La Voce e la Vita della Chiesa: ”La Basilica di San Giovanni in Laterano“

La Voce e la Vita della Chiesa: ”La Basilica di San Giovanni in Laterano“

Diacono Francesco Giglio

Oggi 9 novembre, la Chiesa festeggia la dedicazione della Basilica  Lateranense. Ogni pellegrino che si è recato a Roma, sicuramente  è andato in visita alla Basilica di San Giovanni in Laterano sul colle Celio, che è considerata Madre e capo di tutte le chiese dell’Urbe e dell’Orbe. Questa chiesa è uno dei luoghi più importanti della cristianità di occidente nonché la prima delle quattro Basiliche papali maggiori di Roma. La denominazione ufficiale è: Arcibasilica Papale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano. Nel corso dei secoli la Basilica fu dedicata da papa Silvestro I, nel IV secolo, al Santissimo Salvatore; da papa Sergio III, nel IX secolo, a San Giovanni Battista e in ultimo da papa Lucio II, nel XII secolo, a San Giovanni Evangelista. La Basilica è stata fondata da papa Melchiade fra il 311 e il 314 sui terreni della famiglia Plauzi Laterani a lui donati dall’Imperatore Costantino. I resti degli edifici preesistenti, compresi quelli della caserma della cavalleria romana, sono tornati alla luce in seguito ad accurati restauri, insieme a vere e proprie strade sotterranee, che formano un prezioso esempio di quartiere romano quasi miracolosamente conservato. La Basilica di San Giovanni in Laterano è di circa dodici o tredici anni più antica della basilica di San Pietro. Perciò, è da considerarsi la più antica chiesa del mondo occidentale. Purtroppo, nella sua storia questa Basilica ha avuto un destino diverso rispetto alla basilica di San Pietro. Malgrado le varie distruzioni, per volontà di diversi papi è stata mantenuta il più possibile simile alla struttura originale anche se ricostruita pezzo per pezzo. Secondo la leggenda aurea, narrata da Jacopo da Varagine, sembra che Costantino contrasse la lebbra nel 313. Secondo i medici del tempo avrebbe dovuto sacrificare dei bambini il cui sangue lo avrebbe guarito. L’imperatore si rifiutò di compiere questo terribile rito. La notte stessa sognò due uomini di nome Pietro e Paolo che gli indicarono di cercare un eremita di nome Silvestro che era sfuggito alle persecuzioni anticristiane con i suoi compagni e si era rifugiato sul Monte Soratte. Costantino pensando che a parlare fossero gli dèi mandò a chiamare Silvestro. Silvestro gli mostrò un’immagine di Pietro e Paolo in cui Costantino riconobbe gli uomini che aveva visto in sogno. Allora Silvestro disse all’imperatore di liberare tutti i cristiani incarcerati, di digiunare una settima e lo immerse nel fonte battesimale dal quale ne uscì guarito.

Da quel momento, per otto giorni consecutivi, Costantino scrisse delle leggi sulla cristianizzazione di Roma. L’ottavo giorno secondo la tradizione «l’imperatore andò alla chiesa di San Pietro, dove confessò piangendo le sue colpe. Prese poi il piccone e iniziò personalmente lo scavo per costruire la basilica e portò via sulle sue spalle dodici carichi di terra». A Roma nelle vicinanze del monte Celio si erge maestosamente l’Arcibasilica del SS. Salvatore e dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, oggi conosciuta con il nome di S. Giovanni in Laterano. Il terreno su cui sorge era proprietà della famiglia dei Laterani. Sul frontespizio della Basilica c’è scritto :” Omnium Orbis et Orbis Ecclesiarum Mater et Caput “(Madre e capo di tutte le chiese della città e del mondo). Il termine “chiesa” inizialmente indicava solo la comunità riunita; ma con il passar del tempo questa definizione finì con l’indicare il “luogo” dove essa si riuniva. Nell’anno 65 d.C., così come riportato da Tacito, il terreno con le annesse case furono confiscati ed annessi all’Erario Imperiale dall’imperatore Nerone. Tutto ciò avvenne perché Plauzio Laterano aveva cospirato contro l’imperatore nella congiura dei “Pisoni”. In seguito al fallimento di detta congiura, Plauzio fu condannato a morte. Nel 201 Settimio Severo, su una parte di questi terreni, costruì una caserma dove poter ospitare le nuove leve del corpo di guarda degli “equites singulares”, (cavalieri scelti). L’imperatore sulla proprietà dei terreni Laterani edificò un grande complesso militare denominandolo “Castra nuova equitum singularium”,(Nuova Caserma delle guardie scelte). Nel Medioevo si continuò ad indicare gli edifici che sorgevano nell’area con la locuzione “iuxta Lateranis” (presso il Laterano), fino ad arrivare all’odierna denominazione del Laterano.

In seguito, questi terreni divennero di proprietà, non si sa se per acquisto o per eredità, di una certa Fausta, in quanto si menziona successivamente una” domus Faustae”,(casa di Faustanel territorio lateranense. Probabilmente questa donna di nome “Fausta” potrebbe essere la seconda moglie dell’imperatore Flavio Valerio Costantino (280-337), al cui nome è legato il ricordo della fondazione della Basilica. Cresciuto alla corte di Diocleziano, Costantino fu chiamato in Britannia dal padre, l’imperatore Costanzo Cloro e alla morte di questi fu acclamato “augusto” dall’esercito (306). Questo fatto rompendo le regole del sistema tetrarchico, scatenò una violenta lotta in cui sei pretendenti (Massimiano, Massenzio, Licinio, Galerio, Massimino e Costantino) si contesero il titolo imperiale. Eliminato Massimiano (310), morto Galerio (311), Costantino il 28 ottobre 312 sconfisse Massenzio a “Saxa Rubra sulla Via Flaminia” (la Battaglia di Ponte Milvio), aiutato da quel simbolo divino che gli era apparso la notte prima della vittoria in sogno: un angelo con una croce ed una scritta “IN HOC SIGNO VINCES”, (in (sotto) questo segno vincerai), che prontamente Costantino fa dipingere sugli scudi dei propri soldati. Sconfitto Massenzio, Costantino, va a Milano e rinsalda l’alleanza con Licinio, il quale, morto Massimino, rimane padrone delle province orientali (successivamente Costantino si sbarazza anche di Licinio rimanendo così unico Imperatore). A Milano Costantino proclama anche un editto (313) in cui riconosce al Cristianesimo libertà di culto. Tornato a Roma si preoccupa di offrire alla chiesa nascente un luogo adatto per svolgere pienamente il proprio ministero spirituale. Costantino scioglie il corpo degli equites singulares, che avevano appoggiato Massenzio e dona a Papa Melchiade i terreni per costruirvi una “domus ecclesia”. La Basilica venne consacrata nel 324 ( o 318 ) da Papa Silvestro I, e dedicata al SS.mo Salvatore. Nel IX sec., Sergio III la dedicò anche a San Giovanni Battista, mentre nel XII sec. Lucio II aggiunse anche San Giovanni Evangelista. Dal IV secolo fino al termine del periodo avignonese (XIV sec.), in cui il papato si spostò ad Avignone, il Laterano, fu l’unica sede del papato. Il Patriarchio, o dimora lateranense (l’antica sede Papale), annesso alla Basilica fu la residenza dei Papi per tutto il medioevo.

Il Laterano, quindi, fu da questo periodo fino al XIV sec. la sede e il simbolo del papato e, il cuore della vita della Chiesa. Vi furono ospitati anche cinque Concili ecumenici. La Primitiva Basilica Costantiniana era molto simile, in pianta, all’attuale, anch’essa di cinque navate, e i muri perimetrali coincidono più o meno con gli attuali. Ma dopo i primi splendori del IV sec., seguirono vicende che segnarono nel bene e nel male per oltre un millennio, fino ai nostri giorni, la complessa storia dell’Arcibasilica lateranense. Agli inizi del V sec. durante il sacco visigoto di Alarico del 410, la cattedrale venne spogliata del prezioso baldacchino Costantiniano, subito sostituito da Sisto III. Nel 455 i vandali di Genserico depredarono la Chiesa di tutti i suoi tesori.  All’inizio del IX sec. Leone III ricostruì i soffitti della basilica e decorò le finestre dell’abside con vetrate policrome. Nel X sec. venne costruito, su un lato del portico, un oratorio dedicato a San Tommaso, che anticamente veniva usato dai Papi per indossare i paramenti liturgici prima di entrare in chiesa. Nel XII sec. venne restaurato il tetto della Basilica e adattato a due Cappelle (dedicate a S. Rufina e Seconda e a San Cipriano e Giustina) il portico del Battistero; nello stesso secolo avvenne il rifacimento dell’antica facciata della Basilica con la decorazione a mosaico e del portico d’ingresso, nonché la dotazione di porte di bronzo nel battistero e nelle Scala Santa, ora nelle cappelle dei due San Giovanni, interne al battistero. Alla fine del XIII sec. furono intrapresi grandi lavori sotto Bonifacio VIII per il Giubileo del 1300, con la nuova loggia delle benedizioni e con gli affreschi di Giotto (o giotteschi) e di Cimabue, oggi andati perduti.

Il Giubileo del 1300 fu il primo grande Giubileo della storia, indetto proprio a San Giovanni in Laterano. Nel XIV sec. l’avvenimento principale, e determinante per la storia della Basilica lateranense, è lo spostamento del potere papale da Roma ad Avignone, e quindi il completo abbandono del Laterano. Nel 1378 con l’elezione di Gregorio XI, si ha la fine del periodo avignonese. Gregorio XI riporta il papato a Roma, ma con il Laterano in pessime condizioni, i papi preferiranno da adesso in poi il Vaticano. Dopo varie vicissitudini e diversi restauri ed abbattimenti alla fine del XVI sec. (dopo il sacco di Roma), Sisto V fece demolire del tutto il Patriarchio per costruire il Palazzo apostolico lateranense (oggi sede del Vicariato di Roma), ad opera dell’architetto Domenico Fontana, e con esso il prospetto del transetto nord. Per il Giubileo del 1600 Clemente VIII rinnovò il transetto e l’altare del SS.mo Sacramento su progetto di Giacomo della Porta. È del 1650 il totale riassetto della Basilica ad opera di Francesco Borromini che ricostruisce la navata centrale e quelle laterali. Tale intervento fu voluto da Papa Innocenzo X e terminato nel 1660 sotto il papato di Alessandro VII, che fece restaurare anche il mosaico dell’abside e trasferire, dalla Chiesa di Sant’Adriano al Foro Romano, i battenti di bronzo dell’antica Curia romana che oggi costituiscono il grande portone centrale della Basilica. Nel XVIII sec.,  venne finalmente completata la facciata della Basilica con il nuovo prospetto di Alessandro Galilei (autore anche della Cappella Corsini all’interno della Basilica), ultimato qualche anno prima del Giubileo del 1750. nell’interno della Basilica vengono messe nei nicchioni Borrominiani le statue dei 12 Apostoli. L’ultimo grande restauro si ebbe nel XIX sec., prima sotto Pio IX, che restaurò il tabernacolo e la confessione; poi, quello più vistoso, sotto Leone XIII che dal 1876 al 1886 incarica l’architetto Francesco Vespignani di abbattere l’abside e ricostruirlo più dietro.

Nel XX sec. sotto Pio XI fu effettuato il restauro del pavimento cosmatesco, dove furono rinvenuti i resti dell’antica caserma degli equites singulares. In occasione del grande Giubileo del 2000 viene inaugurata la nuova Porta Santa, opera dello scultore Floriano Bodini (1933-2005).  In questo prezioso scrigno della Basilica di San  Giovanni in Laterano vi sono le testimonianze di tutta l’arte di Roma. . Nei sotterranei vi sono i resti dell’epoca antico-romana; le mura esterne della Basilica risalgono al periodo medioevale; il chiostro e i due campanili appartengono al XIII secolo e sono tra le più importanti costruzioni dell’epoca. Il transetto fu ricostruito da Domenico Fontana e Giacomo della Porta alla fine del Cinquecento. Nel XVIII, dopo un celebre concorso a cui parteciparono tutti i più noti architetti dell’epoca, fu rifatta la facciata che segna il passaggio tra lo stile barocco e quello neoclassico. L’edicola del primo pilastro, della facciata intermedia di destra, contiene un affresco molto interessante che rappresenta la promulgazione del primo anno santo (1300) e papa Bonifacio VIII. L’affresco è attribuito a Giotto anche se la pittura appare molto rimaneggiata. Borromini, malgrado il limite che gli fu imposto di rispettare il più possibile la struttura antica, riuscì a dare a questa chiesa la misura della sua bellezza.

La basilica appare più bella nei particolari che nell’insieme ma il bianco quasi abbagliante delle strutture borrominiane forma un bellissimo contrasto con la policromia del transetto. Possiamo osservare le quattro strette e alte cappelle che il Borromini costruì nelle navate. Dal momento che fu obbligato a mantenere lo stile antico riuscì a preservare anche le tombe medievali e rinascimentali con una trovata geniale! Borromini spezzò e suddivise i sepolcri antichi scegliendo le parti più belle e le inserì all’interno di edicole di pieno stile barocco. Diede vita ad autentici gioielli di estro creativo. L’altare papale è sormontato da un ciborio gotico opera dell’architetto Giovanni di Stefano. Sopra la volta, chiusi in una fitta grata d’oro, si trovano i reliquiari delle teste di San Pietro e San Paolo. I reliquiari sono del 1804 e sostituiscono quelli attribuiti a Giovanni di Bartolo che sono stati rubati nel 1799. Nella Basilica di San Giovanni è conservata anche la reliquia della tavola dove Gesù consumò l’Ultima Cena con gli apostoli. Nel cantino dell’abside troviamo il meraviglioso mosaico che raffigura la Vergine Maria con il committente Niccolò IV inginocchiato, San Paolo, San Pietro, San Francesco D’Assisi, San Giovanni Battista, Sant’Antonio da Padova, San Giovanni Evangelista e Sant’Andrea. Al centro del mosaico si trovano la croce di Cristo e la colomba dello Spirito Santo.

Questa meravigliosa Basilica tra storia, arte e tradizione ancora oggi e speriamo anche per i secoli futuri, continua ad essere la cattedrale di Roma e il “segno visibile della Chiesa voluta da Cristo fondata sulla fede e la testimonianza degli Apostoli”.