Era tecnologica: violenza in crescita, di chi la colpa?

Era tecnologica: violenza in crescita, di chi la colpa?

Rita Occidente Lupo

Società a rotoli…capovolta…azzerati parametri di riferimento…crollati valori…babele generale! Il quadro che stiamo vivendo, ogni giorno allarmante in quanto a ritmo di tecnologia sempre più agguerrita s’estende la violenza a macchia d’olio. E le nuove generazioni mostrano un’aggressività che esplode anche contro coetanei! La cronaca quotidianamente intinge di rosso bollettini di morte, che allungano l’ombra dalle pareti domestiche, alle aule scolastiche.

Uno sbandamento generale che collassa tradizionalisti ancora convinti assertori che il crollo delle ideologie abbia rivoluzionato il pacifico umano andare. Annullati miti e sfigurata anche l’identità del nostro Paese, a partire dalla religiosità. Si fa un gran dire ch’é laico, spalancando le porte ad altre culture non soltanto, ma anche ad altre forme fideiste, in nome di un ecumenismo nel quale la culla Vaticana scricchiola da ogni parte. Tutti sembrano abilitati a poter esprimere opinioni, a dettar critiche a questo o a quel Governo, a vaticinare senza spesso cognizione né di presente, tantomeno di futuro, tranne chi ha ancora costumi e cultura religiosa. Intanto il mondo corre dietro alla sofisticata tecnologia, che nell’era d’internet ha innestato una marcia inarrestabile, in nome di un progresso dietro l’angolo.

Di un modus vivendi millenario, si dice, abiurando ad ogni responsabilità dinanzi ai rischi e pericoli acquattati dietro l’Intelligenza Artificiale. I nativi digitali, avvezzi ormai a sottrarre ore al sonno, per restare incollati al proprio smart, continuano ad essere calamitati da una multimedialità nella quale a malapena riescono a restare a galla. Annegati da notizie spesso non autentiche, anzi troppo spesso é l’immaginario, in nome della creatività, a scalzare il rapporto con la realtà. Alla quale sembra non esser più nessuno intenzionato a tener piede! Poco importa se saranno robot a gestire l’agire umano,  tra universi paradisiaci nei quali perdere il proprio io, a caccia di  risoluzioni confezionate ai problemi, di svolgimento di lavori onerosi: solo questione di dati!

E mentre continua lo sdegno per l’ennesimo femminicidio, lo scalpore per la strage domestica, l’aggressione genitoriale agli operatori scolastici, c’é chi plaude alla super accelerata del terzo millennio, che senza alcuna traiettoria, sbanda in una corsa senza steccati. La cifra emotiva, azzerata, scomparsa dai freddi calcoli tecnologici. In un quadro in cui il retto sembra perdente, il virtuoso demodé, l’educato bullizzato, la sfiducia nel guardare al futuro per impotenza, nell’ arginare il corso del tempo. Che rimanda dei, falsi e bugiardi: pseudo miti, influencer  profumatamente remunerati. Costanti preoccupazioni per il futuro affidato alle nuove generazioni, in completa catarsi valoriale. Nell’era della rete, in barba a sterili programmi di cittadinanza europea, d’educazione alla legalità, occorre davvero chiedersi come poter ancora trasmettere il valore fondamentale dei sentimenti, la valenza dell’educazione alla serena convivenza nel rispetto della diversità. Parlare usando il giusto canale, per far emergere non la parte istintiva e brutale, ma quella umana d’ogni essere vivente, sì da tenere a cuore non solo il proprio quattro zampe, appellato “figlio”, ma ogni individuo reale, non sostituibile con un robot.