Bue e asino della grotta di Betlemme nell’arte cristiana antica

Bue e asino della grotta di Betlemme nell’arte cristiana antica

Prof. Antonio Adinolfi

Nell’arte cristiana antica il bue e l’asino presenti nella grotta di Betlemme la notte in cui nacque Gesù sono raffigurati per tutto il IV sec. d.C. scolpiti a bassorilievo su sarcofagi per lo più in raffigurazioni in cui si vedono anche i Magi dirigersi alla stessa grotta. Sì, non ci sono semplici Natività agl’inizi dell’arte cristiana ma ci sono in esse anche i Magi.  che- ripetiamo – si dirigono alla grotta. Questa cosa, sebbene a qualcuno possa ancora sembrare strano, è non vera. Leggendo bene Matteo 2, 11 si comprende infatti che i Magi non incontrarono Gesù nella grotta dove era nato ma in una casetta evidentemente presa per un po’ in fitto da S. Giuseppe, sempre a Betlemme, nei giorni immediatamente successivi al parto della Madonna al fine di poter,  adempiuto il censimento, organizzare bene il viaggio di ritorno a Nazareth con la sua sposa e il Bambino.

Nato Gesù nella notte, al sorgere del sole S. Giuseppe tornò a informarsi e a chiedere ai Betlemiti, forse anche attraverso altre persone , qualche stanza per alcuni giorni  per lui, per la sua sposa e per il neonato Gesù. Fu un miracolo di Dio che non ebbe più rifiuti. Qualcuno lo accontentò. Alla casa dove la santa Famiglia senza portarsi appresso il bue e l’asino si trasferì  giunsero i Magi.  Perché ci chiediamo allora, Gesù Bambino lo si vede nei primi  presepi   scolpiti sui sarcofagi del IV sec. nella grotta con il bue, l’asino e con i Magi che stanno giungendo ad adorarlo? Per secoli molti pittori hanno fatto così. Ancora oggi  nelle chiese e nelle abitazioni dove si fa il presepe si mettono le statuette dei Magi davanti alle grotte di legno o di sughero.  Questa cosa non è stata mai e non è considerata grave ma bella ed accettabile. Il Vangelo di Matteo fa capire che l’arrivo dei Magi  è avvenuto  quando nella grotta la santa Famiglia non era più.  Nessuno scrupolo di peccaminosa falsità hanno avuto  gli artisti che hanno nelle loro opere fotografato i Magi mentre si dirigono alla grotta. Quello che ha suscitato in tempi  vicini a noi invece perplessità è la presenza del bue e dell’asino nella grotta. Perchè? perchè di essa i Vangeli non parlano. Una falsità grave allora, non una licenza artistica ? Fin dai primi  presepi scolpiti sui sarcofagi del IV sec. il bue e l’asino sono sempre presenti nella grotta. E per secoli molti pittori li hanno messi nelle loro Natività, nelle loro Adorazioni dei pastori e nelle loro Adorazioni dei Magi. In questo caso nessuno scrupolo di peccaminosa falsità hanno avuto gli artisti che hanno nelle loro opere posto bue ed asino perchè hanno creduto sia davvero accaduto.  Ancora oggi  nelle chiese e nelle abitazioni dove si fa il presepe non ce n’è  uno dove non si pongono le statuette del bue e dell’asino.

Che i Vangeli non parlino di bue ed asino a Betlemme non significa che ne neghino la presenza. Gli animali erano citati in alcune profezie del Vecchio Testamento che li mettevano in rapporto a Dio. Non fu dunque un’ invenzione colorita metterli vicini a Gesù ma una effettiva possibilità. Fu predicata ( da chi non lo sappiamo ) come indiscutibile verità. Piacque subito moltissimo ai cristiani. In tempi non molto lontani  una parola delle profezie si è rivelata essere la traduzione sbagliata di una parola ebraica e la cosa ha suscitato un polverone.  Santi padri della Chiesa senza interrogarsi su questa presenza, si affaticarono a meditare sul suo significato. Assegnarono agli  animali una funzione più grande di quella di riscaldare col proprio alito Gesù: quella di mostrare per ciò che erano e per come venivano utilizzati dagli uomini  lo scopo dell’incarnazione di  Cristo.  A pag.18 di un suo libro pubblicato a Lodi nel 1845 ( Evangeli di tutte le domeniche analizzati in forma di catechismo ) il canonico Angelo Cagnola scrisse che, seguendo il pensiero di S. Gregorio Nisseno, << nel bue bisognava vedere l’immagine del popolo ebreo perchè assuefatto a portare  il giogo della Legge e nell’asino quella di (ogni)  popolo pagano che portava la soma delle sue superstizioni e dei suoi peccati >>.  Il messaggio allora degli animali era che Cristo era venuto a salvare tutti, ebrei e pagani. <<  Non solo Gregorio Nisseno pensava questo ma  anche i Padri della Chiesa Eucherio di Lione e Isidoro di Siviglia >>  ha affermato la studiosa Nica Fiori ed ha aggiunto che per San Girolamo il bue era l’emblema del Nuovo Testamento e l’asino dell’Antico.

Il messaggio allora degli animali per san Girolamo era che Cristo era venuto sulla terra per dare più valore al Vecchio e grande valore al Nuovo testamento che dopo di lui sarebbe stato scritto. I più antichi sarcofagi del IV sec. con un mix di Natività e Visita dei Magi sono il sarcofago di Adelfia e quello di Boville Ernica,  entrambi di epoca costantiniana. Il primo è a Siracusa, il secondo nella chiesa di S.Pietro Ispano a Boville Ernica in provincia di Frosinone. Nel frammento di sarcofago sempre del IV secolo rinvenuto sull’antica via Appia ed oggi ai  Musei Vaticani per la prima volta le due scene  sono, come sono narrate, divise. A destra si vede il Bambin Gesù riscaldato da bue e asino (fig.1 ) immediatamente a sinistra si vedono i Magi che vanno verso la Madonna che non è più nella grotta. E’ seduta e tiene in braccio Il figlio  non più avvolto in fasce ( fig. 2).   Non più un neonato, ma un bimbo di uno due-anni che prende tra le sue mani i regali che gli sono stati portati. Qui c’è stata un’esagerazione opposta.  Nella seconda metà del V secolo troveremo il bue e l’asino nella Natività che è su una delle due copertine d’avorio di un Evangeliario. Costituiscono il cosiddetto Dittico delle cinque parti  e sono nel Tesoro del Duomo di Milano. La Visita dei Magi è sull’altra copertina. Vogliamo chiudere il nostro discorso dicendo qualcosa sulla Natività dell’ originalissimo sarcofago di Stllicone nella basilica di S.Ambrogio a Milano ( fine IV sec.) Vedi in fig. ). In essa non ci sono nè la Madonna, nè S.Giuseppe, nè Angeli, nè pastori, nè Magi. Gesù è solo, supino su un parallelepipedo di marmo che ha un reggitesta, chiuso tutto in fasce tranne il volto che è  volto di adulto. Dietro la sua testa c’è il bue e davanti ai suoi piedi l’asino, entrambi accovacciati. Lo studioso Roberto Arsuffi ci informa che << secondo alcuni i due animali sono immagine dei profeti Isaia e Osea, secondo altri ( chi?) l’asino è simbolo di Israele e il bue dei pagani >>.

Ma questo è il contrario di ciò a cui esortava Angelo Cagnola. Come mai? Non ce lo spieghiamo. Forse è accaduto perchè ciò che significa l’uccello che ognuno dei quadrupedi ha dietro di sè ha condizionato anche il significato dei quadrupedi stessi. L’asino infatti può esser diventato simbolo di Israele, perchè ha dietro di sè un uccello che non ha difficoltà a nutrirsi di un grappolo d’uva e che simboleggerebbe il popolo ebreo più pronto a credere alla fede,  il bue può esser diventato simbolo dei pagani perchè ha dietro di sè un uccello  che ha difficoltà a nutrirsi di un altro grappolo d’uva e che simboleggerebbe le maggiori difficoltà dei pagani nell’accogliere il nascente messaggio cristiano.