Italia, poca attenzione all’infanzia!

di Rita Occidente Lupo

L’Italia, Paese dei balocchi? Ma non per babies. Infatti, pare proprio che le infrastrutture esistenti, rivelino pochi spazi agli anni verdi, optando per una popolazione adulta. D’altronde, dalla mappatura attuale, risulta che mentre lievitano i capelli bianchi, i vagiti sempre più rari. In giro, raro scorgere passeggini ed aree attrezzate ludicamente, con fasciatoi e negozi alla portata anche della tenera età. Dall’Ospedale Bambin Gesù di Roma, la constatazione che siamo la Nazione meno prolifera e quella con la percentuale di posti negli asilo nido tra le più basse. Secondo l’Unione Europea, andrebbero previsti posti negli asili nido per almeno il 33% dei bimbi; contrariamente agli attuali al di sotto del 20%” nostrani. Inoltre, in altri Paesi, quali Francia, Germania, asili nido aziendali, come nei Paesi del Nord Europa, consentono alla donna di poter gestire il lavoro con la maternità. Di qui l’appello di molti pediatri ai sindaci delle città italiane, sugl’ investimenti familiari: da noi, circa l’1,2% del Pil, contro il 2,2% della media Ue; in Gran Bretagna addirittura s’ arriva al 3-3,5%. Un’infanzia che viene poco analizzata, dalle politiche anche familiari che, anche se parlano di centralizzare il ruolo del minore, di fatto non si muovono concretamente a riguardo.