Mercato San Severino:ordinazione sacerdotale don Raffaele De Cristoforo

 

Anna Maria Noia

Vogliamo festeggiare la comunità parrocchiale di S. Maria delle Grazie in S. Giovanni in Parco a Mercato S. Severino: come le altre due comunità parrocchiali già da noi citate diverse volte, e cioè quella di S. Antonio (convento) al capoluogo e l’altra riunita attorno alla frazione di S. Vincenzo e alla sua struttura, guidata dai Redentoristi, ricordiamo un’altra alacre realtà, splendida, con un buon coro, una corale che “si fa sentire”, letteralmente. Il tutto grazie all’impegno (personale) e all’azione di don Peppino Iannone, amato e attivo, bonario, ironico, pazientissimo e ricco di interessi parroco della suddetta struttura, anche se la corale, matura e “professionale”, è istruita e diretta da un altro valido sacerdote, don Antonio Sorrentino, parroco nell’altra frazione S. Angelo.Dunque, occorre felicitarsi, complimentarsi con la collettività che gravita attorno alla ricca di stimoli, propositiva e adesso ancora più ricca di vocazioni religiose chiesa di S. Maria delle Grazie in S. Giovanni – la “Parrocchiella” e S. Giovanni sono state restaurate a puntino dopo il sisma dell’80 grazie alla costanza e alla caparbietà di don Peppino che, sfidando anche un po’ la “ritrosia” di pochi fedeli che non avrebbero voluto offrire una minima somma per aggiustare i due edifici, ha fatto di tutto per racimolare fondi per la ricostruzione, così i due palazzi sono stati prontamente restituiti al popolo, riportati al culto pubblico.Ebbene, proprio un esponente della comunità sanseverinese citata, il giovane, umile don Raffaele De Cristoforo, ha potuto vivere – in simbiosi con la “sua” gente, i propri amici, i familiari ma soprattutto con l’enorme folla di chi lo ha sempre amato, sostenuto, spronato, e che gli ha organizzato una grande festa in piazza Imperio (di fronte al sagrato della chiesa di S. Giovanni) – la sua ordinazione presbiteriale, avvenuta tra commozione e santità, felicità, entusiasmo. Ciò è accaduto il giorno 30 aprile, giovedì (si ricordi che proprio il giovedì santo ricorre il “memoriale” – e non la semplice “memoria” – dell’istituzione dell’Eucaristia da parte di Cristo), quando presso la cattedrale di Salerno egli è stato, con emozione evidente, reso sacerdote dalle mani del nostro arcivescovo Gerardo Pierro, assieme ad altri sette presbiteri, tutti ardenti come don Raffaele.Il momento più pregnante è stato il prostrarsi a terra in segno di servizio, adorazione ed umiltà, dei neo ordinati, assieme al bacio delle mani, avvenuto tra tantissimi parenti felici, ricchi di spiritualità, di amore e gratitudine per tali ferventi e calorose vocazioni, anche se… sarebbe preferibile ve ne fossero altre: come abbiamo ricordato all’inizio “La messe è molta ma gli operai sono pochi”.Vi erano tante persone a completare la gioia dell’onerosa ma anche onorevole responsabilità che da oggi don Raffaele vivrà con tutto il suo animo, con tutte le sue pure e spirituali forze, con il carattere mite ma deciso dimostrato più volte.Amico di tutti, lo ricordiamo presente sempre al fianco di don Peppino anche e già dai tempi (passati…) dell’Azione Cattolica, l’Ac dei giovani. Qui ci ritrovavamo tutti e tutte con grande motivazione, peccato che questa nostra particolare e forte, pregnante esperienza sia poi finita in una bolla di sapone. Per il neo consacrato non è stato invece così: Raffaele De Cristoforo ha sempre studiato, non si è mai arreso, piccolo di statura ma dotato di gran cuore. Ha tirato fuori un coraggio inaspettato il Nostro, per voler affrontare una vita così al servizio dei poveri e dei bisognosi, come padre dell’umanità, ed è stato “premiato” dal Signore che lo ha voluto per sé. Già a gennaio, presso la chiesetta di S. Vincenzo martire sita all’omonima frazione sanseverinese, il De Cristofaro, presente quale diacono, ha dimostrato buone doti di comunicazione e di attrazione, durante la sua predicazione in onore del santo di Saragozza, diacono anch’egli. Don Raffaele è sempre stato molto serio, sereno, umile, modesto, simpatico, operoso, assiduo in tutta la sua vita; una famiglia semplice e dignitosa, seria, la sua, provata in alcuni momenti particolari da un’acuta sofferenza. Egli certamente resterà molto grato a questa sua famiglia che lo ha incoraggiato – dopo tanto soffrire – alla sua bellissima ma anche ardua, dura, difficoltosa scelta di vita. Una strada che lo porterà ad essere lui più che altri “pescatore di uomini”.