7 aprile 2012: decimo anniversario morte madre Palmas

 don Marcello Stanzione

 

 Suor Maria Paola Palmas, fondatrice della Congregazione delle Pie Sorelle Educatrici di san Giovanni Evangelista nacque a Laconi (OR) il 17/10/1905 e fu battezzata nella chiesa parrocchiale di sant’Ambrogio vescovo con i nomi di Eulalia Maria Carmela. Sesta di una numerosa famiglia profondamente cristiana fu educata dalla madre Maria Teresa, donna di rara intelligenza e di non comune sensibilità, ma sentì forte anche l’influenza del padre Enrico, uomo di adamantina onestà e coerenza. Laconi, piccolo  centro del Sarcidano, era particolarmente favorito nel suo sviluppo sociale e culturale dalla presenza dei marchesi Aymerich, proprietari del grande parco oggi appartenente alla Regione. Sardegna. Delle marchesine Eulalia (Lalla per la famiglia) fu amica e dalla marchesa grande, alla quale spesso si accompagnava nella visita ai poveri del paese, imparò la squisita carità di gesti e di parole. Dotata di acuta intelligenza e grande perspicacia, ancora adolescente, Lalla avvertiva il profondo malessere di tante ragazze che, a Laconi come a Cagliari e in tutta la Sardegna, per la povertà di mezzi, non potevano mettere a frutto le doti di intelligenza e volontà che le avrebbero rese capaci di affermarsi e di influire positivamente nella società. Maturava così in lei quel disegno, divenuto poi chiaro progetto, di prendersi cura e di formare cristianamente e culturalmente le figlie del popolo, per farne le donne dei tempi nuovi che già si intravedevano in tutta la loro complessità. E mentre dava il suo prezioso e insostituibile contributo alla gestione della famiglia accanto alla madre, nella preghiera e nella riflessione si preparava al compito cui il Signore la chiamava e che l’avrebbe portata alla totale consacrazione a Dio. Non fu indolore l’abbandono dei suoi cari per iniziare la vita religiosa, presso la Congregazione delle Figlie di san Giuseppe di Genoni (OR), dove per diversi anni prestò la sua opera di donna intelligente e attiva. Ma proprio attraverso la sofferenza e l’incomprensione il Signore le fece capire che altrove e in altro modo doveva realizzare il suo progetto.  Così nel 1940, insieme ad altre otto suore, tra le quali la vicaria generale, uscì da quella Congregazione, per dare inizio ad una nuova famiglia religiosa. La prima sede fu a Cagliari, in una villetta il cui affitto venne pagato con il contributo di numerosi amici e simpatizzanti. Nella povertà più vera nasceva l’Opera che Madre Paola aveva sognato e voluto. E come per ogni opera di Dio non mancò il pane quotidiano della sofferenza e delle prove, come non mancò il sostegno morale e materiale di quanti conoscevano e stimavano Madre Paola e le Consorelle, specialmente da parte di sacerdoti e religiosi ben noti a Cagliari. Fatta oggetto di continui e devastanti bombardamenti che la distrussero in gran parte, la città di Cagliari parve poco idonea allo sviluppo dell’Opera. Fu così che nel 1941 le religiose approdarono a Sassari, capoluogo del Nord Sardegna. L’arcivescovo della diocesi turritana, Mons. Arcangelo Mazzotti “francescano dal cuore grande e buono, sotto la scorza rude di bergamasco” (cfr: G.Usai, Quando la vita si fa dono, Ediz. San Paolo), informato della situazione e del programma, accolse le religiose consentendo loro di iniziare l’attività e di vestire l’abito religioso. Un piccolo appartamento in una casa signorile,sita in piazza d’Armi, a Sassari,fu la prima sede delle Pie Sorelle Educatrici, dove giunsero presto, da diverse parti della Sardegna, le prime allieve, ragazze povere, subito avviate agli studi nelle scuole cittadine. Erano gli anni duri della seconda guerra mondiale, che imponeva a tutti rinunzie e sacrifici. La grande povertà delle origini, scandita con disinvolta gioia e con enorme pazienza, ma anche entusiasmo, fu lo strumento più idoneo per la creazione di una struttura aperta, duttile, capace di recepire le istanze e i segni dei tempi. E di certo,in casa, se era scarso il necessario, non mancava il buon umore e la voglia di vivere in intensità. Sassari, grosso centro che già si avviava a divenire città, ricca di belle tradizioni borghesi e culturali, e un tantino razzista, accolse con curiosità e, perché no?, con un po’ di diffidenza, la giovane suora che aveva la pretesa di avviare agli studi le ragazze povere e intelligenti per fare di loro le donne preparate ai nuovi tempi. Ma proprio quelle ragazze che si imponevano per serietà e profitto, disciplina e … vivacità, accanto alle figlie della Sassari bene, davano ragione a lei, Madre Paola e alla sua generosa chiaroveggenza. Perciò fu presto simpatia e amore verso le nuove “concittadine”. E, mentre le allieve crescevano serene e responsabili nell’adempimento dei loro doveri di studio e di lavoro. Madre Paola con le altre suore doveva provvedere al loro mantenimento, cosa non facile in tempi di comune ristrettezza e … tesseramento. Spesso la si vedeva “al mattino presto visitare i mercati generali della città per recuperare quanto possibile. Agile e svelta attraversava con i borsoni le vie cittadine, felice quando trovava vettovaglie” (Cfr. G. Usai, Quando la vita si fa dono). Suo era anche il dolce e insieme gravoso compito di formare le sue figliole, le quali, a loro volta,scoprivano in lei una madre e una donna aperta, dal cuore ricco di giovanili ardori e di grandi ideali. Preghiera, studio, lavoro, distensione ritmavano la giornata: Lei era presente anche nelle ricreazioni e nei giochi animati che spesso riempivano di grida gioiose il campo della ex GIL, promosso alla dignità di luogo di ricreazione che le ristrettezze della casa negavano.. Si può affermare che proprio negli anni più difficili della guerra  e del dopo-guerra l’Opera ha vissuto la sua primavera con la ricchezza di tante energie giovanili pronte ad impegnarsi nel bene.. Erano gli anni in cui la stessa Chiesa si apriva al rinnovamento che avrebbe portato al Concilio Vaticano II, in una ricca e variegata fioritura di iniziative. La storia civile e religiosa avrebbe confermato la validità dell’Opera di Madre Paola che con intuizione lungimirante rivolgeva la sua attività e il suo impegno alla formazione della donna in tempi in cui a questa non erano riconosciuti tutti i diritti, compreso quello del voto. Il femminismo cristiano già evidente in diverse iniziative e movimenti, trovava in questa donna sarda dalla tempra granitica, non solo una strenua fedele sostenitrice, ma una fondatrice in azione.  La certezza del genio femminile di cui parlerà Giovanni Paolo II dava a Madre Paola la forza e la gioia di formare decine e centinaia di giovani che oggi, fornite di  una solida formazione, oltre che di un valido titolo di studio, sono attivamente impegnate nella famiglia, nella scuola, in campo sociale e politico, fermento vivo e cristiano in un mondo in continua e rapidissima evoluzione.Qui, in casa nostra, si devono stimolare e mettere in azione tutte le possibilità delle allieve, perché diventino sempre più e sempre meglio donne, perché acquistino coscienza di sé e si rendano capaci di conquiste nella vita, sviluppando un alto senso di responsabilità morale e sociale. Esse devono imparare a lavorare oltre che a studiare,per avere fecondità di vita e gioia di migliorarsi, fare e produrre.  Sentimento, intelligenza e volontà realizzano, nello studio e nel lavoro la personalità” (dai suoi scritti). Era questa la quotidiana proposta in quella che il Pontefice Pio XII definì “L’opera dei tempi, altamente benemerita”. E, forse, potremmo oggi chiederci, con cosciente verità quanto essa abbia contribuito con l’impegno generoso e fattivo dei suoi membri, nei diversi settori della vita civile e religiosa, a dare alla donna la chiara consapevolezza dei suoi doveri e dei suoi diritti, con la capacità di assumere e svolgere ruoli di responsabilità, prima di esclusiva competenza dell’uomo. Madre Paola, però, non era donna da fermarsi a queste domande, sempre attenta com’era, preoccupata del bene delle sue ragazze e tormentata dalla mancanza di locali sufficienti e idonei. Fu il suo cruccio per anni. Finalmente la Provvidenza le consentì di acquistare la casa dove era nata l’Opera, di ampliarla e renderla idonea alle finalità dell’Istituto. La vide riempirsi di ragazze, di attività che a lei donava la serena profonda gioia di aver realmente risposto con generosità al progetto di Dio su di lei. Ma gettò i semi dell’Opera anche fuori della Sardegna, a Monterotondo, nella Sabina, a Roma, dove fu assicurata la formazione cristiana e culturale a tante ragazze della Penisola e alle giovani suore fu consentita la frequenza ai corsi universitari. Nel gennaio 1960 la Congregazione ebbe il suo riconoscimento ufficiale da parte dell’Autorità ecclesiastica, già preceduta dall’udienza privata concessa da Pio XII alla fondatrice. Dopo il Concilio Vaticano II fu aperta la missione in Brasile, dove Madre Paola si recò nel 1975. Attualmente le Pie Sorelle Educatrici operano in Brasile in tre diverse sedi: a Itamarajù (Bahia), con una frequentatissima scuola e una grande attività pastorale; a Teixeira de Freitas (Bahia), con una scuola e le attività ad essa connesse; a Rio de Janeiro con una casa di Noviziato e di formazione. Dal 1991 a Sassari le Pie Sorelle Educatrici sono presenti con ruolo di responsabilità anche nell’Istituto Figlie di Maria, il più antico della città. Qui esse impegnano capacità ed energie in tutta una serie di attività che vanno dall’accoglienza dei piccoli di 18-36 mesi, a un’ottima scuola materna e scuola elementare, a un pensionato universitario, al post-scuola e Punto Verde estivo, a incontri vari. Madre Paola ricca di anni e di esperienza, passando il testimone alle nuove generazioni, raccomandava la perseveranza, la fedeltà alla Chiesa, la generosità nel servizio di Dio e nell’impegno educativo, l’amore alla Congregazione e alle anime, mai stanca di esortare, incoraggiare, amare, fin quando sorella Morte la portò all’incontro con Dio, unicamente e sommamente amato.  Era il 7 aprile 2002, festa dell’Amore Misericordioso.