La partita elettorale

La partita elettorale
Giulio Caso
Oramai i partiti imitano le squadre di pallone, (generalizzo per semplicità comunicativa).
Forse a destra, ce n’è uno più all’attacco, e in questo caso, questo atteggiamento paga, e molto, in termini di voto.
A sinistra s’impaludano su “bisogni primari ideologici”, in attesa di uscire con i piedi da questi, veri e propri “secchi di colla” , si perdono nel vituperare gli avversari.
Non bisogna fare, assolutamente, distinzione di qualità politica o una scelta di programmi.
L’agnosticismo politico è dovuto per onestà intellettuale di osservatore e  il rispetto per i lettori.
Come nel calcio, andare solo all’attacco,  è un rischio se l’avversario si ricompone e, lucidamente, riesce a proporre un’azione di contrattacco.
Così, dall’altra parte, ergersi a soli difensori della porta, pardon, “della costituzione”, alla lunga, ha i suoi rischi di credibilità.
Certo nelle competizioni elettorali, come in amore, si dice, tutto è lecito.
Sarebbe, però un servizio fatto alla comunità se comunicassero, spiegassero meglio i loro programmi più che denigrare gli avversari. Si ribadisce: avversari, non nemici. Volenti o nolenti, pur con i limiti di un contorto sistema elettorale, stiamo dando un nuovo assetto, una nuova guida al Paese. Questo è il punto più importante da tenere da conto da parte di tutti i cittadini.