Fisciano: Giuseppe D’Auria trasferito in struttura psichiatrica carceraria a Fuorni

Fisciano: Giuseppe D’Auria trasferito in struttura psichiatrica carceraria a Fuorni

Nuovi scenari emergono in relazione al fatto che lo scorso 30 ottobre sconvolse la comunità di Fisciano, quando Giuseppe D’Auria, 41enne del posto, lanciò la figlia di due anni dalla finestra della sua abitazione situata sul Corso S. Vincenzo. La piccola, miracolosamente si salvò e il padre venne arrestato per tentato omicidio. Oggi, dopo le risultanze delle perizie psichiatriche, che hanno confermato che l’imputato era incapace di intendere e di volere nel momento in cui si è verificato il fatto, ci sono stati passi avanti. L’uomo, difeso dagli avvocati Tommaso Amabile e Silverio Sica, inizialmente trattenuto presso il carcere di Bellizzi Irpino, è stato trasferito presso una struttura psichiatrica afferente al carcere di Fuorni. Il trasferimento è stato disposto dal dpa (dipartimento amministrativo penitenziario) a seguito delle richieste degli avvocati difensori, i quali hanno evidenziato come il loro assistito sia notevolmente migliorato dal momento in cui compì quell’insano gesto perché, come rivelò nel corso dell’interrogatorio di garanzia, “spinto da voci esterne che sentivo da giorni, tra cui quella di Dio che mi disse di mettere in salvo mia figlia”. “Nella nuova struttura – ha dichiarato l’avvocato Amabile – il nostro assistito viene seguito con maggiore attenzione e ci sono anche cure migliori a cui viene sottoposto. Io e il collega Silverio Sica riteniamo che da quando si è verificato il fatto ad oggi, ci sia stato un netto miglioramento. Abbiamo spinto affinché venisse trasferito in una Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), ma purtroppo quelle presenti sarebbero tutte occupate e non ci sarebbe possibilità di trasferirlo altrove. Tuttavia, il trasferimento a Fuorni è già un importante passo avanti”. Al momento, secondo le disposizioni giudiziarie, resta sospesa la patria potestà, con la conferma dell’affidamento della bambina alla madre e ai nonni paterni. E’ stata anche concessa l’autorizzazione a ritornare nella casa dove lo scorso ottobre è accaduto il fatto, ma solo in via saltuaria. L’appartamento, infatti, è stato liberato dai sigilli inizialmente posti dall’autorità giudiziaria per consentire il buon andamento delle indagini. Mamma e figlia possono tornare quando vogliono anche se l’affido deve continuare ad essere condiviso e sarebbe preferibile, ad ogni modo, che la piccola trascorresse le notti nella casa dei nonni paterni. Altro passo avanti è stato quello di un incontro in videochiamata tra il padre e la bimba. Tanto è vero che il legale difensore della madre, Ersilia Trotta, ha confermato che la piccola era contenta di aver visto il padre in video. Per quanto riguarda il procedimento giudiziario, i legali di D’Auria hanno avanzato istanza per il rito abbreviato rispetto all’udienza già fissata per il prossimo 1 marzo davanti al tribunale in composizione collegiale. Se dovesse essere accolta la richiesta degli avvocati Amabile e Sica, il rito abbreviato si svolgerebbe davanti al gip in una data antecedente a quella già stabilita.