi sepolcri imbiancati.

Concludo queste mie attente e preoccupate riflessioni sull’oggi italiano, alla luce anche del risultato elettorale, fortemente infarcito di malessere espresso soprattutto attraverso la valanga di voti grillini un risultato che, responsabilmente, deve portare a riflettere tutti, ma proprio tutti, senza i soliti pressappochismi ed il tira a campare che, da lungo tempo, è purtroppo di casa nel nostro Paese.

Concludo richiamando, tra l’altro, il pensiero espresso dal politologo americano James Galbraith che, prendendo le distanze dai tanti osservatori che hanno levato la loro voce contro il responso delle urne, ha saggiamente detto “gli elettori italiani hanno parlato; ignorare la loro voce sarebbe un errore che nessuno può permettersi di fare, tantomeno i leader europei che hanno solo da guadagnare ad ascoltarli”.

Tanto, come si evince dalle sue attente riflessioni, per evitare ulteriori gravi problemi all’unità dell’eurozona e per ridurre le distanze ormai insostenibili delle due velocità, frutto di una egoistica disuguaglianza umana e sociale, carica di tensioni e di crescenti problemi per tutti, con un risultato finale di grave implosione che metterebbe a rischio, tra le parti, ogni possibile rapporto di cooperazione umana, sociale, politica, culturale ed economica.

C’è da augurarsi, come se lo augura Galbraith che anche i mercati per loro natura indifferenti se non del tutto ostili, di fronte alle risposte che vengono dal popolo, comincino a capire e di conseguenza sappiano finalmente ascoltare responsabilmente; ancora prima di loro, che si comporti responsabilmente quel mondo impenetrabile dei poteri forti e dell’alta finanza che non possono più a lungo pensare disumanamente ed inopportunamente di affamare il mondo. L’Italia è una grande nazione; sa cavarsela e superare tutte le sue difficoltà. In aggiunta, cari arroganti padroni di Bruxelles, smettetela di dare fastidio all’Italia! Smettetela di creargli ulteriori problemi; se saprete agire saggiamente, sarà un bene per tutti. Sarà una testimonianza veramente saggia di un grande bene non solo per l’Italia, ma anche per il futuro dell’Europa e del resto del mondo che ama la pace e vuole liberamente camminare insieme, costruendo insieme, un mondo nuovo, un mondo di umanità nuova, basato sulla PACE.                                                                                                                      

 

Un pensiero su “Il coraggio di osare- salvare l’Italia

  1. Saggio intervento, come tanti altri pieni di rabbia e amore, frastornati da onde di competenza e speranza, ma manca sempre qualcosa, un qualcosa che arresti l’agonia della metà dei cittadini italiani nella consapevolezza che bisogna a tutti i costi fsr abbassare le illogiche pretese e scorribande dei soliti affaristi, finanziatori come corvi predatori a dilaniarti psicologicamente e materialmente. Abbismo la Costituzione Italiana, la messa in bella mostra, nessuno la considera, nessuno ci crede, anzi, sembra per alcuni potentati un vero oastacolo all’ ultima inabissata di quella metà della popolazione che resite onestamente sotto i colpi dell’ altra metà di quella popolazione che insesibile, nati come figli di padri truffaldini e corrotti, semina ogni giorno morte. Guai se la speranza e il coraggio e la rabbia che genera tale sentimento si spenga, stiamo realizzando un nuovo organismo al fine di ridare fiato, speranza, cosistenza nel riprenderci la nostra dignità, il nostro coraggio di essere figli d’Italia non passivi ma stavolta, operativi.

    Nasce il Movimento dei Dipendenti Pubblici, un Organismo che rachiude e rappresenta l’operatività di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici, non vogliamo fare politica, ma rimanere come organismo super partes, in azioni collaborative a sostegno di qualsiasi rappresentante politico uomo donna che sia armato di buona volontà e fede in quello che svolge. Sì, siamo stufi di ricevere attacchi, lagnaze, doglianze, mentre in Italia continuano a morire i nostri fratelli per negligenze istituzionali, politiche e delle corporazioni, dimenticando che, la morte nessuno se le portata appresso, detto partenopeo.

    Il nostro scopo è che dalla macchina pubblica in 15 mesi circa da quando partirà l’operatività del Movimento, saranno messi a disposizione agli uomini e donne della politica rappresentanti dello Stato dai 200 ai 250 miliardi di euro, questo quale contributo operativo proveniente dall’ interno della P.A. grazie alla buona volontà di esperti onesti dipendenti pubblici che intendono costruire il proprio futuro, dedicandosi al prossimo, e come dedicarsi a se stessi. Lo vogliamo fare senza gridare, con la sola Costituzione Italiana sotto braccio essa sarà la nostra guida, e se la politica o i potentati non l’accetteranno, diventeremo se ci fosse bisogno il primo partito dei dipendenti pubblici per difendere la nostra libertà e la vera democrazia oramai messa da parte, invitando tutti a investire su se stessi e ritornare a migliorare con stipendi e pensioni degne secondo il proprio valore professionale acquisito, tutti hanno diritto a una vita dignitosa, a un lavoro e una retribuzione secondo la propria prestazione, non servirà neanche di avere un doppio triplo lavoro, tanto che saranno gli stipendi abbondanti e pensioni degne, un vero tribunale democratico del terzo millennio. Ma come arrivare a tutto questo? la domanda sorge spontanea e giusta, noi rispondiamo, a partire da noi, dipendenti pubblici, eliminando il superfluo all’ interno della P.A. del P.I. senza effettuare licenziamenti, tutti hanno diritto a un lavoro, a una casa, a una famiglia, ad avere dei figli. Come primo steep, abbiamo un falso debito verso i cittadini contribuenti, e cioè, togliere l’offesa di essere stati chiamati fannulloni da alcuni personaggi politici che hanno avuto cariche da ministri, semmai, siamo stati parcheggiati, grazie a clientele politiche che ha inserito funzionari e dirigenti e con la legge Bassanini inondato la P.A. di società private delapitando e facendo aumentare il debito pubblico. Siamo ostili alla spending rewie, in quanto nasconde insidie pericolose, non abbiamo paura di Bruxelles, ma è giunto il momento di mscendere in campo per revisionare e azonare al 100% la Macchina Pubblica, controllori e controllati, siamo all’inizio di catastrofe annunciata, noi partendo dalla P.A. la vogliamo combattere fin dall’inizio, e che oggi, è al primo stadio. Esorteremo, conviceremo, protesteremo alla Ghandi toccando le sensibilità assopite dal sonno della ragione che sta generando mostri a continuità, presentando concretamente la nostra ricetta che porterà alla prima fase il leggittimo risveglio del Paese, facendo ritornare il sorriso sui volti dei cittadini italiani, quale nostro contributo e giuramento che abbiamo fatto allo Stato quando siamo stati assunti, alla pari dei politici che, anch’essi nel proprio giuramento hanno giurato fedeltà allo Stato, e quindi al popolo italiano. Non abbiamo nessuna colorazione politica, ma tutti sono chiamati a questo nuovo Organismo di tutela e leggittimità costituzionale che si mette a disposizione dello Stato in quanto, tutti siamo lo Stato

    Stiamo continuatamente incontrandoci per meglio rivedere la nostra ricetta, e tanti sono entusiasti per questo, hanno capito che per rispondere alla crisi e alla globalizzazione selvaggia perpetrata al nostro paese, e sostewnuta da lobby e potentati nazionali e internazionali, occorra che, noi, dobbiamo non chiuderci inremi a difesa, ma rilanciare sulla crisi, per raccogliere tutti i frutti del nostro serio impegno, e rovesciare e disperdere le iniquità e le ingiustizie sociali per i giovani, la familgia, e la terza età. Immaginate solo un vignetta, Un giudice, con il martello di legno in mano, e le sue grida che dice, Ordine, Ordine, Ordine cvon la vera frase, la legge è uguale per tutti, aggiungerei anche, che al condannato gli si viene data una seconda ed ultima possibilità, quello di rifarsi e convertirsi al male che è stato fatto al Paese, ma una sola possibilità, prima del grande buio. In quanto, ciascuno ha una sua leggenda personale, considerando che siamo tutti imperfetti, è giusto che ci sia una seconda possibilità per chi ha fallito, dopoché, nessuna pietà, il male va esrtipato e reso innocuo.

    Il cordinatore fiduciario del MDP Roma

    Michele Citarella, W l’Italia e gli Italiani

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