Dar da mangiare agli affamati…

di Rita Occidente Lupo

La fame nel mondo, ancora oggi una piaga sociale, che flagella popoli recentemente assurti ai nuovi poveri. Ogni anno, in Italia buttati via 12,3 miliardi€ di cibo, di cui la meta’ direttamente dai consumatori (6,9 miliardi). Si tratta di 42 kg a persona di avanzi non riutilizzati e alimenti scaduti o andati male, per uno spreco procapite di 117€ l’anno. Attualmente quasi 1 miliardo € di cibo recuperato, ma urgono altri 6 miliardi, per soddisfare la fame indigente.  Solo una piccola parte, poco piu’ del 6%,  donata alle cosiddette ‘banche del cibo’ e ad enti caritativi”. Lo spreco di cibo in Italia, pari a 5,5 milioni di tonnellate/anno, ossia il 92,5% dell’eccedenza e il 16% dei consumi. Di qui le file sempre più lunghe dinanzi alle mense di carità, che non sempre l’esigenza dell’utenza generale. Infatti, la popolazione che chiede di poter ricevere un pasto caldo, sempre più variegata e di diverso ceto sociale.

Un pensiero su “Dar da mangiare agli affamati…

  1. E’ proprio vero, gentile direttrice N..D. Rita Occidente Lupo, Un Paese come il nostro che ha sofferto tanta fame negli anni di guerra, dovrebbe essere più clemente nei riguardi di chi nel mondo debba ancora sottostare alla immane miseria, facendo soffrire o morire ancora una miriadi di bambini innocenti. Questa , secondo me, è la più grande vergogna di quei popoli ricchi e agiati che non volgono uno sguardo verso chi soffre e si dispera. Sarebbe così facile debellare tale abisso di miseria se venisse imposta una piccolissima tassa a tutti i popoli occidentali a favore di gente affamata, si risolverebbe immediatamente il problema che flagella per fame tanti milioni di famiglie nel terzo e quarto mondo. Dov’è finita quella saggezza altruistica cristiana? ( …ci vorrebbe un po di cuore per chi soffre e si dispera, fosse bianco o di colore, pane vuol da mane a sera. La mia speme è che domani ci sarà quel giro tonto, dove i buoni cristiani sazieranno tutto il mondo) “tratto da una mia modestissima poesia.”
    Cordialità, alfredo

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