Cava de’ Tirreni: Città Democratica “Ma il sindaco ci è o ci fa?”

Assistendo a tante baggianate dette e contraddette a giorni alterni dal Sindaco con indefettibile tenacia, viene  da chiedersi: ma ci è o ci fa? Io una risposta me la sono data, ci fa. L’ultima l’altro ieri. Non è possibile che una persona istruita, un giurista per giunta, Sindaco di una città di oltre cinquantamila abitanti, possa non conoscere, o non essere in grado di farsi spiegare dai suoi collaboratori,  la differenza tra conto del patrimonio e conto economico, tra residui attivi e passivi, e parlare a vanvera dei conti del Comune. Incalzato da una parte dell’opposizione, che ha protestato per la sua decisione di mettere in vendita lo storico Complesso di San Giovanni al Corso Umberto, mentre solo pochi mesi fa aveva fatto comprare dal Comune  una catapecchia di cui non sa ancora cosa farsene (ex CO.FI.MA), il Sindaco ha tirato fuori la barzelletta di fine estate: io avrei lasciato il Comune con venti milioni di debiti, per coprire i quali lui, buon amministratore, sarebbe ora  costretto a vendere. Nel ribadire che la mia amministrazione ha gestito il bilancio con assoluta oculatezza e ha lasciato il Comune nel pieno rispetto di tutti i parametri della sana gestione economico-finanziaria, rammento a chi avesse perso la memoria che nella sua campagna elettorale, l’attuale sindaco denunciava me come un cattivo “padre di famiglia”, in quanto, a suo dire, avrei voluto vendere i beni di famiglia invece di conservarli ai nostri nipoti (parole testuali), impegnandosi lui, se fosse stato eletto, a non vendere nulla del patrimonio immobiliare dell’Ente; poi, appena eletto, la prima cosa che faceva era di metterlo in vendita e, a chi gli ricordava i suoi impegni elettorali rispondeva: “mi riferivo ai gioielli di famiglia, non agli immobili di scarso valore strategico per l’Ente” (parole testuali); poi decideva di acquistare la catapecchia ex CO.FI.MA ed all’opposizione, che sulla scorta anche di un esplicito parere del Collegio dei Revisori gli faceva notare che questo acquisto avventato avrebbe pregiudicato il rispetto del patto di stabilità, replicava che il bilancio del Comune era eccellente e che potevamo tranquillamente permetterci quell’acquisto; ora dice che abbiamo debiti per venti milioni e che lui, per far fronte ai disastri prodotti dai suoi predecessori, me su tutti ovviamente, è costretto a mettere in vendita San Giovanni. Non si rende neanche conto che in sole dieci righe, nello stesso comunicato, sbalorditivamente afferma prima che l’acquisto della CO.FI.MA. era un buon affare ed alla portata delle finanze del Comune, poi che queste stesse finanze sono invece al collasso! Ovviamente io sono in condizione di poter documentare fin nei dettagli la corretta gestione economico finanziaria dell’Ente durante il mio mandato. Ma forse il Sindaco potrebbe farsela spiegare dal suo consigliere comunale Roberto Bellizia, che, allora componente del Collegio dei Revisori, approvò senza alcuna censura i bilanci consuntivi 2006, 2007, 2008. Quello 2009 lo abbiamo approvato nel 2010 in Consiglio Comunale col voto favorevole dello stesso attuale Sindaco …