La Voce e la Vita della Chiesa: S. Gregorio VII

La Voce e la Vita della Chiesa: S. Gregorio VII

Diac. Francesco Giglio

Il 25 maggio Salerno festante ricorda e celebra la festa liturgica di S. Gregorio VII. Con grande orgoglio la città di Salerno in questa data fa memoria di essere la custode dei resti mortali di due giganti della fede cristiana: l’Apostolo ed evangelista S. Matteo e S. Gregorio VII. A questi due illustri nostri concittadini è dedicata la cattedrale che fu consacrata proprio da Papa Gregorio VII nel 1084

Ildebrando di Soana nacque in Toscana nell’anno 1020, è stato il 157º papa della Chiesa cattolica salito al soglio di Pietro con il nome di Gregorio VII. Monaco benedettino nel monastero di Santa Maria sull’Aventino (Roma), fu eletto Papa il 22 aprile del 1073, ordinato sacerdote il 22 maggio del 1073 e consacrato vescovo il 30 giugno del 1073, morì a Salerno il 25 maggio del 1085. Fu scelto come uomo di fiducia dal papa Leone IX e da quel momento divenne l’anima della riforma della Chiesa e consigliere fidato di papi. Nel 1054 e nel 1056, fu legato pontificio in Francia e nel 1073 venne acclamato dal popolo come successore di papa Alessandro II e assunse il nome di Gregorio VII. Come pontefice portò avanti con grande energia l’opera della riforma, per purificare la Chiesa da ogni forma di simonia, trovandosi a lottare contro interessi coalizzati e casate aristocratiche da tempo abituate a scegliersi i loro vescovi. In particolare, fu il campione della “lotta delle investiture”: il suo pontificato iniziò con l’annuncio che si sarebbe battuto fino in fondo per la libertà della Chiesa dalle ingerenze politiche. Il suo Dictatus papae codifica la sua visione di una Chiesa fortemente accentrata sul pontefice, con il potere anche di destituire l’imperatore, esonerando i sudditi dall’obbedienza. Enrico IV gli si oppose apertamente, rifiutandogli l’obbedienza e sobillando alla ribellione non solo i principi tedeschi ma anche i vescovi dell’Italia settentrionale e il prefetto di Roma.
Il papa lo scomunicò e l’imperatore fu costretto poco dopo a umiliarsi, ottenendo a Canossa il perdono, alla presenza della marchesa Matilde e dell’abate Ugo di Cluny. Subito dopo, però, riprese a nominare vescovi e abati. Nuovamente scomunicato, fece eleggere a Bressanone un antipapa e con lui scese a Roma con un forte esercito, occupandola. Chiuso dapprima in Castel Sant’Angelo, Gregorio VII si rifugiò a Salerno, dove morì il 27 maggio 1085, pronunciando la famosa frase: “Ho amato la giustizia e ho odiato l’iniquità, perciò muoio in esilio”. Papa Paolo V ne autorizzò il culto nel 1606. I suoi resti mortali sono conservati nella stupenda cattedrale di Salerno. Fu sepolto in abito pontificale in un sarcofago romano del III secolo. Nel 1954, per volere di papa Pio XII il suo corpo fu dapprima trasportato per pochi giorni a Roma per essere esposto al pubblico e poi fu risistemato nella Cattedrale salernitana in una teca d’argento, dove si trova tuttora. Nel 1985 il suo corpo è stato oggetto di una ricognizione canonica, con esame dei suoi resti ossei, che ha anticipato la sua nascita al 1010-1015 e che ha permesso uno studio antropologico e paleopatologico completo effettuato dal paleopatologo Gino Fornaciari dell’Università di Pisa.

Voluta da papa Pio XII, la Parrocchia di San Gregorio VII è stata eretta a Roma nel 1952. La costruzione della chiesa inizia il 30 marzo 1958, quando viene posta la prima pietra nel luogo dove sarebbe sorto l’altare maggiore. Sotto il pontificato di San Giovanni XXIII la teca contenente le reliquie del santo Pontefice fu portato a Roma in occasione della consacrazione della chiesa a lui dedicata. Il 17 aprile il papa Paolo VI conferisce alla parrocchia il titolo cardinalizio. Il 27 aprile del 1986 il Papa Giovanni Paolo II visita la parrocchia e incontra i giovani del quartiere. Dal 4 ottobre 2015 la Parrocchia è affidata alla Provincia Serafica di San Francesco dei Frati Minori dell’Umbria.