Silenzi e Clamori

Silenzi e Clamori

Dott. Carmine Paternostro
Notizie eclatanti e purtroppo ferali si succedono ed accavallano in questi ultimi giorni.
E’ deceduto Vialli, preceduto da Sinisa Mihailovic e dalla leggenda del calcio Pelè.
Rievoco, allora, quella finale di calcio, a Stoccolma, Svezia–Brasile: 5-2, con esordiente un fanciullo, che sarebbe divenuto “o Rei”. Anch’io ero poco più di un bambino e “spiai”, dalle grate di un bar, quell’incontro famoso, sull’unica Tv bianconera del paese. Avevo 12 anni, era il 1958. Ricordo, come se fosse ieri, campioni come Liedholm, Skoglund e tutta la formazione svedese, nonché brasiliana. Erano momenti incancellabili, in cui sognavi di diventare un campione. La vita, invece, ci avrebbe riservato altri destini.
Ma non mi fermo ai decessi degli ultimi eroi, alle imprese di Gianluca alla Samp ed alla Juve che fu di Giampiero, calciatore e presidentissimo bianconero di Torino, a Maradona e penso a Paolo Rossi e soprattutto ai tanti, ormai in oblio, Mattrel, Anastasi, Colombo, Castano, Charles, Sivori, che hanno riempito le mie pagine di sport. E voglio ricordare anche un certo Bernasconi, ai più credo ignoto, recentemente scomparso, difensore della Samp, affiancato in mediana da Bergamaschi e Vicini. Quell’Azelio Vicini che sarebbe diventato il mister della nostra nazionale. In porta mi sembra ci
fosse un certo Battara. Qualcuno ricorda ancora un tal “Veleno” dell’Inter, centravanti dal cognome Lorenzi, vicino ai Mazzola, orfani di Valentino? Trattasi di personaggi un tempo famosi, impressi nella memoria degli ultimi anziani, amanti di uno sport verace, uno sport lontano dalle mire economiche odierne. Momenti diversi di un calcio…radiofonico: “tutto il calcio minuto per minuto”, brindando con Stock, in attesa delle cronache del lunedì, impresse sulle pagine di un giornale, faticosamente acquistato, con le poche righe racimolate in settimana. Eravamo fanciulli sognanti,
magari senza gelato, ma con un giornale cartaceo tra le fragili dita.
Ed, oggi, sento clamori esaltanti: un atto eroico, che imita quello relativo ad un certo Riina: la cattura…dopo 30 anni…dico dopo 30 anni di latitanza, di un personaggio siculo “Danar…oso”. Seguono trasmissioni TV dall’eco più incisivo: film violenti, di corruzione, spionaggio, trascurando filmati educativi e, perché no, santificanti!
Ed ho notizia della morte, a Palermo, di un missionario laico, sulle orme di San Francesco d’Assisi, vicino ai poveri, ai senza tetto, a fratelli senza un nome, nella nostra civiltà del modernismo attuale. Quando resterà in memoria questo meritevole esempio?
Nel giusto rispetto di credi altrui stiamo dimenticando il Presepe a Natale ed il Crocifisso nelle scuole.
La gente preferisce altri “botti”, anche delinquenziali. Il sangue attrae in guerra, negli anfiteatri degli antichi romani, sulle autostrade, tra tifosi contrapposti. Sento le urla del Colosseo, del teatro a Pompei, alla contesa dei pompeiani e nocerini, cui seguì la punitiva eruzione vulcanica.
La letteratura, sapienza, cultura si è fermata a Socrate, Platone. Fino a ieri abbiamo validato la scienza di Aristotele. Oggi senza on line e telefonini il mondo si ferma.
Il lungo viaggio della vita, nella fase finale, destina il lacrimoso ricordo ai famosi, mentre ad altri resta l’oblio dell’oscuro silenzio, zampillante dalla povertà dignitosa.
Il grigiore dell’oggi nasconde il domani.
La considerazione, il pensiero, liberi dallo spazio, tempo e gravità dovrebbero, nel rispetto della “livella”, superare i limiti imposti dal mondo degli uomini e renderli uguali. E’ utopia, l’utopia, predicata da Cristo, che un giorno… chissà… altro Vesuvio o il diluvio, caro a Noè? Ritengo più facile il diluvio da inquinamento. L’uomo incosciente sta uccidendo sé stesso e il danaro sarà solo carta leggera, volatile al vento.
Intanto gli ariani invocano un’autonomia differenziata. Non capisco, cos’è un’ulteriore divisione geografica? Qui, al Sud, un tempo dormivamo tranquilli, in miseria e nobiltà, ma un giorno conquistatori interessati si affacciarono alla nostra finestra e conobbero il bello del mare, dei monti, la limpidezza di fiumi e ruscelli, il sano di una munifica terra, la laboriosità, grondante sudore ed i nostri risparmi. Decisero di assaltarci ed “autonomamente” di assoggettarci, affondandoci nella miseria. Seguì emigrazione e brigantaggio. Hanno taciuto e tacciono i libri di storia, quella vera. Questa distinzione di classe e ricchezza è invocata anche oggi. Ci toglieranno nuovamente le scarpe.
“Loro” frequentano l’Africa fiorente dei ricchi: mondiali in Qatar. Ma molti di “loro” hanno dimenticato i sette giorni di carestia, dopo i sette giorni di grano e vacche grasse del Visir Giuseppe, l’ebreo, grande, nella terra d’Egitto. Oniromanzia della bilancia della giustizia, cancellata! Chi conosce le vittime mietute ogni giorno? Chi conosce il nome dei bimbi, degli innocenti, che cadono in Ucraina, senza una lapide, per la brama di conquista dell’uomo? In molti, apprezzano chi, invece, percepisce 200 milioni annui d’ingaggio, per saper calciare la pazzia di un pallone! Quanti conoscono le
remunerazioni ed i privilegi del nostro mondo politico? In cambio di che? Di una nazione resa fiorente? Saremmo in Paradiso. Ma il Paradiso terrestre esiste solo nelle aule “magn…e” del potere, dove si pensa… a cosa? Da decenni si cerca una risposta senza risposte.