Memoria del SS. Nome di Gesù

Memoria del SS. Nome di Gesù
Padre Giuliano Di Renzo
“Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra e negli inferi e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è Signore a gloria di Dio Padre” (Fil 2,1-11).
Noi siamo stati segnati nel Nome del Signore Gesù, nel battesimo, nella cresima e, noi sacerdoti nella sacra Ordinazione.
Ci è stato impresso nell’anima un “segno” (sfraghìs in greco, in latino sigillum) che non si cancellerà mai e tecnicamente si chiama “carattere”.
E’ come la fisionomia a ciascuno propria, distintiva e identitaria, fisica e psicologica. Potremo alterarla, deformarla, tuttavia rimane sempre la stessa.
Ricordiamocelo ogni volta che ci segniamo col segno della croce.
E’ importante il segno della croce, esso ci ricorda a chi apparteniamo e perché: ci ha riscattato con la sua croce. Così tanto ci ha amati.
Il segno della croce fatto su di noi tiene insieme a bada o anche allontana il demonio.
I tatuaggi e altri segni che dicono portare fortuna sono illusioni, fantasticherie e pericolosi perché sono segni non del padre, fratello e dell’amico ma di un dell’insidioso, esoso terribile padrone quale è lo spirito del Male.
Per questo la gente, la società, gli stati, il mondo è sempre più cattivo e divorato dalle invidie, dalle gelosie, dalle avidità, dalle ipocrisie, dalle menzogna, spinti alle aggressività, variamente giustificate a proprio comodo e danno di tutti, e dall’odio.
Il diavolo è un accorto contabile, un esoso esattore e preciso usuraio.
“Cave canem. Attenti al cane”.
E’ ovvio che si intende avvertire di fare su di sé il “sigillum” della croce in modo convinto, devoto e ben fatto, quale professione di fede.
E’ ripetere a Dio Ss.ma Trinità la preghiera del mattino che dalla mamma e dal catechismo abbiamo appresa da fanciulli a Dio Ss.ma Trinità: “Ti ringrazio, mio Dio, di avermi creato e fatto cristiano”, di chiamato ad essere tuo figlio in Gesù, tua Parola di Vita e Verità fatto uomo per noi.  Di Lui, che perciò mi ha amato e dato se stesso per me.
Signore, ti lodo e ti ringrazio di avermi “amato non per scherzo” – così dicesti presentandoti tutto piagato a sant’Angela da Foligno – mia hai amato modo di dire, alla buona, ma ti sei dianto per me, ti sei donato a me spingendo il tuo amore sino all’infinito estremo limite del tuo Amore infinito. Anche io, Signore, perciò ti amo”.