Opulenta Salernum    

Opulenta Salernum    

Maria Amendola

 29L’influenza dell’insediamento etrusco che stanziato presso la zona di Fratte e la vicinanza del fiume Irno furono fattori che permisero e favorirono la fioritura del territorio, in quanto la foce funzionò anche da porto e nel 650 a.C. divenne un punto di incontro tra culture e un luogo di commercio. Il centro di Fratte fu  invaso dai Sanniti, in seguito della vittoria nella battaglia di Capua nel 474 a.C, vinta dei Grecia. Risalgono al IV a.C. delle monete che riportano la scritta “Irina” e “Irnthi” in lingua osco. L’Insediamento etrusco risale al VI a.C. e comprendeva anche zone di inumazione, le tombe erano dislocate al di fuori dell’abitato, e sono state trovate alcune anche presso la zona della stazione ferroviaria salernitana. La storia di “Salernum”, e la sua origine è documenta dal 197 a.C. come affermano vari studiosi: a seguito della proposta del tribuno Caio Atinio essa divenne colonia romana insieme ad altre popolazioni stanziate in questa terra fertile. C’è da precisare che la data del 197 a.C. si riferisce a quando il castrum dominava sul monte “Bonadies” ( la collina Buongiorno) e non deve essere intesa come data di edificazione dell’abitato in quanto questo risulta precedente. Il castrum secondo leggende è stato edificato da Arechi II nel 760 d.C., ovvero quasi mille anni dopo utilizzo degli etrusco come torre di avvistamento nonché di segnalazione alle imbarcazioni. Il castrum, pochi anni dopo l’approvazione delle leggi sulle colonie, venne utilizzato come appostamento per controllare i Picentini. L’intera Etruria nel 265 a.C. venne sottomessa ai romani, perdendo così dei suoi domini. Molti abitanti dell’Etrusca Irno trovarono rifugio nella zona portuale di “Salirna”, occupando la zona Fusandola e la zona collinare.

I romani denominavano “Salernum”, la Salirna Etrusca, ciò dimostra l’esistenza di quest’ultima prima della trasformazione in colonia da parte dei romani. Le teorie sulla fondazione di Salerno sono molteplici: alcuni storici sostengono che questa come altre città che hanno il toponimo (il nome della città) che inizia per “S” siano state fondate da Sem (figlio di Noè) dopo il diluvio universale; dalla regina Elerna secondo l’ipotesi di altri studi; un’altra teoria suggerisce dai discendenti di Romolo; ultra teoria invece presuppone dal capitano “Salierno” dopo che gli Elleni avevano costruito varie città e  “polis” lungo le coste meridionali dell’Italia dando anche il nome alla città. Anche sull’origine del toponimo di Salerno vi sono varie ipotesi, tra queste: quella che riguarda il torrente Fusandola anticamente chiamato “Salum”; un’altra dal “sole”; un’altra perché era abbondava di “sale”; dal greco “Salos” acqua marina e dal nome di una pianta “Ergos” che abbondava a Lirinis, ottenendo il nome di “Salergo”; un’altra opotesi riguarda “Salum” (porto) e “Irno” la città per i romani, in sintesi città-porto; L’Irno era abitato ai tempi dei greci da una popolazione etrusco-sabellica e nella loro lingua fiume si pronunciava “Sil” che significa fiume, quindi si ipotizza che la città di Irnthi con tutta probabilità era conosciuta dagli etruschi come “città del fiume”. La definizione di “Opulenta Salernum” fu coniata su alcune monete, quelle per i suoi traffici nel 900 e 1000 d.C. per esaltare quel momento di splendore che stava vivendo la città, infatti era anche il momento storico in cui la Scuola Medica Salernitana (IX/XIX sec) era all’apice della fama mondiale.

Curiosità: dal 1958 fino al 2015 il logo del pastificio Antonio Amato conteneva la moneta con la scritta “OPULENTA SALERNUM”, si tratta proprio di un follaro di Gisulfo II (1052/1077, ultimo principe di Salerno di stirpe longobarda) coniato dalla zecca salernitana. Lo studioso Philip Grierson notò che il rovescio dei dollari di Colonia (1056/1077) dell’arcivescovo e il follaro di Gisulfo II si somigliavano: Salerno vista dal mare, fortificata e sulla sommità riporta la scritta “Opulenta Salernum”.