Urge migliorare Protezione Civile

 Giulio Caso
Dopo il terremoto del Friuli del 76 e ancora, dopo quello del 23 novembre 1980 in Campania  la protezione civile, in Italia, iniziò  ad essere organizzata con criteri moderni.
Col passar del tempo, tutto sembra stemperarsi in difficoltà tecnico/scientifiche. Programmi meteo che non riescono a prevedere eventi anche gravi. Difficoltà organizzative e di comunicazione fra enti e cittadini.
Intanto … altre vittime che potevano essere salve. Parliamo di persone, affetti, sentimenti, intelligenze. Per ogni “vittima” c’è da rimordersi la coscienza. Vengono diffusi  nei giorni seguenti  progetti di raccolta soldi.
Anche se utile, non sarà certamente l’iban, su cui versare, a posteriori, che assolverà queste nostre responsabilità collettive, questi rimorsi. L’esperienza ci fa supporre che, poi, non si divulga, quasi mai, il reale utilizzo delle cifre raccolte, pur se fatto con criterio e buona volontà. Altre volte esso è dispersivo. Tanto vale fare una sola raccolta per tutti i funesti avvenimenti che possono accadere nel futuro.
Sarebbe meglio investire nella prevenzione!
Cioè che banche, giornali, associazioni ecc.  organizzassero una raccolta perenne  proprio per lo studio e la prevenzione, oltre che per il soccorso civile e gli aiuti nelle catastrofi.