Dirigente Scolastico Michele Cirino
Parlare di politica spesso tra i giovani e non solo  è come parlare di banane al Polo Nord o di pinguini all’Equatore.
Riaffermare il valore delle idee è come trovare il sacro Graal o l’ago in un pagliaio.
Lanciare un appello alla rivalutazione del cittadino e dei suoi spazi di agire politico sembra alquanto problematico.
A tutto ciò si aggiunge una sorta di individualismo atavico che certamente non favorisce il decollo della politica come res pubblica.
Eppure oggi ‘isolazionismo non è più possibile: la politica dovrebbe essere concepita come patrimonio di tutti, come l’edificazione di una comunità. Non concepire la politica in questo modo significa non aiutare, favorire un vero decollo
nelle coscienze dei cittadini di quel senso di appartenenza fondamento inderogabile di un Paese. Campanilismo, eterogeneità storica e culturale anziché essere concepite come risorse sfociano nella disgregazione sociale e nella scarsa coesione della comunità. E così la capacità dell’individuo di agire, e persino di pensare, con una certa indipendenza dal suo ambiente sociale, si va costantemente riducendo. E ciò è ancora più grave in politica dove è necessario che il singolo individuo deliberante deve decidere a favore d’un rapporto d’interdipendenza con gli altri. Al NOI” si afferma sempre più
l’IO o peggio “IL LORO”. La politica se vorrà essere un punto centrale per la crescita del Paese dovrà recuperare i valori etici e morali che la caratterizzano. Una politica autonoma dalla sfera morale, totalmente disgiunta dall’interesse generale della comunità sfocia necessariamente nel soggettivismo e nel relativismo.
Il Paese crescerà solo nella misura in cui la politica camminerà per difendere i valori etici, morali e collettivi della comunità. Altrimenti vivrà in una condizione di costante stupore non essendo in grado di prevedere le sue reazioni agli avvenimenti. Ne verrà sempre travolto vivendo sempre in una condizione di sospensione ansiosa e di smarrimento (vedi il dopoterremoto e le problematiche connesse o il mancato sviluppo del Paese come Paese turistico, la totale marginalizzazione dell’agricoltura o le difficoltà del settore terziario-commerciale).
Tuttavia noi siamo ottimisti. Dopo la decadenza vi sarà necessariamente un riscatto o una resurrezione. Come diceva Francesco Guccini in “Dio è morto” : “Se è vero che Dio è morto è vero anche che dopo tre giorni Dio è risorto!