Abruzzo: Uil Polizia Penitenziaria, invito a Presidente Marsilio per riportare Provveditorato amministrativo a Pescara

Abruzzo: Uil Polizia Penitenziaria, invito a Presidente Marsilio per riportare Provveditorato amministrativo a Pescara

Costò la bellezza di svariati milioni di euro e non è stato utilizzato per gli scopi prefissati. Stiamo parlando del riattamento della vecchia sede del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria a Pescara. Quando sembrava che i nuovi uffici potessero andare incontro alle esigenze dei vari operatori, ivi compresi quelli amministrati negli 11 penitenziari del Molise e dell’Abruzzo,  il DPCM n.84 del 2015 decretò la soppressione del PRAP pescarese con  contestuale annessione delle dinamiche amministrative delle sue istituzioni penitenziarie  a quello di Roma.

Mai scelta è stata da noi ritenuta più infelice di quella partorita in quel contesto. Scelta che la UIL PA Polizia Penitenziaria ha subito condannato, denunciandone i possibili risvolti senza però essere  stata mai ascoltata né dai dirigenti dell’Amministrazione Penitenziaria  né tantomeno dai rappresentanti della politica regionale di allora.

Che si è trattata di una scelta sbagliatissima se ne sono accorti nel tempo tutti gli operatori penitenziari, nessuno escluso. Prova ne è stato il tracollo al quale hanno soggiaciuto le carceri abruzzesi e molisane e che tanto ha fatto parlare di sè la cronaca in questi anni.

Ora, però, le cose potrebbero cambiare e in meglio. Il tutto sempreché la volontà di riportare il PRAP a Pescara, così come sostenuto ed auspicato dalla UIL PA PP Abruzzese, venga seguita ed appoggiata dalle istituzioni locali e regionali.

Infatti si può leggere nei documenti ufficiali della conversione in legge del decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75 capo I art. 14 comma 8 che si rileva l’esigenza prioritaria di riorganizzazione dell’apparato strutturale dell’amministrazione penitenziaria con l’implementazione di un posto dirigenziale generale correlato all’istituzione, di un nuovo e autonomo provveditorato regionale, ove far confluire 16 istituti penitenziari delle regioni Marche, Abruzzo e Molise che attualmente rientrano nelle competenze territoriali, eccessivamente ampie, degli attuali provveditorati dell’Emilia Romagna-Marche e del Lazio – Abruzzo e Molise, che si occupano della gestione di complessivi 40 istituti penitenziari, con aree di intervento ad elevato rischio professionale.

Adesso però appare dal nulla la proposta del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di far confluire gli istituti dell’Abruzzo e Molise si in un nuovo provveditorato, ma diverso da quello immaginato in fase di stesura del DL, ovvero Umbria, Abruzzo e Molise con sede a Perugia; allontanando di svariati km la sede dirigenziale insomma un vero e proprio scippo all’Abruzzo, ai Poliziotti Penitenziari abruzzesi ed alla città di Pescara.

La UIL PA PP consapevole che questa scelta aggraverebbe, se possibile, la drammatica situazione degli istituti di pena abruzzesi in considerazione della paventata possibilità di risolvere l’annosa questione, invita tutti a non perdere questa importante occasione e a far sì che Il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria venga riportato negli uffici del plesso ristrutturato di Pescara, tra l’altro immediatamente utilizzabile in quanto di proprietà dell’amministrazione penitenziaria.

Pertanto invitiamo pertanto il Presidente della Regione Marsilio a farsi carico dell’opportunità concessa cogliendo l’importanza di riportare un Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria in Abruzzo.

Sappiamo bene quanto questa sfida sia difficile. Come dipendenti ci siamo sacrificati tantissimo piegandoci alla discutibile scelta partorita nel 2015. E’ un dovere della politica ora  far sentire forte la loro voce nelle sedi opportune per richiedere quanto da noi auspicato.

Abbiamo reparti sotto organico, sezione stracolme di detenuti ingestibili, agenti stremati costretti a doppi e tripli turni sovente senza riuscire a programmare la propria vita privata.

Adesso la politica abruzzese può e dovrebbe cercare di dare una risposta a tutti i lavoratori del mondo penitenziario che da umili servitori dello stato non meritano di dover subire questa ennesima ingiustizia.