Salerno: Fronte del Dissenso, presentazione vademecum sull’euro

Salerno: Fronte del Dissenso, presentazione vademecum sull’euro

Domenica 17 marzo, alle 17.30 presentazione presso la sede della libreria “Sodalis” in via Patella, 2 (traversa Corso Vittorio Emanuele) Salerno  del Vademecum “Come e perché uscire dall’euro e dall’Unione Europea: tutte le risposte ai sostenitori dell’euro-dittatura” a cura di Fronte del Dissenso.

Ne parliamo con Moreno Pasquinelli, Portavoce nazionale del Fronte, introduce Nello De Bellis, Fronte del Dissenso della Campania, modera dott. Carmine De Nardo, giornalista, conclude Fabrizio Campanile. Interviene Alfonso Natella.Seguirà dibattito.

La cittadinanza, i movimenti e le forze politiche democratiche sono invitati a partecipare.

“Abbiamo deciso di  tenere  questa presentazione – dichiarano gli organizzatori – che rientra in un’iniziativa nazionale del Fronte del Dissenso, per aggiornare i dati del primo Vademecum di nove anni fa. Negli anni intercorsi sono accadute molte cose, ma quella prigione è sempre lì, con le sue regole, i suoi vincoli stringenti, i suoi Diktat. Nel 2020 la recessione scatenata dal Covid e soprattutto dalla sua gestione, ha portato ad un allentamento temporaneo delle norme di bilancio, ma ora quei vincoli, per quanto formalmente modificati, torneranno a farsi incalzanti. Nel frattempo con la guerra della NATO alla Russia, tramite gli ascari ucraini, l’Unione Europea  si è palesata ancor più chiaramente per quello che realmente è: un’appendice del Patto Atlantico e degli USA.

Dai vincoli del Recovery Fund, tradotto in italiano col PNRR, alle norme draconiane del “green deal” su auto elettriche e case fintamente ecologiche coi loro immensi costi, l’UE sta  marciando a tappe forzate verso un  regime sempre più scopertamente autoritario: gabbia dei popoli e fine conclamata della democrazia.

In questi ultimi anni molti finti sovranisti hanno cavalcato il malcontento per le politiche  europee per incassare dividendi elettorali e poi tradire  la loro stessa base una volta al governo, dimostrandosi ancor più proni e servili di quanti li avevano preceduti. Lo stesso dicasi dell’attuale politica estera. Altri “moderati”  sostengono invece che l’UE non sia più oppressiva come prima, ma  in  realtà non è così. La sua essenza e la sua funzione, come è stato sempre chiaro fin dall’inizio a Fronte del Dissenso (e alle formazioni che l’hanno coerentemente preceduto) era ed è  creare uno spazio continentale in cui le politiche neoliberiste non  avessero alcun freno; assegnare  il potere reale a una casta di tecnocrati  al servizio dei centri decisionali  del capitalismo finanziario, distruggendo scientemente ogni diritto e conquista sociale. Ciò non è avvenuto per una improvvida deviazione dai suoi obiettivi originari  dei “padri nobili” dell’europeismo (Spinelli, Schumann, etc.), perché i tratti antisociali, antipopolari e antidemocratici erano inscritti  nei suoi atti costitutivi, dal Manifesto di Ventotene al Trattato di Maastricht.

Il Fronte del Dissenso rilancia quindi la sua battaglia per l’uscita dall’euro, dall’Unione Europea (nonché dalla Nato, suo alter ego militare), iniziata in tempo non sospetti, fin dall’assemblea nazionale di Chianciano dell’ottobre 2008 in cui furono analizzati in termini politici e scientifici  dal nucleo dirigente tutt’ora attivo  nell’attuale formazione politica, gli aspetti della crisi epocale allora iniziata e che stiamo ancora drammaticamente attraversando.

Senza questa uscita non sarà possibile alcuna alternativa all’attuale modello sociale, nessuna difesa dei diritti, nessun freno all’impoverimento della maggioranza della popolazione, nessun blocco alla guerra. Ciò diciamo in concomitanza con le elezioni europee, che dovranno essere l’occasione non per opportunistici posizionamenti in funzione subalterna, ma per un’aperta e rinnovata denuncia del declino inesorabile che l’Italia e l’Europa stanno vivendo sfociato nella miseria, nell’oppressione e nella guerra, che chiama se stessa prosperità, libertà e pace. Fuggiamo da questa gabbia come fuggiremmo da un manicomio o da un ossario!”